PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE

Ufficio Stampa

Roma, 27 ottobre 2015

Giannini: “Un miliardo per il Piano Nazionale Scuola Digitale”
Stamattina la presentazione al Miur

Un miliardo di euro per portare l’innovazione a scuola. Questo lo stanziamento previsto dal Piano Nazionale Scuola Digitale presentato stamattina a Viale Trastevere dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Stefania Giannini. Fibra e banda ultra-larga alla porta di ogni scuola, cablaggio degli spazi interni, risorse per pagare il canone di connettività, un responsabile per il digitale per ogni istituto, formazione in servizio per tutto il personale, una strategia nazionale per l’apprendimento pratico e i laboratori, un quadro comune per le competenze digitali degli studenti: sono fra le 35 azioni previste dal documento che è immediatamente operativo e stanzia 600 milioni sulle infrastrutture e 400 sulle nuove competenze, la formazione del personale, il monitoraggio e le misure di accompagnamento.

“Il Piano Nazionale Scuola Digitale è uno dei pilastri attuativi della Buona Scuola. Oggi lanciamo un progetto che rispecchia la visione del Governo rispetto alle più importanti sfide di innovazione del sistema pubblico: al centro di questa visione ci sono l’apertura e l’innovazione del sistema scolastico e le opportunità dell’educazione digitale. Il Piano non è un semplice dispiegamento di tecnologia. Risponde alla necessità di costruire una visione di Educazione nell’era digitale. Parlare solo di digitalizzazione, nonostante i nostri ritardi, non è più sufficiente. Si rischierebbe di concentrare i nostri sforzi sulla dimensione tecnologica invece che su quella culturale”, ha dichiarato il Ministro Giannini.

Quattro gli ambiti di intervento del Piano:

  • Strumenti abilitanti: è la parte infrastrutturale, riguarda tutte le azioni relative alla connettività, ai nuovi spazi e ambienti per la didattica, all’amministrazione digitale.
  • Competenze e contenuti per gli studenti: nuove competenze digitali degli studenti, standard e interoperabilità degli ambienti on line per la didattica, promozione delle Risorse Educative Aperte (OER), esperienze di alternanza scuola lavoro in imprese digitali sono fra le azioni previste in questo ambito.
  • Formazione del personale: comprende gli interventi necessari per fare in modo che le persone che lavorano nella scuola – dirigenti, insegnanti, personale amministrativo – siano dotate delle competenze necessarie per guidare la digitalizzazione della scuola.
  • Accompagnamento: essenziale per assicurare che il Piano si concretizzi in un cambio di paradigma diffuso e condiviso a tutti i livelli, sia dentro che fuori dalla scuola.

Il Piano Nazionale Scuola Digitale rientra nella più ampia azione del Governo italiano sul fronte dell’innovazione. Per questo oggi il Ministro Giannini ha firmato con il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico Antonello Giacomelli un Protocollo di intesa che impegna i due dicasteri a favorire l’accesso ad internet in banda ultra larga per le scuole.

"Il Piano banda ultra-larga prevede che le scuole italiane abbiano la priorità e siano tutte collegate con la fibra ad almeno 100 mbps entro il 2020. I primi 2,2 miliardi sono già stati sbloccati e l'accordo con le Regioni a cui stiamo lavorando consentirà di raggiungere i 4,5 miliardi. Grazie al Protocollo Mise-Miur si potranno incrociare i dati e anticipare i tempi", ha spiegato il Sottosegretario Antonello Giacomelli.

“Il Piano per la scuola digitale è un bel progetto, e lo è per due motivi. Perché è un progetto ben fatto, articolato e pensato secondo una logica che non è solo quella di dispiegare tecnologia dentro la scuola ma di fornire un inquadramento e una direzione, e perché un piano come questo si inserisce perfettamente nella più ampia visione di un’Italia digitale, competitiva e creativa, che è l’obiettivo della strategia del Governo”, ha dichiaratoPaolo Barberis, Consigliere per l'innovazione del Presidente del Consiglio.

