COME FAR FUNZIONARE (BENE) LE SCUOLE: APERTE TUTTO L'ANNO E TUTTO IL GIORNO - MANIFESTO DI ANALISI, PROPOSTE E CONCLUSIONI

Al Presidente del Consiglio dei Ministri

Dr. Giuseppe CONTE

 

Ai Vice Premier

Sen. Matteo SALVINI e On. Luigi DI MAIO

 

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Dott. Marco BUSSETTI

 

e p.c. Al Presidente del Senato della Repubblica

Sen. Maria Elisabetta ALBERTI CASELLATI

 

Al Presidente della Camera dei Deputati

On. Roberto FICO

 

Al Presidente della Commissione 7°

Istruzione Pubblica, Beni Culturali del Senato della Repubblica

Sen. Mario PITTONI

 

Al Presidente della Commissione VII

Cultura della Camera dei Deputati

On. Luigi GALLO

 

Sig. Presidente del Consiglio, Sig.ri Vice Presidenti del Consiglio e Sig. Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca,

il tema della scuola deve trovare una primaria attenzione nell’azione di governo, per l’importanza strategica che la formazione ha nell’ambito di un sistema Paese evoluto e moderno.

 

Siamo convinti che vi sia il bisogno urgente di interventi strutturali su una pluralità di aspetti istituzionali, organizzativi e ordinamentali.

 

È proprio sulla base di questa convinzione che abbiamo predisposto un manifesto di analisi e proposte al quale abbiamo dato il titolo di “Come far funzionare (bene) le scuole: aperte tutto l’anno e tutto il giorno”.

 

Nell’inviare il documento dichiariamo la disponibilità per confronti e approfondimenti e cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti e l’augurio di buon lavoro.

 

Lì, 20.05.2019

IL PRESIDENTE

Giorgio Germani

 

P.S.: stante il rilievo di carattere generale, il documento viene inviato anche ai Presidenti delle Assemblee Parlamentari e delle Commissioni competenti in materia.


 

 

COME FAR FUNZIONARE (BENE) LE SCUOLE:

APERTE TUTTO L’ANNO E TUTTO IL GIORNO

 

MANIFESTO

DI ANALISI, PROPOSTE E CONCLUSIONI

 

 

Lì, 20.05.2019

 

L’ANALISI (anche premessa)

Così come sono le scuole non rendono come dovrebbero ed i risultati che raggiungono - rispetto ai loro fini istituzionali di educazione (i comportamenti) e di istruzione (gli apprendimenti) - sono insoddisfacenti.

Così come sono le scuole non rappresentano un asset che può aiutare, come sarebbe necessario, il sistema Paese. Se buona educazione e buona istruzione sono essenziali per lo sviluppo e la promozione civile, economica e sociale di un Paese moderno ed evoluto, in Italia siamo lontani (troppo lontani) da questa condizione.

 

Star fermi, come sta avvenendo, e aver fatto interventi (anche recenti) che non hanno cambiato “lo stato dell’arte” non potrà che far peggiorare la situazione, determinando inevitabili effetti regressivi in un contesto europeo e mondiale in continuo cambiamento.

 

Nelle attuali condizioni di disciplina normativa (leggi, regolamenti e contratti di lavoro) c’è un dispendio colpevole di strutture, attrezzature e personale; risorse solo parzialmente utilizzate in ragione di un calendario scolastico e funzioni che lasciano vuoti troppi spazi temporali.

Gli edifici, i beni mobili, i servizi ed il personale docente (in parte anche il personale ATA) costano anche nei periodi (e sono tanti) di sospensione delle attività didattiche: le vacanze estive, quelle natalizie e pasquali che sommate giungono quasi a tre mesi.

In verità anche durante lo svolgimento ordinario delle attività didattiche non sempre l’orario giornaliero di utilizzo delle risorse disponibili può dirsi ottimale.

Si rileva, inoltre, il permanere di un sistema di “governance politica” e “governance gestionale” inadeguato e incoerente rispetto allo status di ente pubblico autonomo, con personalità giuridica, che le scuole possiedono da circa vent’anni (dal 1° settembre 2000).

