Sig. Presidente, colleghe e colleghi congressisti, graditi ospiti,
siamo qui (oggi e domani) per celebrare il nostro 5° Congresso nazionale a distanza di quasi 15 anni (6/7/2001) dall’avvio di questa "avventura" associativa a valenza sindacale, che ha rappresentato la naturale evoluzione di una precedente esperienza di natura solo professionale (quella della Fnada sorta nel gennaio del 1988).
Per noi l'appuntamento dell'Assemblea Congressuale non è un rito celebrativo imposto dalle regole interne che ci siamo liberamente dati (uno statuto a base democratica, come prescrive l'art. 39 della Costituzione) ma un appuntamento di partecipazione sostanziale dove i rappresentati degli associati (eletti in un percorso impegnativo che si è svolto tra la fine di gennaio e l'inizio di maggio) si incontrano, si confrontano, assumono decisioni di merito e rinnovano gli organi sociali.
Gli anni che ci separano dal 4° Congresso di Salerno del maggio 2012 sono stati contrassegnati da enormi difficoltà a diversi livelli e su vari fronti (internazionale, europeo, nazionale e territoriale). Sono stati anni difficili e impegnativi per il sistema delle amministrazioni pubbliche e per quanti all’interno delle stesse vi prestano, a vario titolo, la loro opera. Anni caratterizzati da scontri di civiltà, un imponente processo migratorio, riforme a getto continuo - non sempre lineari e coerenti - da un clima non positivo nei riguardi dei pubblici uffici che ha portato, insieme alle oggettive difficoltà economiche e finanziarie, al perdurare di un blocco della contrattazione collettiva nazionale iniziato nel 2010.
Su questo blocco nel 2015 si è pronunciata la Corte Costituzionale, censurando le decisioni governative e parlamentari e imponendo la ripresa delle trattative. Una ripresa resa difficoltosa dal complesso accordo quadro su un numero limitato di comparti e relative aree dirigenziali che è stato siglato in ipotesi il 5 aprile u.s., nonché da uno stanziamento nel bilancio dello Stato 2016 assolutamente inadeguato (appena 300 mln di euro per circa 2 mln di dipendenti) per non dire “offensivo”.
Questa “furbizia” di elusione sostanziale delle sentenze del Giudice delle leggi – registrata anche in tema di perequazione pensionistica – è oggettivamente preoccupante e rischia di alterare l’equilibrio tra i poteri, che è valore essenziale di uno stato di diritto che si professa democratico.
Negli stessi anni abbiamo cercato di far fronte alle esigenze di una moderna ed intelligente rappresentanza sociale e professionale con tante iniziative ed eventi, innumerevoli contatti e relazioni, molteplici documenti di critica e proposte costruttive. Abbiamo cercato di migliorare (verso i soci e non solo) l’offerta di servizi e strumenti sul versante dell’assistenza, della consulenza, dei quesiti online, dei contributi professionali e dei social (sito associativo e facebook).
Abbiamo, volutamente, evitato di innalzare il vessillo della protesta strumentale e della lamentazione fine a se stessa anche quando le avversità di contesto e improvvide decisioni politiche potevano farci andare in queste direzioni (protesta e lamentazione).
Abbiamo mantenuto ferma la “barra” di una posizione sempre equilibrata e rispettosa nei confronti dei soggetti istituzionali, politici e sociali che rappresentano i nostri naturali interlocutori. Queste azioni e relative condotte sono state premiate dal mantenimento, anzi da un lieve incremento della base associativa.
Quanto fatto (non tutto e non tutto bene) è stato possibile grazie agli apporti di buona parte della dirigenza nazionale e territoriale (anche di colleghi in quiescenza) che si è “spesa” per offrire contributi qualificati di esperienza e professionalità sui tanti fronti che vedono impegnate le categorie che ci onoriamo di rappresentare. Una menzione particolare meritano i colleghi Mura, Bandoli, Acquaro, Giorgini, Simonetti, Mazzeo, Gallo, Ferrari, Malara, Montefusco, Grande, Santini, Cimino, Biccari, Pasqua, Sarro, Scaramuzzo, Frisullo, Cocco, Zaborra, Rossi, Lupetti, Pala, Scala, Ronza, Salvatori, Valedevies, Meccia e Citrano.
Indispensabile è stato l’ausilio, sempre più professionale efficiente ed efficace, fornito dai dipendenti dell’Associazione (Cosimi, Fanano e Filippelli) che sono stati dotati di sedi, strumenti e attrezzature adeguati alla bisogna.
Rilevanti sono i margini di miglioramento che si possono conseguire con l’impegno sempre più convinto, costante e determinato di quanti si riconoscono nell’Associazione ed in particolare di chi ricopre posizioni di responsabilità ai vari livelli e nei diversi ambiti.
Significativa è stata, nella seconda parte del mandato quadriennale, l’attenzione che ci hanno prestato i colleghi in quiescenza e la ripresa di partecipazione ed iniziative da parte della Consulta degli Assistenti Amministrativi, per la quale meritano un plauso il Coordinatore Stalteri ed i colleghi Ladu e Grimaldi.
Il contesto istituzionale e socio-politico brevemente tratteggiato anche in premessa è talmente variegato, complesso, pieno di correlazioni ed implicazioni da imporre una visione sistemica a largo spettro, che solo parzialmente viene rappresentata in questa relazione.
