Dell’arrivo in Parlamento del Disegno di Legge di iniziativa del Governo recante “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per riordino delle disposizioni legislative vigenti” abbiamo parlato con l’editoriale apparso sul numero di aprile del corrente anno.
Vogliamo ora dar conto che - dopo la prima lettura della Camera e l’approvazione del maxiemendamento da parte del Senato nella seduta del 25 giugno 2015 - la riforma della scuola è ad un passo dal diventare legge.
È quasi certo, infatti, che la Camera approverà senza modifica alcuna il testo licenziato dal Senato e contenuto nel citato maxiemendamento, che si compone di un solo articolo, ben 209 commi ed una tabella.
Il maxiemendamento riguarda: l’autonomia scolastica e la valorizzazione dell’offerta formativa, l’organico, le assunzioni e le assegnazioni dei docenti, le istituzioni scolastiche autonome, le agevolazioni fiscali, l’edilizia scolastica, il riordino adeguamento e semplificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione ed altro ancora.
Questa la nostra valutazione in termini positivi, che conferma quanto già sostenuto ad aprile:
- bene la rinnovata attenzione verso l’autonomia delle scuole ed il suo rafforzamento, la nuova disciplina delle funzioni dirigenziali (e relative responsabilità), la programmazione triennale dell’offerta formativa con relativo organico dell’autonomia;
- bene l’incremento del fondo per il funzionamento, con una dotazione aggiuntiva di 126 mln di euro;
- bene il nuovo percorso formativo degli studenti, le nuove regole sul rapporto tra scuola, lavoro e territorio (alternanza scuola/lavoro);
- bene l’innovazione digitale con il relativo piano nazionale e le necessarie iniziative di formazione;
- bene le nuove regole sul periodo di formazione e prova del personale docente;
- bene la carta elettronica per i docenti.
Queste le osservazioni critiche che confermano (ed ampliano) quanto già sostenuto ad aprile:
- l’organico dell’autonomia non riguarda il personale ATA, mantiene l’attuale disciplina dei servizi esternalizzati, nonché i CO.CO.CO. nelle segreterie scolastiche. Restano, purtroppo, le disposizioni contenute nella legge di stabilità 2015 con riduzione di organico del personale ATA (meno 2.020 unità) ed una assurda disciplina delle supplenze dello stesso personale; supplenze che dal 1° settembre 2015 diventeranno impossibili (o quasi) con gravi ripercussioni sul funzionamento delle scuole ed in particolare dei servizi amministrativi e tecnici;
- il piano straordinario di assunzioni esclude il personale ATA per il quale non si prevede nessuna nuova, più moderna e selettiva forma di reclutamento. Si prevedono, giustamente, i concorsi per Dirigenti e Docenti ma “resta al palo” il concorso per Direttori SGA. Quello a 450 posti autorizzato con DPCM dell’aprile 2011 non è mai stato bandito, mentre i posti vacanti aumentano e le forme di copertura restano inadeguate e sottopagate;
- la carta elettronica e la valutazione escludono il personale ATA;
- la totale assenza di qualsiasi riferimento alla riforma degli organi collegiali che restano, purtroppo, quelli ormai “obsoleti” del DPR 416/74.
Ci sono soldi, e va bene, per i Dirigenti Scolastici e per i Docenti ma nulla è previsto per il personale ATA che viene posto in una oggettiva – ed incomprensibile - condizione di “cenerentola”. La riforma della scuola porterà inevitabilmente più lavoro e conseguenti responsabilità per i servizi amministrativi ma nessuna forma di riconoscimento giuridico ed economico viene rivolta al personale ATA.
Continuano a mancare novità sul piano degli ordinamenti, con riferimento all’attuale sistema dei cicli e al termine di conclusione del percorso di istruzione, che in molti paesi europei è fissato al diciottesimo anno di età.
Restano inalterati gli assetti istituzionali nel rapporto Stato/Enti Territoriali/Scuole autonome e non si affronta il tema delicato della programmazione della rete scolastica e dei punti di erogazione. Non è modificata l’attuale disciplina delle scuole sottodimensionate (dove opereranno un Dirigente e un Direttore a tempo parziale e in reggenza). Non si riducono i punti di erogazione del servizio (oltre 41.000 sedi scolastiche sono troppe e troppo frammentate).
È nostro auspicio che gli aspetti positivi della legge si realizzino compiutamente e in tempi brevi, mentre per gli aspetti che restano critici, assenti e/o deludenti auspichiamo interventi già a partire dalla legge di stabilità 2016.
Lì, 26 giugno 2015
IL DIRETTORE
Giorgio Germani