5° CONGRESSO NAZIONALE (2/5 GIUGNO 2016)
Documento programmatico essenziale per la candidatura alla carica di Presidente di Giorgio Germani
TITOLO DEL DOCUMENTO
" La ricchezza dell'esperienza e l'esigenza dell'innovazione "
STRUTTURA DEL DOCUMENTO
- PREMESSA
- CONTESTO ISTITUZIONALE E SOCIO-POLITICO
- L'ESIGENZA DI UNA NUOVA FORMA DI RAPPRESENTANZA SOCIALE
- L'ORGANIZZAZIONE E LE ATTIVITÀ ASSOCIATIVE
- I RAPPORTI FEDERALI E CONFEDERALI
- CONCLUSIONI
1. PREMESSA
Il trascorrere incessante del tempo ci conduce ad un nuovo appuntamento congressuale - il quinto della nostra esperienza associativa - che rappresenta il raggiungimento di un traguardo e l’appuntamento per la definizione di una nuova ripartenza.
Dopo l'atto di formale convocazione e prima dell'inizio delle Assemblee Regionali o Provinciali l'ordinamento interno (Statuto e Regolamento) prescrive l'obbligo di presentazione delle candidature alla carica di Presidente con apposito documento programmatico.
In ossequio a questa consolidata prescrizione presento la mia candidatura, accompagnata dal presente documento, per la quinta volta consecutiva ponendomi nei confronti dell'Associazione e degli associati in spirito di rinnovato servizio. Lo faccio nella consapevolezza di poter ancora fornire un contributo utile e nella ragionevole speranza di ricevere i necessari consensi per continuare nell'esercizio dell'incarico presidenziale.
Coniugare la ricchezza della straordinaria esperienza vissuta ai vertici dell'Associazione sin dalla sua nascita (06/07/2001) con l'esigenza di un continuo rinnovamento e di inevitabili innovazioni costituisce una sfida ad un tempo difficile ed esaltante.
Sento di poter raccogliere questa sfida - confortato da risultati di presenza, impegno ed attività non disprezzabili - anche per i prossimi quattro anni del nuovo mandato, se questa sarà la volontà degli associati nel libero determinarsi di una dinamica di relazioni sempre caratterizzata da partecipazione, libertà di espressione, collegialità e nel pieno rispetto delle regole interne.
Gli anni che ci separano dal Congresso di Salerno del maggio 2012 sono stati contrassegnati da enormi difficoltà a diversi livelli e su vari fronti (internazionali, europei, nazionali e territoriali). Sono stati anni difficili e impegnativi per il sistema delle amministrazioni pubbliche e per quanti all’interno delle stesse vi prestano, a vario titolo, la loro opera. Anni caratterizzati da scontri di civiltà, un imponente processo migratorio, riforme a getto continuo - non sempre lineari e coerenti - da un clima non positivo nei riguardi dei pubblici uffici che ha portato, insieme alle difficoltà economiche e finanziarie, al perdurare di un blocco della contrattazione collettiva nazionale iniziato nel 2010. Su questo blocco nel 2015 si è pronunciata la Corte Costituzionale, censurando le decisioni governative e parlamentari e imponendo la ripresa delle trattative; ripresa resa difficoltosa dal mancato accordo quadro su un numero limitato (quattro) di comparti e relative aree dirigenziali e da una posta nel bilancio dello Stato prevista nella legge di stabilità 2016 assolutamente inadeguata (appena 300 mln di euro per circa 2 mln di dipendenti i cui costi sono a carico del bilancio statale) per non dire “offensiva”. Questa “furbizia” di elusione sostanziale delle sentenze del Giudice delle leggi – registrata anche in tema di perequazione pensionistica – è oggettivamente preoccupante e rischia di alterare l’equilibrio tra i poteri, che è valore essenziale di uno stato di diritto che si professa democratico.
Negli stessi anni abbiamo cercato di far fronte alle esigenze di una moderna ed intelligente rappresentanza sociale e professionale con tante iniziative ed eventi, innumerevoli contatti e relazioni, molteplici documenti di critica e proposte costruttive. Abbiamo cercato di migliorare (verso i soci e non solo) l’offerta di servizi e strumenti sul versante dell’assistenza, della consulenza, dei quesiti online e dei contributi professionali.
Abbiamo, volutamente, evitato di innalzare il vessillo della protesta strumentale e della lamentazione fine a stessa anche quando le “avversità” di contesto e improvvide decisioni politiche potevano farci andare in queste direzioni.