Il Ministro Giannini ha poi firmato con Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale, un Protocollo di collaborazione per l’attuazione del Piano. “Oggi - ha sottolineato Elio Catania - è davvero un bel giorno per l’Italia. Dall’implementazione di questo Piano dipende in larga misura il futuro del Paese. La formazione digitale di studenti e insegnanti, infatti, è forse la tessera più importante del grande mosaico su cui si sta articolando la trasformazione competitiva della nostra economia. Nessun lavoro, nessuna azienda, nessuna amministrazione pubblica potrà prescindere dall’innovazione digitale. Declinato nel manifatturiero, nei servizi, nell’artigianato,  il digitale è candidato a diventare la prima fonte di crescita e occupazione.

Da questa consapevolezza nasce il Protocollo d’intesa con il Miur in cui Confindustria Digitale è impegnata a offrire il massimo sostegno all’attuazione del Piano, mettendo a disposizione la propria capacità di mobilitare risorse e competenze delle aziende associate”.

Il Piano Nazionale Scuola Digitale è immediatamente operativo. Il Ministro Giannini ha infatti firmato stamattina anche il decreto di adozione. Il documento sarà inviato a tutte le scuole ed è disponibile in versione integrale a questo indirizzo: http://www.istruzione.it/scuola_digitale/index.html. Allo stesso indirizzo anche la grafica con la sintesi delle 35 azioni previste dal Piano.

Link utilli: 
Le immagini dell’evento di lancio: https://flic.kr/s/aHskjy25xg  
Il video dell’evento: https://youtu.be/b6ECobSGbmo 

 

 Allegati
  Piano Scuola Digitale Scarica
 

 


Qui di seguito pubblichiamo l'articolo apparso sul Forum PA Net

 

Il Ministro Giannini ha presentato e firmato oggi la nuova edizione del piano “scuola digitale” il documento che dal 2007 dettaglia gli impegni del Governo e del Ministero in tema di digitalizzazione e che – nella sua ultima versione 2015-2020 - inserisce gli obiettivi del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca all’interno della strategia “Crescita digitale”. Un documento importante, dunque, perché si propone di riposizionare nei prossimi 5 anni il modello educativo del nostro Paese all’interno dell’attuale contesto sociale in cui il digitale è un elemento pervasivo della vita quotidiana e non un settore verticale, un accessorio che si somma alle nostra attività giornaliere.

Il documento è disponibile on line da questo pomeriggio sul sito del MIUR: è corposo - sono 138 pagine - ma di facile lettura e quindi ciascuno può scaricarlo e leggerlo per farsi un’opinione di come la politica nazionale abbia affrontato il tema della digitalizzazione del nostro sistema scolastico e se le misure individuate possono essere all’altezza della sfida che abbiamo di fronte. Ci sembra interessante, però, soffermare l’attenzione su alcuni elementi che – come FPA - ci piacciono perché dimostrano un reale cambio di passo nel modo di affrontare la questione:

