Commissione Cultura
Sindacato ispettivo
Nel corso della settimana in Commissione Cultura sono state discusse le seguenti interrogazioni:
interrogazione 5-06858 Chimienti: Sulla specializzazione per le attività didattiche di sostegno mediante l'abilitazione disciplinare.
Il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, nel corso della risposta ha ribadito che il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per quanto di competenza, riconosce le formazioni professionali.
In particolare, il Sottosegretario ha ricordato che tra la documentazione necessaria da allegare all'istanza di riconoscimento viene richiesta un'apposita attestazione, da parte dell'autorità competente del Paese che ha rilasciato il titolo professionale, sul valore legale della formazione. Per cui è opportuno, inoltre, evidenziare che tutti gli esami, nonché il tirocinio e la tesi finale, devono essere svolti nel Paese che rilascia il titolo abilitante.
Per quanto riguarda la specifica materia delle specializzazioni per l'insegnamento sul sostegno, Toccafondi ha comunicato che alla competente Direzione generale del MIUR non risultano pervenute istanze relative al riconoscimento dei titoli conseguiti in Romania da docenti italiani e, conseguentemente, non è stato mai adottato alcun decreto di riconoscimento di siffatta formazione professionale.
Per quanto attiene all'insegnamento del sostegno, infine, alla luce della vigente normativa, non esiste in Italia una classe autonoma di concorso, conseguentemente tale specializzazione è sempre successiva all'abilitazione in una disciplina, e potrà quindi essere riconosciuta solo qualora il richiedente sia già abilitato.
Interrogazione n. 5-07636 Turco: Sulla sensibilizzazione e prevenzione del bullismo nelle scuole.
Il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, nel corso della risposta ha ricordato che al fenomeno del bullismo e del cyberbullismo il MIUR dedica costante attenzione e numerose sono le iniziative di prevenzione attivate per contrastarne i possibili effetti.
Ne deriva che la formazione del personale scolastico tutto costituisce la leva strategica per implementare la qualità del sistema di istruzione e formazione attraverso l'offerta di strumenti e di metodologie per creare una rete sociale di tutela e di ripristino anche dei diritti lesi.
Per queste ragioni il MIUR da quasi un decennio ha avviato iniziative di prevenzione e di contrasto al fenomeno con l'emanazione della decreto ministeriale n. 16 del 5 febbraio 2007 recante le «Linee di indirizzo generali e azioni a livello nazionale per la prevenzione e la lotta al bullismo». Si è definita una serie di strumenti per le istituzioni scolastiche e le famiglie, tra i quali si ricordano:
gli Osservatori regionali permanenti sul bullismo, tesi a promuovere percorsi di educazione alla legalità all'interno delle scuole, tramite attività curricolari ed extracurricolari;
il sito internet www.smontailbullo.it, che fornisce utili strumenti e suggerimenti per fronteggiare il fenomeno da un punto di vista psico-sociologico e culturale;
il numero verde (800.66.96.96) riservato a genitori e studenti per la segnalazione di offese verbali, prepotenze tisiche e problemi di esclusione e di isolamento;
l'indirizzo mail bullismoistruzione.it che offre consulenza alle segnalazioni di casi che pervengono.
Con le nuove «Linee di orientamento per azioni di prevenzione e di contrasto al bullismo e al cyberbullismo», emanate il 13 aprile 2015, si è garantita continuità ai compiti precedentemente svolti dagli Osservatori regionali e ora attribuiti ai Centri Territoriali di Supporto (CTS) – istituiti nell'ambito del Progetto «Nuove Tecnologie e Disabilità» dagli Uffici Scolastici Regionali in accordo con il MIUR e collocati a livello provinciale presso scuole Polo – e alle loro ulteriori articolazioni territoriali.
In particolare, le Linee declinano una serie di azioni che forniscono al personale della scuola gli strumenti di tipo pedagogico e giuridico per riconoscere i segnali precursori dei comportamenti a rischio, prevenire e contrastare le nuove forme di prevaricazione e di violenza giovanile. La formazione degli insegnanti prevede un modello innovativo coerente con la normativa vigente in materia di ordinamenti e rispondente all'esigenza di adottare adeguate strategie preventive mirate a proteggere gli studenti da comportamenti devianti perpetrati attraverso il web. I percorsi formativi sono finalizzati all'acquisizione di competenze di natura psico-pedagogica per affrontare i casi di bullismo e di cyberbullismo e la gestionedei conflitti e di competenze connesse con le tecnologie e i mezzi informatici più utilizzati dagli studenti. Tra i diversi laboratori formativi vi è quello centrato sulle problematiche connesse con l'integrazione scolastica dei disabili e con i bisogni educativi speciali.
Anche nell'ambito della Regione Friuli-Venezia Giulia, ove si è verificato l'episodio ricordato dall'Onorevole interrogante, il fenomeno è costantemente seguito. A seguito dell'episodio verificatosi a Pordenone, difatti, la competente Direzione generale del MIUR, d'intesa con l'Ufficio scolastico regionale e in collaborazione con Telefono Azzurro, con la Polizia Postale e con il Dipartimento di scienza della formazione e psicologia dell'Università di Firenze, ha predisposto un incontro formativo dedicato a tutti i docenti, studenti e genitori della scuola in questione.
È tuttora in fase di svolgimento una particolare esperienza di contrasto al bullismo omofobico, progetto promosso nel 2013 dall'Ufficio scolastico regionale e sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalle Università, rivolto sia alla formazione di docenti e di operatori, sia all'intervento presso gli alunni della scuola secondaria di primo grado.
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