LIBERE RIFLESSIONI DI UN EX "COLLABORAZIONISTA" DELL'INPS SU NUOVA PASSWEB

Ci risiamo. Ad intervalli regolari, quasi come bombe ad orologeria, esplodono immancabili le polemiche su Nuova Passweb alimentate dai sindacati e da associazioni varie ed anche sui social con minacce di boicottaggio e rifiuto ad adempiere.

Difficile riscontrare tanto accanimento su una incombenza ora attribuita ufficialmente anche dal MIUR alle segreterie scolastiche. È come se “il problema” delle scuole sia Nuova Passweb. Sappiamo bene tutti che il problema per chi lavora nelle segreterie scolastiche è un organico neanche ridotto all’osso. peggio, il problema è una professionalità che manca, il problema è che si è costretti ad adempiere a delle incombenze, tante, che con la scuola “c’azzeccano” non molto ma che ci ricadono in quanto P.A.

Operando nelle Marche, Regione pilota nell’operatività su Nuova Passweb, ho avuto modo di avvicinarmi in modo del tutto volontario a questa piattaforma un po’ per curiosità e un po’ per dovere professionale assumendo in seno all’ANQUAP il ruolo di responsabile del settore previdenza. Ho fatto parte del gruppo di lavoro che ha approcciato per primo su questa piattaforma con il compito poi di istruire i colleghi delle altre scuole.  Da qui l’appellativo di “collaborazionista”. Gruppo poi dal quale sono uscito per motivi personali.

Devo sottolineare che le polemiche sono iniziate da subito cioè appena veniva spiegato ai colleghi di cosa si trattava. 

Perché dobbiamo operare su una piattaforma che non è la nostra, perché non ci lavora l’INPS, perché dobbiamo certificare dati non inseriti da noi e di cui non abbiamo certezza? Queste le rimostranze.

Sappiamo bene che le pratiche pensionistiche sono sicuramente a carico delle scuole perché di norma gestiscono la carriera del personale sin dal 2000. Pratiche che fino a poco tempo fa erano in modalità cartacea con la produzione da parte delle scuole di certificati e di una miriade di modelli vari. Ora ovviamente la modalità cartacea sta sparendo ed in mancanza di soluzione appropriata del MIUR l’evoluzione digitale si chiama Nuova Passweb, soluzione adottata dall’INPS ente deputato a certificare il diritto e la misura del trattamento pensionistico. Non si tratta quindi di “una nuova incombenza” che grava sulle segreterie scolastiche bensì di un modo nuovo di operare in linea con la digitalizzazione delle procedure. Ci si può rifiutare?

Lavorare su una piattaforma dell’INPS? Ma ricordiamoci che ci lavoriamo (chi non ha software ad hoc) per produrre le DMA, per richiedere il DURC, che “lavoriamo” sul sito dell’ANAC per richiedere il CIG, che lavoriamo sul sito dell’INAIL per l’autoliquidazione contributiva, che lavoriamo …. Ci si può rifiutare?

Però il problema principale è perché ci deve lavorare la scuola e non l’INPS. Sappiamo, o perlomeno dovremmo sapere, che il conto previdenziale del dipendente è alimentato dalle denunce del datore di lavoro sia privato che pubblico. È ovvio che l’INPS non è a conoscenza della carriera lavorativa dei dipendenti, cosa che ovviamente non è per il datore di lavoro. Certo i più addentro alla questione possono sicuramente fare delle rimostranze sul fatto che l’ex INPDAP non abbia, a suo tempo,  implementato come era logico che facesse una banca dati informatica dei dipendenti statali (cosa che l’INPS ha fatto per i privati), che l’INPS, subentrando in questo compito all’INPDAP, seppur supportata da una base informatica di non poco conto, non sia riuscita a “travasare” correttamente i dati negli estratti conto dei dipendenti pubblici creando non pochi problemi. Ma tant’é.

Difficile non pensare che sia proprio la scuola a dover verificare l’esattezza dei dati di carriera giuridica presenti negli estratti contributivi. Ci si può rifiutare?

Ma perché no!  mi si può rispondere.  Magari si può pensare, ad esempio, in maniera molto semplice di inviare un certificato di servizio all’INPS e lasciare che siano i loro impiegati a lavorarci. Perfetto ma non ci sottrarremmo a responsabilità siglando il certificato e non ci sottrarremmo a delle operatività in quanto per redigere il certificato da qualche parte dovremmo comunque aver inserito dei dati e quindi tanto vale semplicemente verificare quelli presenti nell’estratto conto ed intervenire solo se necessario.

Certificare un servizio significa anche certificare l’imponibile previdenziale ad esso collegato. Ma di certificare i dati previdenziali non se ne parla proprio!  Si obietta. Certo non è possibile verificare gli imponibili previdenziali di tutti i mesi perché ovviamente non si è a conoscenza di quanto percepito dal dipendente. Ma credo che a nessuno venga chiesto questo. I dati di per sé sono certificati dal MEF. Addirittura dal 2005 con le DMA e precedentemente comunque da flussi informatici. In fase di formazione ci è stato detto di verificare solo eventuali “grosse anomalie” perché per il resto è inutile in quanto la certificazione c’è ed è opera di chi liquida gli emolumenti.

Mi sia concesso di pensare che queste lamentele siano anche il frutto di ignoranza, nel senso letterale del termine, delle norme previdenziali con conseguente paura di sbagliare.

E allora come se ne esce da tutto questo?

Si può dire che una soluzione valida in linea generale, per un po’ tutte le incombenze, sia quella che l’ANQUAP ha più volte sostenuto per bocca del suo Vice Presidente Santini: la interoperabilità tra sistemi. Le scuole inseriscono i dati che servono alle altre amministrazioni in un portale del MIUR una ed una sola volta. Le altre amministrazioni attingono i dati da ciò senza più “scocciare” le povere scuole.

La soluzione di trasferire i dati di servizio dal portale SIDI a Nuova Passweb è una soluzione tampone e non perfettamente corretta.  E poi per Nuova Passweb ormai i giochi sono fatti nel senso che c’è e sicuramente l’INPS non tornerà indietro e di conseguenza, può sembrare amaro constatarlo, non rimangono molte soluzioni …

Vorrei ricordare pure che da qualche anno era stata posta in carico alle istituzioni scolastiche l’incombenza di verificare il diritto a pensione (ruolo dal 2000) e che ora questa incombenza è a carico dell’INPS. Quella sì che era una incombenza seria. Vorrei anche far notare che in Nuova Passweb c’è la possibilità di verificare con un click l’anzianità contributiva utile al diritto alla pensione.

La riflessione finale è comunque amara. Si protesta, ci si arrabbia, ci si sente inascoltati nel grido di dolore ma con ciò si perde di vista (secondo me) un elemento fondamentale cioè a chi è rivolto il servizio a cui siamo bene o male preposti.  È rivolto a delle persone a dei lavoratori come noi che hanno il sacrosanto diritto di avere la pensione il 1^ settembre e averla nella misura più corretta possibile. E credetemi Nuova Passweb assolve decisamente bene a questo compito. E poi scusatemi ma chi protesta a sua volta andrà in pensione. E allora si rifiuteranno?

Lì, 04.03.2019                                                                                                

Stefano Giorgini

Dirigente Nazionale Anquap

P.S.: ho ricevuto e autorizzato la pubblicazione sul sito del presente documento di Stefano, condividendone impostazione e merito.

Il Presidente

Giorgio Germani


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Categoria: Uffici ANQUAP Data di creazione: 04/03/2019
Sottocategoria: Previdenza Ultima modifica: 04/03/2019
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