Il DDL di riforma della scuola, di cui si parla ininterrottamente dal 2 settembre 2014, è in stallo presso il Parlamento della Repubblica ed è in forse la sua approvazione in tempi utili per l’avvio dell’anno scolastico 2015/2016.
Di questa riforma, che riguarda diversi aspetti sostanziali tra i quali vengono in evidenza l’organizzazione e la valutazione, il sistema paese ha urgente bisogno per migliorare la qualità complessiva dell’istruzione.
Purtroppo una contrapposizione pregiudiziale e ideologica - apertasi tra le forze politiche e con una parte significativa delle Organizzazioni sindacali - sta rendendo arduo un percorso legislativo iniziato già tardi alla Camera dei Deputati ed ora all’esame del Senato della Repubblica.
Nei documenti presentanti e nei confronti avuti anche nelle sedi parlamentari non abbiamo lesinato critiche su alcune evidenti manchevolezze, ma pur in presenza di rilevanti criticità riteniamo indispensabile che il DDL di “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti “ venga approvato nel più breve tempo possibile, anche ripristinando alcuni contenuti del testo originario presentato dal Governo. Ci riferiamo in particolare alla delega su ”adeguamento, semplificazione e riordino concernenti il governo della scuola e gli organi collegiali attraverso …”. In questa delega era opportunamente previsto lo statuto per ogni singola scuola, una nuova funzione degli organi collegiali e relativa distinzione delle competenze tra questi e il Dirigente Scolastico, nonché la valorizzazione del Direttore SGA.
Nel mentre la discussione nella competente Commissione del Senato della Repubblica è stata sospesa sino all’inizio della settimana prossima - per verificare la possibilità di un accordo parlamentare su alcune parti del testo licenziato dalla Camera dei Deputati - il Ministero sta attuando le norme contenute nella legge di stabilità 2015 (legge 24 dicembre 2014 n. 190). In particolare gli Uffici di Viale Trastevere stanno procedendo alla riduzione dell’organico del personale ATA (meno 2.020 unità di cui 1.166 Assistenti Amministrativi e 854 Collaboratori Scolastici – ai sensi dell’art. 1 comma 334 della legge citata). La misura certamente penalizzante viene giustificata con il processo di digitalizzazione in corso senza aver dimostrato che ciò comporti una riduzione dei carichi di lavoro e senza tener conto che l’organico ATA è già stato ridotto di 44.500 unità nel triennio 2009/2011 (art. 64 D.L. 112/2008 convertito in legge 133/2008).
Inoltre, incombe sul corretto funzionamento delle Istituzioni Scolastiche la disposizione che impedirà (o quasi) ai Dirigenti Scolastici di conferire supplenze brevi al personale amministrativo tecnico ed ausiliario (art. 1 comma 332 legge citata) dal primo settembre 2015. Anche questa misura è penalizzante soprattutto per i servizi amministrativi e tecnici, poiché non tiene conto delle assenze di periodo medio lungo non coincidenti con l’anno scolastico e nemmeno della concomitanza di più assenze di titolari nello stesso periodo nella medesima istituzione scolastica.
La norma sulla riduzione dell’organico del personale ATA andrebbe abrogata mentre quella sulle supplenze brevi dovrebbe essere diversamente disciplinata.
In questa direzione va il nostro auspicio che potrebbe essere raccolto nell’ambito dell’esame parlamentare del DDL di riforma della scuola.
Lì, 18.06.2015
IL PRESIDENTE
Giorgio Germani