Camera dei Deputati
Disposizioni per favorire la funzionalità e la continuità didattica nelle scuole situate nei territori a bassa densità demografica, nei territori di montagna e nelle piccole isole. A.C. 353 Primo firmatario on. Caterina Pes (PD)
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Iniziativa
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Parlamentare
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Iter
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Assegnato alle Commissione Cultura, Scienze, Istruzione e Lavoro
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Relatori
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On. Mara Carrocci (PD) per la Commissione Cultura e on. Antonella Incerti (PD) per la Commissione Lavoro
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Lavori parlamentari: Nel corso della settimana si sono svolte le audizioni dei rappresentanti sindacali.
Si allegano le memorie depositate dai soggetti auditi.
Contenuto:
Con la presente proposta di legge si intende realizzare il pieno diritto allo studio, così come sancito dagli articoli 33 e 34 della Costituzione, per i minori residenti nei territori svantaggiati, territori di montagna e piccole isole, nonché nei territori a bassa densità demografica. Occorre pertanto incentivare il personale scolastico ad accettare incarichi di insegnamento in quelle sedi e a permanervi, favorendo i residenti e incentivando quei docenti che scelgono di insegnare in sedi davvero svantaggiate, pur non essendovi residenti e prestandovi effettivamente il servizio, senza mettersi in aspettativa o in malattia dal giorno successivo a quello dell'incarico.
Con la presente proposta di legge si intende pertanto introdurre le disposizioni necessarie a favorire la funzionalità e la continuità didattica delle scuole situate nei territori di montagna e nelle piccole isole, nonché nei territori a bassa densità demografica. È un intervento necessario in questa sede e a questo livello istituzionale, per non rischiare di creare un'inaccettabile frammentazione regionale rispetto all'esigenza di un sistema di diritto allo studio realmente inclusivo e nazionale. Le scuole situate nelle aree più distanti dai grandi centri rivestono un valore sociale e culturale nel territorio locale che non può essere trascurato. Pertanto si propone una seria riflessione sui problemi del dimensionamento scolastico, finalizzata all'elaborazione di parametri specifici per queste realtà territoriali che sono altrimenti a rischio di spopolamento e di isolamento. La situazione e i bisogni delle scuole nelle aree più disagiate, decentrate e a scarsa densità demografica, sono materia di una legge nazionale perché non bisogna dimenticare che l'Italia è costituita per ben il 74 per cento del suo territorio da piccoli comuni. A tale scopo, dopo aver definito con esattezza cosa si intende per «scuole di montagna e di piccole isole» e per «territori a bassa densità demografica», si prevede che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca destini ogni anno i fondi necessari al funzionamento e agli strumenti informatici e multimediali per gli istituti scolastici dei territori geograficamente svantaggiati; assicuri la stabilità dell'organico del personale costituendo l'organico funzionale, in base al numero delle iscrizioni nell'arco di almeno tre anni consecutivi e dando la precedenza ai docenti di ruolo che dimostrino di risiedere stabilmente nella località disagiata; definisca gli incentivi, nell'ambito della contrattazione sindacale, a favore del personale direttivo, docente e ATA, al fine di garantire la continuità didattica; assicuri la tempestiva sostituzione dei docenti assenti, per periodi brevi, dando precedenza ai docenti residenti nel territorio in cui viene conferita la docenza; sentiti i sindaci dei comuni interessati e nell'ambito della Conferenza unificata, definisca le deroghe alla normativa vigente necessarie a garantire il diritto allo studio e le pari opportunità per i ragazzi frequentanti i plessi scolastici di montagna e delle piccole isole, nonché dei territori a bassa densità demografica.
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Sindacato ispettivo
Nel corso della settimana in Commissione Cultura, scienza e istruzione, si sono svolte le seguenti interrogazioni:
Interrogazione n. 5-03587 Manzi: Sulla nomina del direttore regionale delle Marche del MIBACT.
Nella risposta il sottosegretario all’Istruzione Ilaria Carla Anna Borletti Dell’Acqua ha sottolineato che l'Amministrazione sta procedendo agli adempimenti previsti al fine dell'avvio della procedura di interpello volta al conferimento degli incarichi di funzione dirigenziale di livello generale di direzione delle strutture organizzative individuate.