Abbiamo mantenuto ferma la “barra” di una posizione sempre equilibrata e rispettosa nei confronti dei soggetti istituzionali politici e sociali che rappresentano i nostri naturali interlocutori. Queste azioni e relative condotte sono state premiate dal mantenimento, anzi da un lieve incremento della base associativa.
Quanto fatto (non tutto e non tutto bene) è stato possibile grazie agli apporti di buona parte della dirigenza nazionale e territoriale (anche di colleghi in quiescenza) che si è “spesa” per offrire contributi qualificati di esperienza e professionalità sui tanti fronti che vedono impegnate le categorie che ci onoriamo di rappresentare. Indispensabile è stato l’ausilio, sempre più professionale efficiente ed efficace, fornito dai dipendenti dell’Associazione che sono stati dotati di sedi, strumenti e attrezzature adeguati alla bisogna.
Rilevanti sono i margini di miglioramento che si possono conseguire con l’impegno convinto costante e determinato di quanti si riconoscono nell’Associazione ed in particolare di chi vorrà mantenere o acquisire posizioni di responsabilità ai vari livelli e nei diversi ambiti.
Significativa è stata, nella seconda parte del mandato quadriennale, l’attenzione che ci hanno prestato i colleghi in quiescenza e la ripresa di partecipazione ed iniziative da parte della Consulta degli Assistenti Amministrativi.
2. CONTESTO ISTITUZIONALE E SOCIO-POLITICO
Il contesto istituzionale e socio-politico brevemente tratteggiato anche in premessa è talmente variegato, complesso, pieno di correlazioni ed implicazioni da imporre una visione sistemica a largo spettro, che solo parzialmente può essere analizzata nell'ambito di questo tipo di documento pena il rischio di un suo snaturamento.
Gli scontri culturali e di civiltà (spesso caratterizzati da inaudite violenze che colpiscono vittime innocenti) e l'imponente processo di migrazione in atto si ripercuotono in tutto il mondo e non possono lasciarci indifferenti. Richiedono chiavi di lettura ed interventi di cui solo parzialmente abbiamo contezza. Bisognerebbe partire da una vera conoscenza delle cause e dei fenomeni per poterli governare e gestire e per saperli spiegare a ragazzi ed adulti, utilizzando correttamente gli strumenti della cultura, della formazione e dell'educazione. Solo creando le condizioni dell'inclusione nel rispetto delle reciproche differenze, senza perdere le radici di identità storiche e secolari che sarebbe delittuoso smarrire, si può immaginare un futuro migliore di civile convivenza nel tempo del villaggio globale.
Se quanto precede è vero alla scuola spetta una funzione indispensabile di centralità che l'Italia sembra aver almeno parzialmente compreso con le recenti misure sulla cosiddetta "buona scuola"; misure che debbono essere correttamente attuate ed opportunamente implementate, recuperando dimenticanze e distrazioni rilevanti di carattere istituzionale, ordinamentale e amministrativo.
Il sistema Paese sta cercando faticosamente di uscire da un lungo periodo di crisi, stagnazione e recessione che ha prodotto impoverimenti materiali e immateriali verso i giovani e chi a perso il lavoro, un rigore eccessivo sul versante previdenziale che altera il normale ciclo della vita, nonché una divaricazione sempre più accentuata tra nord e sud e con i Paesi più evoluti dell'Unione Europea e del mondo avanzato.
Si è, finalmente, compreso che sono indispensabili le riforme strutturali e si sta operando per realizzarle sul piano istituzionale e politico (la revisione della Costituzione ed una nuova legge elettorale), economico e sociale (nuova disciplina del mercato del lavoro e del welfare, ammodernamento delle amministrazioni pubbliche, misure tendenti a ridurre il carico fiscale, nuova attenzione per l'istruzione e la cultura). Di riforme altrettanto strutturali avrebbe bisogno anche l’Unione Europea, per uscire da una crisi profonda di identità e azione che rischia di relegarla in una posizione marginale nel contesto internazionale. Occorre recuperare lo spirito dei padri fondatori dell’Europa e rilanciare una iniziativa che ne rafforzi l’identità e la capacità di innovazione.
Queste riforme (quelle nazionali ed europee) debbono essere realizzate quanto prima, nel miglior modo possibile e con il più ampio coinvolgimento dei soggetti politici e sociali.
Nel nostro piccolo dobbiamo avere la capacità di fornire contributi critici e costruttivi attenti all'interesse generale, senza dimenticare le ragioni di chi abbiamo l'ambizione di rappresentare.