Nonostante la descritta situazione – certo non ottimale – non mancano punte di eccellenza e in generale l’attività del personale scolastico può definirsi professionale e generosa. Progressivamente più impegnativo per quantità e qualità è il lavoro richiesto agli uffici di segreteria e segnatamente ai Direttori SGA e agli Assistenti Amministrativi. Occorre nei confronti del citato personale una scelta decisiva che ne riconosca il ruolo e ne valorizzi le funzioni.

 

Da protagonisti responsabili che lavorano nelle scuole e da dirigenti sindacali che svolgono con impegno il loro ruolo di rappresentanza, avvertiamo il dovere di un nostro specifico contributo di proposte per far sì che le scuole - aperte tutto l’anno e tutto il giorno - diventino luogo e centro di vita educativa e sociale per i bambini, i ragazzi e i giovani in età scolare, gli adulti che lavorano e quelli che il lavoro non ce l’ hanno e quanti hanno raggiunto la pensione.

 

LE PROPOSTE

Fatta l’essenziale e realistica premessa che precede e tenuto conto (per cambiarlo) dell’attuale assetto istituzionale, ordinamentale e organizzativo delle scuole, nonché del rapporto di lavoro di dirigenti, direttori, docenti a personale ATA, queste le nostre proposte:

 

1.     le scuole come luoghi e centri di vita educativa e sociale per il territorio di riferimento sono aperte tutto l’anno e tutto il giorno.

Nell’arco temporale che va da settembre a giugno (10 mesi) l’orario di servizio giornaliero delle scuole, dal lunedì al venerdì, è di almeno 9 ore (ad es. dalle 8,30 alle 17,30), con eccezione durante i periodi delle vacanze natalizie e pasquali nei quali si osserva solo l’orario antimeridiano di almeno 5 ore (es. dalle ore 8,30 alle 13,30).

Nei mesi di luglio e agosto (due mesi) e sempre dal lunedì al venerdì si osserva solo l’orario antimeridiano giornaliero di almeno 5 ore (es. dalle ore 8,30 alle ore 13,30).

Nel mese di agosto le scuole sono chiuse per 15 giorni a cavallo della festività di ferragosto.

Le ordinarie attività didattiche - curricolari ed extracurricolari, come previste nel PTOF - si svolgono tra settembre e giugno.

Nei mesi estivi di luglio e agosto si svolgono le attività di recupero dei debiti formativi, quelle di promozione delle eccellenze e quelle che possono sviluppare le interrelazioni tra scuola e mondo del lavoro, nonché le attività sociali, culturali, ricreative e sportive rivolte agli alunni ed alla popolazione adulta.

Subordinatamente agli spazi temporali e logistici non occupati dalle attività didattiche, il coinvolgimento degli adulti può avvenire anche nel periodo da settembre a giugno, pure utilizzando la giornata del sabato se necessario.

Le attività rivolte agli adulti debbono essere assistite da specifici finanziamenti pubblici e/o privati e da contribuzione degli interessati.

 

2.     l’orario di lavoro dei docenti è di 25 ore settimanali (in media) per undici mesi. L’orario è comprensivo di tutte le attività connesse alla funzione docente, anche quelle eventualmente rivolte agli adulti. La retribuzione viene conseguentemente aggiornata: più lavoro e più stipendio.

 

3.     la governance politica delle scuole viene assegnata ad un organismo collegiale composto da 8 unità (contro le attuali 14 o 19), con adeguata rappresentanza di soggetti esterni alle componenti scolastiche.

Una unità viene nominata dal Prefetto, una dal Presidente della Regione, una dal Presidente della Provincia o dal Sindaco del Comune ove ha sede la scuola ed una dal Presidente della Camera di commercio, tra cittadini del territorio di comprovata esperienza e professionalità.

Alle quattro unità indicate si aggiungono il Dirigente scolastico, il Direttore SGA e un docente, scelto tra i “professional” che compongono il middle management di cui al punto successivo.

