Si è svolta in data odierna l'audizione della CIDA presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato sull'atto di Governo n. 9 (Proroga del blocco della contrattazione per i pubblici dipendenti).
La CIDA ha espresso netta e radicale contrarietà al provvedimento, rilevando in primo luogo che un tale intervento denuncia un chiaro atteggiamento punitivo nei confronti dei pubblici dipendenti, contro i quali si è sviluppato da qualche anno un pregiudizio negativo che ha gettato discredito nei confronti dei servizi e dei funzionari pubblici.
Il quadriennio di moratoria contrattuale 2010-2013 ha già prodotto danni assai gravi, creando una forte discriminazione dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati. Secondo i dati ISTAT più recenti, nel periodo dicembre 2010 - febbraio 2013, mentre la crescita retributiva pubblica è stata pari allo zero, quella dei settori privati, nella media, ha visto un incremento del 4,5%.
Il fenomeno è ancora più rilevante se si tiene conto del fatto che nello stesso periodo, in primo luogo per le categorie dirigenziali e delle alte professionalità, si sono registrati una contrazione degli organici e il blocco di fatto del turnover, che hanno comportato come conseguenza la crescita dei carichi di lavoro e delle responsabilità a fronte di una perdita in termini di potere d'acquisto delle retribuzioni.
La CIDA ha ulteriormente sottolineato come una tale politica del personale abbia provocato demotivazioni professionali e frustrazioni che rappresentano il capovolgimento dell'impostazione necessaria per produrre a vantaggio del cittadino servizi di sempre maggiore qualità.
In particolare, per i dirigenti delle scuole, il protrarsi del blocco della contrattazione ha impedito il perseguimento dell'obiettivo della perequazione del trattamento economico rispetto agli altri dirigenti pubblici; per i ricercatori, le drastiche limitazione del turnover hanno prodotto una riduzione del numero, anche a seguito del mancato rimpiazzo al momento del pensionamento, andando in direzione opposta alle esigenze del Paese che avrebbero dovuto al contrario portare ad accrescerne il numero e la valorizzazione; per il Medici del S.S.N. il blocco delle carriere ha disincentivato le migliori energie assorbendole nell'esigenza di fare fronte alle emergenze piuttosto che ad una continua riqualificazione della loro professione.
Per tutte queste ragioni la CIDA ha espresso grande preoccupazione per la proroga di un anno della moratoria contrattuale, che ci allontana dagli obiettivi di miglioramento dei pubblici servizi, da una sempre maggiore osmosi tra pubblico e privato e dal resto dell'Europa.
Si pubblica in allegato la memoria consegnata alla Commissione del Senato.