Intervento introduttivo del Presidente Anquap Giorgio Germani al seminario formativo di Paestum (SA) del 3 giugno 2016. Diretta video su you tube del seminario

LE RIFORME IN ITINERE E QUELLE IN ATTUAZIONE: COSTITUZIONE, SCUOLA E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

 

 Seminario nazionale-Hotel Ariston -Capaccio/Paestum  (SA) 03.06.2016

  

Breve intervento introduttivo

Giorgio Germani Presidente ANQUAP

 

In Italia parlare di riforme è diventata una consuetudine che si perde nella notte dei tempi: un argomento sempre presente nell'agenda della politica (e non solo).

In tanti e a diverso titolo (politico, istituzionale, sociale, economico accademico, culturale ecc. ecc.) si sono cimentati sul tema nei più disparati settori, analizzando il sistema Paese (le sue potenzialità e criticità) e presentando proposte anche interessanti e ben strutturate.

Può essere utile richiamare la comune memoria su alcuni importanti documenti che portano la firma di autorevoli giuristi : il rapporto Giannini del 1979 ed il rapporto Cassese del 1993.

Le loro analisi non sono rimaste confinate alla cerchia dell’accademia ma grazie agli stessi, che sono stati ottimi Ministri della Funzione Pubblica (come pure Bassanini), gli ultimi 20 anni del secolo scorso hanno visto un imponente sforzo di riforma.

Uno sforzo che si è tradotto in leggi generali sull’organizzazione, sul procedimento, sul personale pubblico, sui rapporti fra centro e periferia, sulla distribuzione delle funzioni, sulla finanza pubblica e sui controlli.

Anche i primi 15 annidi questo secolo sono stati caratterizzati da interventi  importanti che hanno riguardato la semplificazione, la codificazione, la dirigenza amministrativa, la valutazione, il sistema delle relazioni sindacali ed il rapporto tra legge e contrattazione collettiva (riforma Brunetta del 2009), le società pubbliche, la trasparenza, l’accesso e la lotta alla corruzione amministrativa.

Eppure dopo oltre 7 lustri di riforme -con vari Governi e diverse maggioranze -i risultati non possono dirsi soddisfacenti se misurati rispetto ai propositi dei riformatori,  al funzionamento complessivo degli apparati pubblici e al gradimento dei cittadini.

Nella corrente legislatura, in particolare dopo l'avvento del Governo Renzi, l'attenzione alle riforme ha ripreso vigore ed ha raggiunto, almeno sul piano legislativo, importanti risultati in un lasso di tempo solitamente inconsueto per le nostre istituzioni.

Lo stesso Fondo Monetario Internazionale, nella missione annuale dello scorso mese di maggio, riconosce che sono state realizzate una impressionante serie di riforme in diversi settori : da quello istituzionale a quello della pubblica amministrazione, dal fiscale al mercato del lavoro ed incoraggia l'Italia a proseguire in questa direzione.

Deve essere chiaro, però, che le leggi (lo dimostra l’esperienza) sono necessarie ma non sufficienti se restano sulla carta, vengono attuate con ritardo e/o in modo errato come è avvenuto troppe volte in passato, per responsabilità della politica ma anche per colpa di una burocrazia misogena (almeno in parte).

In questo seminario intendiamo approfondire (con la presenza di esperti e politici, coordinati da un giornalista) alcune tematiche delle riforme in itinere ed in attuazione con riferimento al nuovo ordinamento della Repubblica (la riforma costituzionale, Ministro Boschi), all'istruzione (la riforma della buona scuola, Ministro Giannini) e al rinnovamento delle amministrazioni pubbliche (la riforma della PA, Ministro Madia). Forse non è casuale che i citati Ministri di oggi, diversamente dal passato, sono donne.

La posizione dell’ ANQUAP - scevra da partigianerie di schieramento e attenta al solo merito delle questioni - è di sostanziale appoggio alla nuova stagione riformatrice senza tacere, però, che vi sono nei testi approvati dal Parlamento (ed in parte all'esame del Governo) dimenticanze e criticità che richiedono alcuni interventi modificativi, altri di corretta attuazione ed altri ancora di necessaria implementazione.