  1. Il primo elemento da apprezzare è che finalmente il tema del digitale all’interno del nostro sistema scolastico esce dal mero ambito strumentale e diviene un elemento di cambiamento del modello educativo. Per fare fronte al cambiamento sociale, ci dice il piano, non bastano i device, le lavagne elettroniche o il registro elettronico, ma è necessario considerare come il digitale e la digitalizzazione possono modificare il modo in cui si insegna, ciò che viene insegnato, e il processo di “gestione” dell’intero sistema scolastico.
  2. Altro elemento centrale è la connettività, considerata come la porta di accesso al cambiamento. E’, quindi, superata la visone per cui “di banda ce ne è fin troppa", il problema è che non abbiamo i servizi da farci andare. La situazione è chiara ed è tragica: solo il 10% delle scuole primarie e il 23% delle scuole secondarie sono connesse e in una scuola su due la connessione non raggiunge le classi (dati forniti oggi dal Sottosegretario Giacomelli). L’inserimento degli istituti scolastici come punti strategici all’interno del piano banda ultralarga e l’indicazione di considerare il canone di connettività come un elemento necessario e strutturale sono, quindi, novità da salutare con favore, soprattutto perché sono segnali di un approccio completamente differente rispetto al passato.
  3. Ulteriore elemento positivo è il riconoscimento delle specificità del nostro modello scolastico. La visione proposta dal Piano non è tecnocentrica, ma rimane fortemente radicata nella tradizione umanistica che caratterizza il nostro modello. Nell’umanesimo – come ha ricordato lo stesso Ministro Giannini - c’è una vocazione all’innovazione che nel tempo si è un po’ affievolita e che occorre recuperare e rinforzare.
  4. Centrale nel piano è anche l’attenzione all’ambiente di apprendimento come parte integrante del nuovo modello educativo. Se il digitale è pervasivo nella nostra società perché mai a scuola dovrebbe essere “confinato” dentro un’aula? In questo senso il piano dedica un’intera sezione del primo ambito (quello degli strumenti) agli spazi e agli ambienti sia fisici (aule, laboratori, edilizia scolastica) che virtuali come il Bring Your Own Device (BYOD) ossia la possibiltà di utilizzare il proprio tablet o il proprio smartphone come strumento per la didattica in aula e a casa.
  5. L’elemento principale di novità del piano è, probabilmente, La formazione: per la prima volta da anni si apre un orizzonte di investimento per la formazione del personale docente ed amministrativo, con cifre non paragonabili a quelle degli anni passati. Considerato che ogni dipendente pubblico del comparto “scuola” ha accesso in media a 0,26 giorni di formazione l’anno (dati della ricerca Pubblico impiego: una rivoluzione necessaria ) ogni iniziativa in questo senso non può che rappresentare un elemento di discontinuità forte ed atteso. C’è poi da sottolineare l’attenzione al back office. Le segreterie scolastiche sono spesso uno degli ultimi avamposti della carta (anche se i dati del documento mostrano un notevole balzo in avanti nella dematerializzazioen dei processi amministrativi). Digitalizzare la scuola vuol dire compiere uno sforzo di cambiamento e di formazione anche verso chi la gestisce amministrativamente, creando le condizioni per il confronto e l’individuazione di benchmark o di buone prassi da replicare.
  6. Altro elemento da sottolineare è l’approccio al cambiamento secondo “linee guida”. Nell’ambito dell’autonomia scolastica su alcuni aspetti (come il BYOD o l’autoproduzione dei contenuti didattici) il piano preferisce suggerire strade e strumenti piuttosto che imporli. In questo modo dimostra di voler valorizzare i fermenti vitali nati in questi anni e di provare a metterli a sistema incentivandoli e fornendo strumenti di ausilio per la replicabilità.
  7. Ancora da apprezzare il ruolo “attivo” dato dal piano alla figura dello studente che dovrebbe cambiare radicalmente nel modello della scuola digitale. Si punta a valorizzare e stimolare un costante processo di interazione tra chi impara e chi insegna. Utilizzando le parole di Poalo Barberis potremmo dire che salto proposto è quello dalla “scuola di trasmissione” alla “scuola di partecipazione” cogliendo il passaggio dal modello broadcast al sistema peer to peer. Ovviamente questo - insieme al rinnovamento dei curricula scolastici - sarà uno dei cambiamenti più difficili da attuare. Non serviranno i piani o le linee guida ma sarà necessario un cambiamento di modello didattico e un forte coinvolgimento del personale docente che andrà decisamente motivato in questo senso.
  8. Infine il monitoraggio. Quando si hanno tempi brevi (ahimè per la PA italiana 5 anni sono un tempo incredibilmente breve) e risorse pronte (si parla di circa 1 miliardo e 95 milioni a cui vanno aggiunti i quasi 3 miliardi del PON scuola recentemente annunciato ), spesso il rischio è di perdere di vista l’obiettivo. Nel piano presentato oggi il monitoraggio è il 4 ambito strutturale del piano e già solo questo rappresenta una novità rispetto al passato.

Ci fermiamo qui. Otto grandi elementi di novità e di innovazione ci sembrano abbastanza. Il piano fornisce una direzione chiara di dove si vuole andare, mostrando un approccio più maturo e completo al tema del digitale. La rivoluzione che stiamo vivendo non va inseguita, ma va prima di tutto capita, poi va governata ed infine va analizzata in maniera critica e consapevole. In che modo il nostro modello educativo e scolastico possa preparare le generazioni di nativi digitali a tutto ciò, richiede una visione che vada ben oltre i singoli progetti di innovazione e le singole tecnologie.

La sfida è tutta da giocare, lo sforzo decisamente notevole, le risorse e i tempi drammaticamente definiti.

 

 

 



 
Categoria: Uffici ANQUAP Data di creazione: 28/10/2015
Sottocategoria: Amministrazione digitale e nuove tecnologie Ultima modifica: 29/10/2015 08:07:17
Permalink: PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE Tag: PIANO NAZIONALE SCUOLA DIGITALE
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