Interrogazione n. 5-03857 Simone Valente: Sul progetto «Sport di classe» e interrogazione n. 5-03982 Coccia: Sul progetto «Sport di classe».
Nella risposta il sottosegretario all’Istruzione Ilaria Carla Anna Borletti Dell’Acqua ha ribadito che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il CONI e il Comitato italiano paralimpico, con il supporto della Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per gli affari regionali, il turismo e lo Sport, per la prima volta hanno voluto integrare, con un nuovo sistema di governance, le competenze dei singoli enti per una gestione «istituzionale» dello sport scolastico, al fine di porre rimedio alla frammentazione delle proposte offerte agli alunni da diversi enti e associazioni che operano sul territorio. Ciò nella considerazione che le pregresse sperimentazioni relative alla Alfabetizzazione motoria e al Progetto per l'educazione fisica nella scuola primaria, pur avendo sicuramente costituito un importante bagaglio di esperienze, hanno evidenziato talune criticità, prima tra tutte quella di non essere riusciti a coinvolgere tutte le istituzioni scolastiche sede di scuola primaria.
L'istituzione dell'Organismo nazionale sport a scuola, e degli altri organismi a livello territoriale, ha l'obiettivo di rendere efficaci gli interventi sull'attività fisica, di promuovere la diffusione tra i giovani del messaggio che lo sport è una sana abitudine quotidiana che favorisce un corretto stile di vita. Tutto ciò in coerenza con l'ottica trasversale dell'educazione alla convivenza civile, finalità irrinunciabile delle indicazioni nazionali del primo ciclo d'istruzione.
In definitiva, il progetto Sport di classe rappresenta un «ponte» verso l'attuazione delle Linee guida de «La buona scuola» ovvero raffigura un ulteriore passo verso l'introduzione dell'educazione fisica nella scuola primaria come disciplina curriculare, insegnata da specialisti.
La figura del tutor sportivo scolastico, elemento cardine del progetto, offre un concreto supporto alle scuole primarie, per quanto concerne le ore di educazione fisica, attraverso una strategia di co-costruzione e interazione che consentirà di accrescere le capacità dei docenti titolari della classe in questa specifica disciplina. È di tutta evidenza che presupposto essenziale per il raggiungimento delle finalità del progetto è la stretta sinergia didattica tra lo specialista della disciplina (tutor) e l'insegnante titolare della classe.
L'inquadramento contrattuale dei tutor ha le stesse caratteristiche previste per la figura di esperto delle precedenti edizioni progettuali di Alfabetizzazione motoria e Progetto per l'educazione fisica nella scuola primaria. I tutor sottoscriveranno un contratto di prestazione d'opera con il presidente del CONI regionale competente, secondo le modalità che la specifica normativa consente. Al tutor potranno essere assegnate fino ad un massimo di 30 classi, con priorità all'interno della stessa istituzione scolastica ed educativa. Il corrispettivo annuo per le prestazioni richieste, descritte sull'avviso pubblico per candidature di tutor sportivo scolastico, è pari a euro 150 onnicomprensivi per ogni classe assegnata, a fronte di un impegno di 10 ore per ciascuna classe per l'intera durata del contratto.
Gli ambienti in cui si svolgerà l'attività progettuale sono quelli destinati allo svolgimento delle ore di educazione fisica curriculari. Altri spazi, ritenuti idonei dai dirigenti delle istituzioni scolastiche coinvolte, potranno essere individuati e messi a disposizioni da enti che operano sul territorio, grazie alla collaborazione che l'attività vuole promuovere e incentivare.
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Senato della Repubblica
Affare sulla scuola, con particolare riferimento alla valutazione del riordino della scuola secondaria di secondo grado, all'impatto del precariato sulla qualità dell'insegnamento e alle recenti iniziative del Governo concernenti il potenziamento di alcune materie e la situazione del personale (Atto n. 386).
Titolo breve: Affare assegnato sulla scuola.