3. L'ESIGENZA DI UNA NUOVA FORMA DI RAPPRESENTANZA SOCIALE
Il mondo che cambia velocemente intorno a noi, per un insieme complesso e variegato di fattori, impone mutamenti radicali negli assetti istituzionali, nell'organizzazione e nell'esercizio delle funzioni pubbliche, nell'organizzazione e nello svolgimento delle attività produttive e professionali.
Le innovazioni tecnologiche modificano tempi e modalità delle prestazioni lavorative, rendendo non più adeguata la fisicità dei luoghi, delle presenze materiali e degli orari rigidi : si lavora a distanza e ovunque, da remoto e quando ve ne è effettivo bisogno.
Questi cambiamenti travolgono assetti e strumenti consolidati nel tempo e richiedono inevitabilmente anche profonde trasformazioni della rappresentanza sociale in ogni settore e per tutti i soggetti che ambiscono a svolgere questo ruolo, siano essi datoriali o professionali, di categoria o generalisti.
Non è un caso che le tradizionali organizzazioni di rappresentanza sociale continuino ad avere “appeal” nei confronti di chi ha cessato l'attività lavorativa e crescenti difficoltà nei riguardi di quanti il lavoro lo praticano e/o lo cercano.
Riescono a tenere dignitosamente il campo solo quelle formazioni sociali che riescono ad intercettare i reali bisogni dei rappresentati, fornendo risposte soddisfacenti, e che sono capaci di anticiparne le evoluzioni nel tempo.
È su questo versante che abbiamo cercato di collocarci e nel quale dobbiamo proseguire, sapendo che si può essere ascoltati e rispettati solo se si ascolta e si rispetta e tenendo nella dovuta considerazione gli scenari di contesto e le compatibilità di sistema.
Bisogna trovare un nuovo modello di relazioni sindacali anche nel pubblico impiego puntando alla tutela dei diritti fondamentali, alla disciplina dei doveri essenziali ad innovativi sistemi di classificazione che tengano conto delle diverse professionalità e conseguenti responsabilità.
La quasi totalità dei contratti collettivi stipulati nel pubblico impiego tra il 2007 e il 2009 appartengono ad una stagione ormai superata e richiedono una profonda rivisitazione sia nella parte giuridica che in quella economica. In particolare questa esigenza si presenta nel settore dell’istruzione all’indomani della legge sulla Buona Scuola. Indispensabile è divenuto il tema inerente la selezione, la formazione, la carriera e le competenze del personale amministrativo, ed in particolare del Direttore SGA. Su questi aspetti è di grande interesse una recentissima ricerca commissionata dalla Fondazione Giovanni Agnelli, realizzata dal ricercatore in sociologia Massimo Cerulo e pubblicata da Rubbettino ebook, dal titolo “Gli equilibristi – la vita quotidiana del Dirigente Scolastico: uno studio etnografico”, nella quale si propone che al DSGA venga riconosciuto un ruolo dirigenziale, che di fatto svolge.
Occorre definire un trattamento economico effettivamente correlato alla quantità e qualità delle prestazioni rese, remunerando adeguatamente i risultati conseguiti e quelli ai quali si è contribuito. Vanno superati i meccanismi automatici di progressione delle carriere e delle relative retribuzioni. Si deve progredire per merito dimostrato sia in carriera che nella retribuzione.
La contrattazione collettiva nazionale deve restare un caposaldo delle regole generali, ma è indubbio che va riconosciuto uno spazio ampio alla contrattazione più prossima al luogo di lavoro.
Urge trovare una regolazione equilibrata tra disciplina legale e normazione contrattuale, evitando indebite invasioni di campo.
4. L'ORGANIZZAZIONE E LE ATTIVITÀ ASSOCIATIVE
L'organizzazione vigente, frutto di implementazioni progressive, mantiene la sua sostanziale validità in una sinergia feconda e complementare tra organi e strutture nazionali e territoriali.
Potranno esservi - e vi saranno - aggiustamenti anche statutari, ma l'impianto va sostanzialmente mantenuto con gli attuali organi centrali e periferici (Congresso, Consiglio Nazionale, Consiglio di Presidenza, Presidente, Tesoriere, Collegio dei Probiviri e dei Revisori, Dipartimenti, Consulte, Uffici, CRAL, Assemblee Provinciali e Regionali, Presidenti Provinciali e Regionali, Consigli Regionali).