La composizione si completa con un rappresentante dei genitori scelto dal board di cui al punto successivo. In prima applicazione il genitore coincide con il Presidente in carica dell’attuale Consiglio di Istituto.

L’organo collegiale di governo, che potrebbe assumere la denominazione di Consiglio dell’Istituzione scolastica, elegge il Presidente al suo interno tra i componenti che non appartengono alla scuola. Le funzioni di segretario verbalizzante sono svolte dal Direttore SGA (i verbali sono atti pubblici di rilevante valore giuridico, la cui stesura richiede elevata perizia tecnico-giuridica).

Il Consiglio ha il compito di approvare gli atti fondamentali di programmazione, gestione e rendicontazione, nonché quelli normativi (Statuto, regolamenti etc… etc...). Appartiene al Consiglio il compito di definire anche l’atto di indirizzo per l’elaborazione del PTOF e quello afferente la contrattazione integrativa di istituto.

I lavori del Consiglio sono preparati dal board di cui al punto successivo, così come l’elaborazione del PTOF, la proposta del programma annuale le eventuali variazioni ed il conto consuntivo. L’esecuzione delle decisioni del Consiglio è di competenza del Dirigente scolastico coadiuvato dal DSGA.

Le forme di partecipazione dei genitori - e degli alunni nelle scuole del 2 ciclo - sono stabilite nel regolamento di istituto approvato dal Consiglio.

 

4.     la governance gestionale delle scuole viene svolta da un board (Comitato o Consiglio di Amministrazione) diretto dal Dirigente scolastico, legale rappresentante dell’Istituto, con accanto un Middle management (amministrativo e professionale: un quadro direttivo e professional) costituito dal Direttore SGA e da tre docenti per ogni scuola scelti con procedura selettiva dal Consiglio dell’Istituzione. I docenti che acquisiscono il ruolo di professional lo mantengono per tutta la carriera, salvo rinuncia e restituzione alla funziona docente, anche se trasferiti in altra scuola, con posti disponibili per l’inserimento nel board.

I professional non svolgono più attività di insegnamento, salvo casi eccezionali e temporanei, ed il loro orario di lavoro è uguale a quello del Direttore SGA.

Uno dei professional, scelto dal dirigente sentito il board, assume le funzioni di collaboratore vicario del Dirigente e lo sostituisce nei casi di assenza e/o impedimento, assumendo temporaneamente la qualifica dirigenziale con tutte le funzioni e conseguenti responsabilità.

Al Direttore SGA il Dirigente può delegare parte delle sue funzioni amministrative e contabili, ferma restando la doppia firma sugli atti contabili che ordinano le riscossioni e i pagamenti.

La gestione del personale ATA, ivi compresi i poteri disciplinari, è di competenza del DSGA sulla base di indirizzi dirigenziali.

Al professional collaboratore vicario e agli altri due professional, il Dirigente può delegare parte delle sue funzioni organizzative, di relazioni con l’esterno e di gestione del personale docente.

Il board si riunisce con cadenza settimanale per programmare, organizzare e monitorare l’attività gestionale e svolgere funzioni di supporto al Consiglio dell’Istituzione. Le riunioni del board sono convocate e presiedute dal Dirigente, mentre il DSGA svolge le funzioni di Segretario verbalizzante.

Il rapporto di lavoro del middle management, che costituisce l’esclusivo bacino di reclutamento dei Dirigenti scolastici, viene disciplinato nell’ambito dell’area di istruzione e ricerca in apposita sezione. La struttura retributiva del middle management è identica a quella del Dirigente scolastico e si rapporto alla stessa in misura non inferiore all’80%.

L’azione disciplinare nei confronti del middle management può essere esercitata solo dall’Ufficio per i Procedimenti disciplinari (UPD).

 

5.     le attività amministrative e quelle tecniche, sul piano operativo, sono svolte da categorie di funzionari e/o impiegati di spiccata professionalità, coerenti con le funzioni attribuite in via esclusiva all’Ente scuola e adeguate alla conduzione dei laboratori destinati alla didattica.

I tecnici sono presenti sia nel primo che nel secondo ciclo.