Nel corso della settimana la Commissione Istruzione Pubblica, Beni Culturali ha proseguito l’esame del provvedimento. Nel corso del dibattito è intervenuta la relatrice, senatrice Francesca Puglisi (PD) che ha ribadito che reputa positivamente l'approfondimento inerente gli esiti del riordino della scuola secondaria di secondo grado, tenuto conto che nell'estate 2015 ci saranno i primi diplomati della cosiddetta "riforma Gelmini". Nell'opinione dei soggetti auditi, quella riorganizzazione ha dato un ordine alle numerose sperimentazioni avviate tempo addietro, istituendo ad esempio una volta per tutte il liceo delle scienze umane e il liceo linguistico e dando vita ai licei musicali, su cui – ha rammentato - si sono concentrate alcune mirate audizioni.
Ha inoltre ricordato che l'introduzione dell'autonomia avrebbe dovuto consentire alle scuole di disporre di un 20 per cento di flessibilità oraria, divenuto in realtà irrealizzabile a causa, da un lato, della scarsità del fondo di istituto e, dall'altro, da una eccessiva rigidità nell'attribuzione dell'organico. Non è un caso dunque che sia stata da più parti sollecitata la piena realizzazione dell'organico dell'autonomia e dell'organico funzionale, anche per rispondere ai bisogni del territorio. Si è pertanto riscontrato un forte collegamento tra la volontà delle scuole di definire i propri curricula, gli indirizzi delle Regioni sulla formazione professionale e la definizione dell'organico predeterminata a livello centrale.
Ha reso noto altresì che molte associazioni hanno ritenuto positiva l'esperienza del content and language integrated learning (CLIL), tenuto conto che padroneggiare la lingua inglese è indispensabile per essere cittadini. Lamenta tuttavia la diminuzione degli investimenti nella formazione dei docenti, al punto che il Dicastero ha dovuto abbassare il livello di certificazione richiesto, portandolo da C1 a B2.
Ha infine rilevato che è stata affrontata anche la questione degli scatti di anzianità e della valutazione, nell'ambito della quale è emerso un giudizio sostanzialmente positivo sulla volontà del Ministero di valutare le scuole, purché sia mantenuta l'equità. Invece molti soggetti auditi hanno espresso la preoccupazione che si generi un sistema basato solo sulla competizione tra insegnanti, mentre sarebbe più opportuno valorizzare il lavoro collegiale dei docenti. Dopo aver evidenziato che l'Italia è l'unico Paese ad utilizzare solo l'anzianità come parametro per l'aumento stipendiale, ha ribadito che ritiene essenziale promuovere l'impegno dei docenti nella scuola, prevedendo un sistema misto che bilanci anzianità e valutazione, differenziando così le carriere degli insegnanti e remunerando concretamente le attività che questi ultimi svolgono oltre alla didattica.
In merito all'alternanza scuola-lavoro, ha sottolineato l'esigenza di inserirla anche nei licei, tenuto conto che l'Italia sconta non solo uno dei più bassi livelli di laureati ma anche un'alta dispersione ed un elevato tasso di abbandono all'univeristà dovuto a scelte di studio sbagliate.
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015), A.S. 1698
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Iniziativa
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Governativa
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Iter
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Assegnato alla Commissione Bilancio
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Relatori
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Sen. Giorgio Santini (PD)
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Lavori parlamentari: La commissione ha stabilito di avviare i lavori della sessione di bilancio a partire da martedì 9 dicembre 2014, alle ore 11.00.
Il timing del provvedimento è il seguente:
- termine emendamenti in Commissione: martedì 9 dicembre, ore 18.00;
- la discussione generale in Commissione si chiuderà martedì 9 dicembre;
- mercoledì pausa per organizzare la discussione degli emendamenti;
- le votazioni inizieranno giovedì 11 dicembre, in mattinata;
- giovedì 11 dicembre è anche il termine per la presentazione di emendamenti da parte del Governo;
- termine emendamenti in Aula: 16 dicembre alle ore 14.00.
