L’alternanza è utile: ecco le aziende che dialogano con le scuole
di Maria Piera Ceci
Mondo della scuola e mondo del lavoro che fanno ancora fatica a parlarsi e a collaborare. Non mancano però gli esempi virtuosi. La 26esima edizione di Orientagiovani è stata infatti anche l’occasione per premiare aziende e associazioni industriali che si siano distinte in progetti di qualità nel campo della formazione.
I premi
Il Premio Baq - alternanza di qualità (sezione associazione industriale) - è andato all’Associazione Industriale Bresciana. «Abbiamo 46 aziende che quest’anno hanno ottenuto il bollino di qualità - spiega Laura Galliera, responsabile Education e Capitale Umano, dell’Associazione Industriale Bresciana -. Principalmente si tratta di aziende metalmeccaniche, ma che operano anche nel campo del tessile, della chimica, nel campo turistico alberghiero e della ristorazione. Non collaboriamo solo con gli istituti tecnici, ma anche con i licei e con gli istituti professionali, perché l’alternanza scuola-lavoro è una grandissima leva per le aziende e per le scuole. Chiediamo infatti che le ore di alternanza (ndr. ridotte durante il governo Conte 1) che erano previste con la precedente normativa, siamo ripristinate, questo taglio delle ore ha comportato grosse riduzioni nelle collaborazioni e nelle attività finalizzate all’inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro».
Il premio per l’alternanza di qualità, sezione aziende, è andato invece a COMAC, impresa bergamasca che opera nel settore degli impianti automatizzati di imbottigliamento e di infustamento. «I nostri impegni sono su tre fronti: il primo riguarda l'alternanza scuola-lavoro, altri progetti sono costruiti a monte anche con i presidi delle scuole, il terzo è relativo alle ore di docenza che COMAC fa agli insegnanti per consentire loro un aggiornamento sulle nuove tecnologie - ci racconta Giuliana Rossini, responsabile risorse umane COMAC, la quale ci spiega anche perché un’azienda decide di impegnarsi nell’education. A livello di responsabilità sociale è importante contribuire all'orientamento dei ragazzi di modo che vedano calate in un contesto concreto le nozioni che imparano a scuola. Inoltre abbiamo bisogno di tecnici, quindi iniziamo ad osservarli in erba nella speranza che un domani crescano come dei bravi tecnici e magari ci mandino il curriculum per lavorare da noi».
Il link con gli Its
Aziende dunque che si mettono a disposizione delle scuole per l’alternanza, quella che ora in realtà si chiama Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento. Aziende che si mettono a disposizione degli ITS, gli Istituti tecnici superiori. Ancora ad un’azienda lombarda è stato assegnato nel corso di Orientagiovani il premio BITS, andato ad Accorhotels Italia per la sua collaborazione con gli Its nel settore turistico, in particolare con l'Its IATH International Academy of Tourism and Hospitality, sul lago di Como. Ad Alessandro Arborio Mella, di Accorhotels, abbiamo chiesto perché gli Its (gli Istituti Tecnici Superiori) non decollano e come farli conoscere agli studenti e alle famiglie. «Il nome Its sicuramente non aiuta dal punto di vista del marketing nei confronti dei giovani nei momenti di orientamento a scuola - risponde -. Le scuole lavorano molto sull'orientamento verso il mondo dell'università e delle professioni, ma non viene mai presentata quest'altra opportunità che peraltro ha un placement che si avvicina in molti casi al 90 per cento nei sei mesi successivi al diploma Its. Quindi è un’opportunità che dovrebbe essere molto attrattiva. L'altro problema sta nel fatto che i finanziamenti destinati agli Its arrivano sempre sotto data rispetto all'avvio dei corsi, mentre per noi aziende sarebbe interessante fare una programmazione con i partner delle Fondazioni avendo una visione a due-tre-quattro anni, costruendo delle professionalità e dei progetti formativi a lungo periodo e non soltanto legati ai finanziamenti che arrivano in tempi così ristretti. Possiamo dunque dire concludere che c'è un problema di attrattività, di promozione degli stessi e probabilmente anche di nome».
Lasciamo la Lombardia e ci trasferiamo in Puglia. Premio BITS anche per Confindustria Bari-BAT, che collabora con i 5 Its pugliesi, ma che vorrebbe allargare la collaborazione anche agli altri gradi di scuola. «Vorremmo esportare il modello Its nelle scuole professionali e nelle università - spiega Cesare De Palma, Presidente Sezione meccanica dell'associazione -. Vorremmo far entrare molto di più le aziende nel mondo della formazione perché si crei un'osmosi di competenze. Non vogliamo moltiplicare gli Its, altrimenti rischiano di inflazionarsi. Invece devono diventare scuole di altissima specializzazione per formare quei colletti blu che in Italia non ci sono più. Prima venivano formati negli istituti professionali, poi questi sono morti per politiche sbagliate e ora noi vorremmo che il modello Its, di dialogo fra imprese e ente di formazione nella creazione dei progetti formativi, venga replicato in tutti gli altri ordini di scuole».