La stessa organizzazione della struttura operativa fatta di personale, consulenze, sedi e attrezzature- accresciute e migliorate nel tempo - è confacente alla mole qualitativa e quantitativa richiesta dagli scopi, dai servizi e dalle attività. Anche su questo versante potranno esservi interventi migliorativi : ammodernamento funzionale delle sedi esistenti e/o nuove sedi, incremento dei rapporti di lavoro e delle consulenze (completamento del tempo pieno, progressioni di carriera, consulenze esterne e/o nuove assunzioni ), aggiornamento, sostituzione e/o ampliamento delle attrezzature.
Le attività sono da sempre il "fiore all'occhiello" della nostra esperienza associativa soprattutto sul versante della formazione e della consulenza professionale, che abbiamo incrementato grazie all'ausilio delle tecnologie informatiche, digitali e dei social.
Positivi rapporti di collaborazione, in primis con il Gruppo Spaggiari di Parma, ci hanno visto compartecipi di una importante esperienza editoriale (PAIS) e di significative ed apprezzate proposte di innovazione rivolte alle istituzioni scolastiche (segreteria digitale e non solo). Questo percorso va proseguito e migliorato sia in proprio che in partnership, utilizzando ancor di più le moderne tecnologie della comunicazione anche a distanza.
I rapporti di collaborazione hanno visto coinvolti positivamente anche altri soggetti aziendali, oltre il Gruppo Spaggiari, che meritano menzione come Ambiante Scuola, Broker & Scuola Team, Scuola Service Class, Happyland Viaggi e Casa della Divisa.
Dal 2013 stiamo realizzando, in accordo con una primaria Agenzia di relazioni istituzionali (Consenso), nuove attività e modalità di interlocuzione e comunicazione che ci hanno consentito importanti relazioni politiche ed una significativa visibilità sui tradizionali e nuovi mezzi di informazione. Anche questo percorso va proseguito e migliorato quale strumento idoneo a raggiungere positivi risultati rispetto a ciò che proponiamo ed ai soggetti che rappresentiamo.
Sul terreno dei servizi ai soci abbiamo fatto alcune buone cose su coperture assicurative, assistenza nei contenziosi (anche disciplinari), consulenza personalizzata e modalità dilettevoli dello stare insieme anche oltre il lavoro (vedi iniziative CRAL). In questo ambito, però, abbiamo il dovere di fare di più perché crescenti sono i bisogni. Sarà questo un terreno di grande attenzione che dovrà impegnare l'intera dirigenza associativa ad ogni livello di incarico e responsabilità.
5. I RAPPORTI FEDERALI E CONFEDERALI
Sin dalla nascita abbiamo aderito a FP CIDA - e per suo tramite alla CIDA - fornendo costantemente contributi quantitativi e qualitativi e ricevendo opportunità di confronto ampio utile ed interessante, con altri soggetti di rappresentanza sociale e con altre categorie del settore pubblico (nella Federazione) ed anche del settore privato (nella Confederazione).
Questa appartenenza, gli incarichi (anche prestigiosi) ricoperti e positivamente svolti, nonché le azioni di cui siamo stati capaci ci hanno consentito di:
- beneficiare di alcune importanti prerogative sindacali (distacchi, aspettative e permessi) ;
- fruire di sedi, strumenti e attrezzature;
- partecipare a qualificate interlocuzioni istituzionali, politiche e sociali in sede governativa (Palazzo Chigi), ministeriale (Palazzo Vidoni e non solo), parlamentare (Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama) e sindacale (presso l'Aran);
- sviluppare significative presenze ed attività in alcuni ambiti regionali (Sicilia, Campania e Toscana in particolare), anche attraverso la collocazione di nostri dirigenti in alcuni organismi territoriali di INPS ed INAIL.
Vi sono tutte le ragioni e le condizioni per continuare e sviluppare l'esperienza, cercando di cogliere tutte le opportunità che si presenteranno, in primis quella del rinnovo delle articolazioni regionali della Confederazione che avverrà nei prossimi mesi.
6. CONCLUSIONI
Nei contenuti dei singoli "paragrafi", redatti in forma volutamente essenziale e prevalentemente concettuale con una visione non provinciale e settoriale , gli elementi distintivi di una ennesima candidatura alla carica di Presidente della nostra Associazione.
Per aspetti più concreti e aderenti alla nostra realtà professionale e sindacale rimando al resoconto delle attività 2015 ed alla programmazione delle attività 2016, i cui documenti sono stati approvati dal Consiglio di Presidenza del 19/12/2015.
Sono certo che con la collaborazione e l'apporto di quanti condividono obiettivi, idee ed attività sarà possibile fare cose migliori di quelle pur significative già compiute in passato.
Li, 12.01.2016