Disposizioni di interesse:
Articolo 1:
i commi 4 e 5, modificati nel corso dell'esame in prima lettura, istituiscono il Fondo per la realizzazione del Piano “La buona scuola” nello stato di previsione del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con la dotazione di 1 miliardo di euro per il 2015 e di 3 miliardi di euro dal 2016. Il Fondo è finalizzato, in via prioritaria, alla realizzazione di un piano straordinario di assunzione di docenti e al potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, oltre che al rafforzamento dell’offerta formativa e della continuità didattica, attraverso iniziative volte alla valorizzazione dei docenti e per la sostanziale attuazione dell’autonomia scolastica e alla formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici.
Articolo 2:
il comma 77 riduce di 30 milioni di euro, a decorrere dal 2015, l’autorizzazione di spesa di cui all’art. 4 della L. 440/1997 (già, Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa), confluita, dal 2013, nel Fondo per il funzionamento delle istituzioni scolastiche.
Il comma 78 prevede che, per il 2015, quota parte (€ 10 mln) delle somme che non sono state utilizzate dalle scuole, per tre esercizi finanziari consecutivi, per la realizzazione di progetti in materia di formazione e sviluppo dell’autonomia scolastica e che, a legislazione vigente devono essere versate all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ad apposito capitolo del bilancio del MIUR e poi assegnate alle scuole per le spese di funzionamento, rimanga invece acquisita all’erario.
Il comma 79 riduce il numero dei coordinatori periferici di educazione fisica che possono usufruire dell’esonero dall’insegnamento. In tal senso, novellando l’art. 307 del D.Lgs. 297/1994, dispone che, a decorrere dal 1° settembre 2015, l’organizzazione e il coordinamento periferico del servizio di educazione fisica è di competenza degli Uffici scolastici regionali e del dirigente ad essi preposto, che può avvalersi della collaborazione di un solo dirigente scolastico o di un solo docente di ruolo di educazione fisica, che può essere dispensato in tutto o in parte dall’insegnamento.
Il comma 80 elimina, dal 1° settembre 2015, la possibilità di usufruire dell’esonero o del semiesonero dall’insegnamento per i docenti con funzioni vicarie del dirigente scolastico, nonché per i docenti addetti alla vigilanza delle sezioni staccate o delle sedi coordinate delle scuole. A tal fine, abroga l’art. 459 del D.Lgs. 297/1994.
I commi 81 e 82 modificano la disciplina in materia di comandi, distacchi, utilizzazioni del personale scolastico, attraverso l’eliminazione della possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici per assegnazioni presso associazioni professionali del personale direttivo e docente ed enti cooperativi da esse promossi, enti che operano nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica, nonché enti che operano nel campo delle tossicodipendenze e l’eliminazione, dal 1° settembre 2015, della possibilità per il personale del comparto scuola – salve alcune ipotesi – di essere posto in posizione di comando, distacco, fuori ruolo o utilizzazione comunque denominata presso pubbliche amministrazioni, autorità indipendenti, enti, associazioni e fondazioni.
Il comma 83 – concernente le supplenze di personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) della scuola – prevede il divieto di conferimento di supplenze "brevi" per i primi 7 giorni di assenza, stabilendo che per la temporanea sostituzione del personale appartenente al profilo di collaboratore scolastico si può provvedere mediante l’attribuzione al personale in servizio delle ore "eccedenti".
Il comma 84 stabilisce che ferme restando la tutela e la garanzia dell’offerta formativa, a decorrere dal 1 settembre 2015, i dirigenti scolastici non possono conferire supplenze brevi al personale docente, per il primo giorno di assenza.
Il comma 85 dispone che con decreto interministeriale MIUR-MEF, sentita la Conferenza unificata, da adottare entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, si procede alla revisione di criteri e parametri per la definizione delle dotazioni organiche del personale ATA, in modo da conseguire, a decorrere dall’anno scolastico 2015/ 2016, fermi restando gli obiettivi di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112:
- a) una riduzione nel numero dei posti pari a 2.020 unità;
- b) una riduzione nella spesa di personale pari a 50,7 milioni di euro annui a decorrere all’anno scolastico 2015/2016.
Il comma 86 prevede che per le attività di digitalizzazione dei procedimenti amministrativi affidati alle segreterie scolastiche, al fine di aumentare l’efficacia e l’efficienza delle interazioni con le famiglie, gli alunni e il personale dipendente, è autorizzata per l’anno 2015 la spesa di 10 milioni di euro a valere sulle riduzioni di spesa di cui al comma 85.