In buona sostanza, diciamo :

  • si alla riforma costituzionale, che riguarda tutti e rappresenta solo il primo passo verso un nuovo scenario istituzionale più moderno ed aderente al contesto internazionale ed a quello dell’Unione Europea. Si perché supera il bicameralismo perfetto, riduce il numero dei parlamentari, ridisegna i rapporti tra Stato e Regioni, abolisce le Province e il CNEL e diminuisce i costi della politica. E’ indubbio, comunque, che si poteva fare anche meglio e che talune delle ragioni contrarie hanno un fondamento non irrilevante. Sarebbe, però, negativo un prevalere del “no” che ci riporterebbe al punto di partenza in un “eterno gioco dell’oca” che dura da quasi quarant’anni;
  • si alla buona scuola (Legge 107/2015) perché aumenta gli spazi di autonomia dei singoli istituti, rilancia il valore strategico dei piani dell’offerta formativa a valenza triennale (PTOF) stanzia nuovi finanziamenti (funzionamento, alternanza scuola-lavoro, piano nazionale della scuola digitale, bonus formativo e premiale ai docenti), rende obbligatoria l’alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni del II ciclo, rilancia l’istruzione tecnica superiore post diploma (ITS), introduce l’organico dell’autonomia per i docenti di cui prevede un piano straordinario di assunzioni e nuove modalità di reclutamento e consente (almeno in parte) la scelta dei docenti direttamente da parte delle singole scuole. La stessa Legge, però, dimentica una ineludibile revisione degli organi di governance (ancora quelli dei decreti delegati del 1974), i servizi amministrativi, tecnici e generali ( indispensabili al funzionamento di un ente oggettivamente complesso) e discrimina il personale preposto a questi servizi (oltre 200 mila unità di personale ATA) verso il quale non rivolge attenzione alcuna; un personale (soprattutto quello amministrativo e tecnico) al quale viene richiesta sempre maggiore professionalità in un incessante e continuo aumento di attività e adempimenti. Per questo personale urgono nuove e selettive forme di reclutamento (soprattutto per la figura apicale dei Direttori SGA) ed è indispensabile una politica di incentivi al merito ed alla formazione. Anche per tale personale sarebbe necessario un organico dell’autonomia ed una procedura straordinaria di assunzioni per coprire tutti i posti vacanti e disponibili. Inoltre, non si affronta il tema delicato dei rapporti tra le istituzioni scolastiche e gli Enti Locali, che si è andato via via “sfilacciando” nel tempo soprattutto dopo le modifiche che hanno riguardato le Province (tramutate in enti di secondo livello di area vasta dalla Legge Del Rio);
  • si alla riforma della pubblica amministrazione (Legge 124/2015) perché interviene in modo sistemico sulla riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche affrontando i temi delle semplificazioni amministrative, delle forme organizzative e del personale. La Legge, però, presenta incoerenze sulla disciplina del ruolo unico della dirigenza (incomprensibile l'esclusione dei dirigenti scolastici), non contiene riconoscimenti e valorizzazioni per il middle management (i funzionari o quadri direttivi), non affronta la problematica di troppe vacanze negli organici del personale (già ridotti), presenta un eccesso di enfatizzazione sul versante sanzionatorio – pur necessario - a discapito del merito (un merito in larga misura presente nel lavoro e nelle attività delle amministrazioni pubbliche e dei suoi dipendenti a vari livelli) e mantiene persistenti ed ingiustificate differenze tra lavoro pubblico e privato (vedi retribuzioni e trattamenti fiscali). In tema di lavoro pubblico è urgente riaprire la stagione dei contratti collettivi (fermi ormai dal 2010, il cui blocco è stato censurato dalla Corte Costituzionale) e cogliere l’occasione  della riduzione e semplificazione di comparti e aree (da 11 a 4) avvenuta con il recente accordo (05/04/2016) siglato tra l’ARAN e la quasi totalità delle Confederazioni rappresentative. Certo la riapertura delle trattative richiederà uno sforzo di armonizzazione normativa, da un lato, e di perequazione retributiva dall’altro per superare una “giungla” di differenze in larga misura ingiustificata in relazione a funzioni esercitate e conseguenti responsabilità.

Vi è di che discutere e approfondire per portare all’attenzione del pubblico dibattito contributi qualificati, ragionati e, comunque, propositivi nell’interesse del buon andamento del sistema Paese.

 

 


» Documenti allegati:
   Documento allegato ... Qui l'intervento del Presidente Germani


 
Categoria: 5° Congresso Nazionale Data di creazione: 08/06/2016
Sottocategoria: Svolgimento del Congresso Ultima modifica: 08/06/2016 15:16:37
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