Sia gli Amministrativi che i tecnici sono reclutati attraverso concorsi per titoli ed esami, superando l’attuale situazione di graduatorie permanenti solo per titoli.

In ogni scuola va istituita la figura del Coordinatore Amministrativo, già prevista e mai introdotta, che svolge le funzioni di Vice Direttore SGA e lo sostituisce nei casi di assenza e/o impedimento, assumendone funzioni e responsabilità. In assenza del Coordinatore Amministrativo, l’incarico di sostituzione del Direttore SGA viene assegnato dallo stesso Direttore, sentito il board.

 

6.     le scuole autonome sono titolari di potere normativo di carattere statutario e regolamentare ed hanno la facoltà di assumere a tempo determinato, anche part-time, esperti di comprovata esperienza e professionalità, per la realizzazione di progetti particolarmente complessi e innovativi.

Nei casi in cui l’Avvocatura Distrettuale dello Stato non sia disponibile ad assumere l’assistenza legale delle scuole nei procedimenti dinanzi al giudice ordinario o amministrativo, o a fornire pareri su questioni particolarmente complesse, le stesse possono avvalersi di Avvocati del libero foro, con priorità per gli iscritti all’ordine forense già dipendenti della scuola e/o di altre scuole.

 

7.     l’assetto organizzativo ed istituzionale deve riconoscere identico status e pari governance a tutte le istituzioni scolastiche autonome, superando l’assurda e dannosa distinzione tra quelle normo dimensionate e quelle sottodimensionate. È auspicabile che si arrivi ad un’intesa Stato/Regioni che collochi il numero complessivo delle scuole autonome, a livello nazionale, a 8.000 istituzioni scolastiche con un rapporto medio tra scuole e alunni di novecento/mille unità

Nel primo ciclo debbono esistere solo gli istituti comprensivi, mentre nel secondo ciclo va data priorità ad istituti autonomi dello stesso settore (solo Licei o solo Istituti Tecnici o solo Istituti Professionali). Solo in via subordinata gli istituti possono essere costituiti da più settori, stante la loro intrinseca complessità e la presenza al loro interno di più indirizzi.

 

8.     sul piano contabile e finanziario le scuole svolgono la loro attività nei limiti di legge e senza ulteriori vincoli regolamentari, come purtroppo avvenuto con il recente D.I. 129/2018. Se il prescritto regolamento può muoversi anche in deroga (parziale) alle norme generali sulla contabilità pubblica, questa facoltà deve essere esercitata per allargare/aumentare le possibilità e le flessibilità e non per diminuirle.

La soggezione al sistema di tesoreria unica va limitata ai soli finanziamenti pubblici, escludendo le risorse finanziarie che le scuole hanno la capacità di reperire in proprio.

Per gli alunni che hanno superato l’obbligo scolastico e per gli adulti che partecipano ad attività e progetti, le scuole possono stabilire, con provvedimento del Consiglio dell’Istituzione, un contributo obbligatorio di iscrizione e frequenza, riconoscendo esoneri per le situazioni di particolare disagio.

La disciplina del controllo di regolarità amministrativa e contabile deve essere riformata, assegnandone il compito (ex post) ad un corpo ispettivo interistituzionale.

  

CONCLUSIONI

Le proposte contenute nel presente manifesto (senza pretesa di completezza ed esaustività) sono profondamente innovative e puntano a definire un ruolo delle scuole più ampio ed impegnativo, con conseguente rivisitazione della governance politica e gestionale, nonché delle carriere e dei rapporti di lavoro di tutto il personale scolastico.

Per essere realizzate necessitano di un intervento legislativo sostenuto da una forte volontà politica ed adeguate risorse finanziarie, ovviamente con gradualità temporale.

 

IL PRESIDENTE

Giorgio Germani

 

 

 


» Documenti allegati:
   Documento allegato ... QUI la lettera di trasmissione
   Documento allegato ... QUI il manifesto


 
Categoria: Uffici ANQUAP Data di creazione: 24/05/2019
Sottocategoria: Personale Ultima modifica: 24/05/2019 09:51:15
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