Il comma 87 stabilisce che dall’attuazione del comma 85 devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa non inferiori a 16,9 milioni di euro per l’anno 2015 e a 50,7 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2016.
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Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell'attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. A.S. 1428-B, approvato dal Senato, modificato dalla Camera.
Titolo breve: Job’s Act
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Iniziativa
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Governativa
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Iter
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Assegnato alla Commissione Lavoro
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Relatori
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Sen. Pietro Ichino (SCpI)
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Lavori parlamentari: Approvato definitivamente.
Contenuto:
Il disegno di legge contiene cinque deleghe legislative, che intervengono su importanti e vasti ambiti del diritto del lavoro:
delega in materia di ammortizzatori sociali, finalizzata a razionalizzare le forme di tutela esistenti, differenziando l’impiego degli strumenti di intervento in costanza di rapporto di lavoro (Cassa Integrazione) da quelli previsti in caso di disoccupazione involontaria (ASpI). Lo scopo è quello di assicurare un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori, con tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, nonché di razionalizzare la normativa in materia d’integrazione salariale;
delega in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, avente lo scopo di riordinare la normativa in materia di servizi per il lavoro, per garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politiche attive del lavoro su tutto il territorio nazionale, razionalizzando gli incentivi all’assunzione e all’autoimpiego e istituendo una cornice giuridica nazionale che faccia da riferimento anche per le normative regionali e provinciali. La delega prevede, in particolare, con l'obiettivo di unificare la gestione delle politiche attive e passive, l’istituzione dell’Agenzia nazionale per l’occupazione (con competenze gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI, con il contestuale riordino degli enti operanti nel settore) e il rafforzamento dei servizi per l'impiego, valorizzando le sinergie tra servizi pubblici e privati; si prevedono, inoltre, la valorizzazione delle funzioni di monitoraggio e valutazione delle politiche attive per il lavoro e interventi di semplificazione amministrativa in materia di lavoro e politiche attive;
delega in materia di semplificazione delle procedure e degli adempimenti, per conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese. In particolare, si vuole diminuire il numero di atti amministrativi inerenti il rapporto di lavoro, attraverso specifiche modalità (ad es. l'unificazione delle comunicazioni alle P.A. per gli stessi eventi, l'obbligo di trasmissione di dati tra le diverse amministrazioni, l'abolizione della tenuta di documenti cartacei e la revisione degli adempimenti in materia di libretto formativo del cittadino);
delega in materia di riordino delle forme contrattuali e dell’attività ispettiva, finalizzata a rafforzare le opportunità d’ingresso nel mondo del lavoro e ai riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto occupazionale e produttivo, nonché a rendere più efficiente l’attività ispettiva. In particolare, si prevede la redazione di un testo organico di disciplina delle varie tipologie contrattuali (con possibilità di superamento di alcune di esse); la previsione, per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio; l'introduzione, anche in via sperimentale, del compenso orario minimo; la ridefinizione della disciplina vigente in materia di mansioni (con la possibilità di "demansionamenti") e controllo a distanza dei lavoratori;
delega in materia di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, avente lo scopo di garantire adeguato sostegno alla genitorialità e favorire le opportunità di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro per la generalità dei lavoratori. A tal fine si prevede, in particolare, l'estensione del diritto alla prestazione di maternità alle lavoratrici madri cd. “parasubordinate”; l'introduzione di un credito d'imposta per le donne lavoratrici, anche autonome, che abbiano figli minori o disabili non autosufficienti (al di sotto di una determinata soglia di reddito individuale complessivo) e l'armonizzazione del regime delle detrazioni (dall'imposta sui redditi) per il coniuge a carico; la promozione del telelavoro; l'incentivazione di accordi collettivi volti a facilitare la flessibilità dell’orario di lavoro e l’impiego di premi di produttività; la possibilità di cessione dei giorni di ferie tra lavoratori per attività di cura di di figli minori; la promozione dell’integrazione dell’offerta di servizi per le cure parentali forniti dalle aziende e dagli enti bilaterali nel sistema pubblico-privato dei servizi alla persona.
