DOCUMENTO
Da che è scuola ci sono i Presidi (o Direttori Didattici) ed i Segretari. In ogni scuola vi è un'amministrazione che cura gli aspetti burocratici dell'attività istituzionale attraverso gli uffici di segreteria, dove insieme al Segretario (che ne è il capo) vi sono altri impiegati.
Dai decreti delegati del 1974 - e successivo regolamento di contabilità: il D.I. 28 maggio 1975 - tutte le scuole hanno organi collegiali di governo e di gestione ed autonomia amministrativa nei limiti delle funzioni assegnate, che esercitavano sotto il ferreo controllo (e i poteri) dei Provveditorati agli Studi (la longa manus a livello provinciale del Ministero).
Il regolamento di contabilità, rimasto dignitosamente in vita sino al 2001, fissava i compiti e le responsabilità dei Presidi, dei Segretari, dei Consigli di Istituto e delle Giunte Esecutive.
Solo gli Istituti Tecnici e Professionali e gli Istituti d' Arte avevano - per antica normazione - la personalità giuridica ed importanti compiti sul trattamento economico e giuridico del personale in servizio.
Fino al 31 agosto del 1995 questi Istituti pagavano direttamente gli stipendi e le banche facevano la fila per gestirne il servizio di cassa, riconoscendo rilevanti interessi attivi che gli Istituti utilizzavano per il funzionamento amministrativo e didattico e per spese in conto capitale.
In questi Istituti, i Presidi - sempre provenienti dal ruolo dei docenti - dovevano essere dei tecnici con specifici requisiti culturali (ingegneri, architetti ecc. ecc.) ed i Segretari Economi dovevano essere dei Ragionieri. Per il reclutamento di Presidi e Segretari i concorsi, per titoli ed esami, erano svolti a livello nazionale.
Dal primo settembre 2000 arriva l'autonomia in versione moderna, delineata dalle leggi Bassanini/Berlinguer e relativi decreti di attuazione (Leggi 59 e 127 del 1997, D. Lgs. 59 e 112 del 1998, DPR 275/1999 - regolamento sull' autonomia - e D.I. 44/2001 - regolamento di contabilità).
Tutte le scuole acquisiscono l'autonomia funzionale che esercitano sui versanti organizzativo, didattico, di ricerca e sperimentazione. Approvano il Piano dell' offerta formativa ed il Programma annuale. Possono costituirsi in rete ed in altre forme di aggregazione. Hanno titolarità piena (o quasi) in tema di gestione del personale, degli alunni, del patrimonio, della contabilità, dei rapporti con soggetti istituzionali e con il territorio.
I loro provvedimenti sono definitivi e - salva la possibilità di reclamo a valere come ricorso in opposizione - possono essere impugnati solo in sede giurisdizionale (ordinaria o amministrativa).
Tutte le scuole si vedono riconosciuta la personalità giuridica. I Presidi diventano Dirigenti. I Segretari - già Coordinatori Amministrativi e Responsabili Amministrativi, diventano Direttori dei servizi generali e amministrativi.
Nello svolgimento delle attività di organizzazione e amministrazione - sempre più incombenti e con continui processi di modificazione/innovazione burocratica e tecnologica - il Dirigente è coadiuvato dal Direttore che sovrintende con autonomia operativa ai servizi amministrativi e generali, coordinando il relativo personale posto alle sue dirette dipendenze.
La legge (art. 25 D. Lgs. 165/2001), i regolamenti (quello sull'autonomia e quello di contabilità) e le norme contrattuali (quelle di area per i Dirigenti e quelle di comparto per i Direttori) definiscono le funzioni, i compiti e le responsabilità di Dirigenti e Direttori in un contesto complesso ma sostanzialmente armonico, coerente ed equilibrato; un contesto normativo che in quindici anni di applicazione ha retto alla prova dei fatti e va mantenuto con alcuni utili correttivi.
Ora è in Parlamento la Riforma denominata “della Buona Scuola” (vedi A. C. 2994 e discussione parlamentare in corso) che contiene elementi importanti e significativi di innovazione che noi abbiamo valutato positivamente pur sottolineando l’esistenza di alcune criticità che vanno, a nostro avviso, superate.
Tra queste criticità vi sono i seguenti aspetti rilevanti :
- la sottovalutazione dell’attività amministrativa delle Istituzioni Scolastiche, per le quali non sempre è applicabile la disciplina generale di altre Amministrazioni Pubbliche ;
- la totale assenza di una nuova regolazione concernente le funzioni del personale amministrativo tecnico ed ausiliario. Vi è bisogno di un salto di qualità per i profili professionali degli Assistenti Amministrativi e Tecnici ai quali va riconosciuto un diverso status giuridico ed una retribuzione più adeguata, anche “legata” ai risultati conseguiti. E’ necessario, inoltre, un rafforzamento delle funzioni del Direttore, con riferimento allo status di capo del personale ATA e all’esercizio di poteri effettivi sull’organizzazione dei servizi, nonché sull’applicazione di premi e sanzioni al personale in parola. Ovviamente, il Direttore risponde al Dirigente dei risultati raggiunti, anche sulla base di direttive di massima assegnate dallo stesso Dirigente;
- il mantenimento dei servizi di pulizia e di sorveglianza parzialmente esternalizzati;
- la permanenza dei co.co.co. nelle segreterie scolastiche;
- il perdurare della disciplina riguardante le scuole sottodimensionate ove non è possibile avere in via esclusiva un Dirigente ed un Direttore;
- la mancata estensione dell’organico dell’autonomia e delle assunzioni straordinarie al personale ATA. La figura dell’Assistente Tecnico deve essere presente in ogni scuola. Si ricorda che, nei quindici anni trascorsi, non si è fatto nemmeno un concorso per reclutare i Direttori SGA nonostante nell’aprile 2011 la Presidenza del Consiglio dei Ministri–Dipartimento della Funzione Pubblica ne avesse autorizzato uno a 450 posti;
- la non previsione della carta elettronica e della valorizzazione del merito per il personale ATA.
Infine, vi è l’esigenza di abrogare alcune disposizioni della legge di stabilità 2015 che sono particolarmente penalizzanti per il funzionamento dei servizi amministrativi e generali. Ci riferiamo alle norme che riducono l’organico del personale ATA di 2.020 unità ed impediscono (o quasi) la possibilità di conferire supplenze allo stesso personale dall’a.s. 2015/2016.
L’organico dell’autonomia, le assunzioni straordinarie, l’alternanza scuola lavoro etc… etc… aumenteranno il carico di lavoro dei servizi amministrativi e generali e per tutta risposta si vuole indebolire un presidio già in precario equilibrio, per le misure adottate in anni precedenti (in particolare nel triennio 2009/2011 quando l’organico del personale ATA è stato ridotto di 44.500 unità).
Noi non abbiamo scioperato e non intendiamo farlo. Non siamo scesi in piazza e non abbiamo assunto una posizione di pregiudiziale contrasto alle proposte governative ed alle valutazioni parlamentari, ma non per questo le nostre ragioni sono prive di valore e non debbono essere considerate e possibilmente accolte.
Lì, 19.05.2015
IL PRESIDENTE
Giorgio Germani