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Disposizioni in materia di emersione e rientro di capitali detenuti all'estero nonché per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale. Disposizioni in materia di autoriciclaggio, A.S. 1642.
Titolo breve: Rientro capitali detenuti all'estero e autoriciclaggio
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Iniziativa
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Parlamentare
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Iter
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Assegnato alle Commissioni Riunite Giustizia e Finanze
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Relatori
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Sen. Nico D'Ascola (NCD) per la Commissione Giustizia, Sen. Claudio Moscardelli (PD) per la Commissione Finanze.
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Lavori parlamentari: Approvato definitivamente senza modificazioni rispetto al testo licenziato dalla Camera. Se ne attende la pubblicazione.
Contenuto:
La proposta di legge in esame intende sostanzialmente riproporre il contenuto dell'articolo 1 del decreto-legge n. 4 del 2014, che recava disposizioni per l'emersione e il rientro di capitali detenuti all'estero, nonché alcune misure per il potenziamento della lotta all'evasione fiscale. L'articolo 1 è stato infatti soppresso durante l'esame del provvedimento presso la Commissione VI Finanze della Camera e trasfuso nella presente proposta di legge.
Si rammenta che l'articolo 1, comma 2 della legge di conversione del D.L. n. 4 del 2013 (legge n. 50 del 28 marzo 2014) mantiene espressamente la validità degli atti e dei provvedimenti adottati, nonché gli effetti prodottisi e i rapporti giuridici sorti sulla base del citato articolo soppresso.
La presente proposta di legge introduce nell'ordinamento la disciplina della collaborazione volontaria (cd. voluntary disclosure) in materia fiscale; in sintesi, i soggetti che detengono attività e beni all'estero (ovvero, a seguito delle modifiche introdotte nel corso dell'esame parlamentare, in Italia) ed hanno omesso di dichiararli possono sanare la propria posizione nei confronti dell'erario pagando le imposte dovute (in tutto o in parte) e le sanzioni (in misura ridotta). Per effetto della collaborazione volontaria è inoltre garantita la non punibilità per alcuni reati fiscali relativi agli obblighi dichiarativi. La procedura non può essere utilizzata se la richiesta di accesso è presentata dopo che l'autore ha avuto conoscenza dell'inizio di attività di accertamento fiscale o di procedimenti penali per violazioni tributarie.
La procedura può essere attivata fino al 30 settembre 2015 per le violazioni dichiarative commesse sino al 30 settembre 2014.
Si propone inoltre l'introduzione di un nuovo reato fiscale, che punisce coloro i quali, nell'ambito della procedura di collaborazione volontaria, esibiscano o trasmettano documentazione e dati non rispondenti al vero.
Le norme hanno lo scopo di contrastare fenomeni di evasione ed elusione fiscale consistenti nell'allocazione fittizia della residenza fiscale all'estero e nell'illecito trasferimento o detenzione all'estero di attività che producono reddito.
Nel corso dell'esame in sede referente la procedura di collaborazione volontaria è stata estesa ai contribuenti autori di violazioni riguardanti attività detenute in Italia nonché alle violazioni in materia di imposte sui redditi e relative addizionali, imposte sostitutive, imposta regionale sulle attività produttive e imposta sul valore aggiunto, nonché alle violazioni relative alla dichiarazione dei sostituti d'imposta (vale a dire, agli enti e società di capitali cui all'articolo 73 del Tuir, cd. soggetti Ires, anche per violazioni di carattere sostanziale e non solo dunque derivanti da obblighi dichiarativi).
L'articolo 3, inserito nel corso dell'esame in sede referente, introduce, attraverso l'aggiunta del nuovo articolo 648-ter.1 al codice penale, il reato di autoriciclaggio, attribuendo rilevanza penale alla condotta di chi, avendo commesso un delitto non colposo, sostituisca o trasferisca o comunque impieghi denaro, beni o altre utilità in attività economiche o finanziarie, in modo da ostacolare concretamente l'identificazione della provenienza delittuosa. E' inoltre prevista l'assegnazione di personale alle Agenzie fiscali.
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