Gli scontri culturali e di civiltà (spesso caratterizzati da inaudite violenze che colpiscono vittime innocenti) e l'imponente processo di migrazione in atto si ripercuotono in tutto il mondo e non possono lasciarci indifferenti. Richiedono chiavi di lettura ed interventi di cui solo parzialmente abbiamo contezza. Bisognerebbe partire da una vera conoscenza delle cause e dei fenomeni per poterli governare e gestire e per saperli spiegare a ragazzi ed adulti, utilizzando correttamente gli strumenti della cultura, della formazione e dell'educazione.
Solo creando le condizioni dell'inclusione nel rispetto delle reciproche differenze, senza perdere le radici di identità storiche e secolari che sarebbe delittuoso smarrire, si può immaginare un futuro migliore di civile convivenza nel tempo del villaggio globale.
Se quanto precede è vero alla scuola spetta una funzione indispensabile di centralità che l'Italia sembra avere (almeno parzialmente) compreso con le recenti misure sulla cosiddetta "buona scuola"; misure che debbono essere correttamente attuate ed opportunamente implementate, recuperando dimenticanze e distrazioni rilevanti di carattere istituzionale (governance e rapporti scuole/enti locali) e amministrativo (la doverosa attenzione a funzioni strumentali indispensabili per il buon andamento di un ente complesso).
Il sistema Paese sta cercando faticosamente di uscire da un lungo periodo di crisi, stagnazione e recessione che ha prodotto impoverimenti materiali e immateriali soprattutto verso i giovani e chi ha perso il lavoro, un rigore eccessivo sul versante previdenziale che altera il normale ciclo della vita, nonché una divaricazione sempre più accentuata tra nord e sud e con i Paesi più evoluti dell'Unione Europea e del mondo avanzato.
Si è, finalmente, compreso che sono indispensabili le riforme strutturali e si sta operando per realizzarle sul piano istituzionale e politico (la revisione della Costituzione ed una nuova legge elettorale), economico e sociale (nuova disciplina del mercato del lavoro e del welfare, ammodernamento delle amministrazioni pubbliche, misure tendenti a ridurre il carico fiscale, nuova attenzione per l'istruzione e la cultura).
Sulle riforme interne è doveroso prendere posizione esprimendo motivate valutazioni. Per quanto riguarda l’Anquap diciamo si alla riforma costituzionale, si alla buona scuola (con le considerazioni dianzi espresse) e si alla riforma della pubblica amministrazione (anche se vi sono criticità da superare).
Di riforme altrettanto strutturali avrebbe bisogno anche l’Unione Europea, per uscire da una crisi profonda di identità e azione che rischia di relegarla in una posizione marginale nel contesto internazionale. Occorre recuperare lo spirito dei padri fondatori dell’Europa e rilanciare una iniziativa che ne rafforzi l’identità e la capacità di innovazione, con la speranza che non vi si sia la temuta Brexit.
Queste riforme (quelle nazionali ed europee) debbono essere realizzate quanto prima, nel miglior modo possibile e con il più ampio coinvolgimento dei soggetti politici e sociali. La recente formale riapertura del dialogo sociale tra Governo e Confederazioni sindacali è un fatto positivo che registriamo con soddisfazione.
Nel nostro piccolo dobbiamo avere la capacità di fornire contributi critici e costruttivi attenti all'interesse generale, senza dimenticare le ragioni di chi abbiamo l'ambizione di rappresentare.
Il mondo che cambia velocemente intorno a noi, per un insieme complesso e variegato di fattori, impone mutamenti radicali negli assetti istituzionali, nell'organizzazione e nell'esercizio delle funzioni pubbliche, nell'organizzazione e nello svolgimento delle attività produttive e professionali.
Le innovazioni tecnologiche modificano tempi e modalità delle prestazioni lavorative, rendendo non più adeguata la fisicità dei luoghi, delle presenze materiali e degli orari rigidi: si lavora a distanza e ovunque, da remoto e quando ve ne è effettivo bisogno.
Questi cambiamenti travolgono assetti e strumenti consolidati nel tempo e richiedono inevitabilmente anche profonde trasformazioni della rappresentanza sociale, in ogni settore e per tutti i soggetti che ambiscono a svolgere questo ruolo: siano essi datoriali o professionali, di categoria o generalisti.
Non è un caso che le tradizionali organizzazioni di rappresentanza sociale continuino ad avere “appeal” nei confronti di chi ha cessato l'attività lavorativa e crescenti difficoltà nei riguardi di quanti il lavoro lo praticano e/o lo cercano.
Tengono dignitosamente il campo solo quelle formazioni sociali che riescono ad intercettare i reali bisogni dei rappresentati, fornendo risposte soddisfacenti, e che sono capaci di anticiparne le evoluzioni nel tempo.
È su questo versante che abbiamo cercato di collocarci e nel quale dobbiamo proseguire, sapendo che si può essere ascoltati e rispettati solo se si ascolta e si rispetta e tenendo nella dovuta considerazione gli scenari di contesto e le compatibilità di sistema.
Bisogna trovare un nuovo modello di relazioni sindacali anche nel pubblico impiego puntando alla tutela dei diritti fondamentali, alla disciplina dei doveri essenziali, alla valorizzazione del merito e ad innovativi sistemi di classificazione, che tengano conto delle diverse professionalità e conseguenti responsabilità.
La totalità dei contratti collettivi stipulati nel pubblico impiego tra il 2007 e il 2009 appartengono ad una stagione ormai superata e richiedono una profonda rivisitazione sia nella parte giuridica che in quella economica.
La nuova “architettura” di aree e comparti (funzioni centrali, funzioni locali, istruzione e ricerca, sanità) impone l’armonizzazione normativa e la perequazione retributiva per superare troppe e ingiustificate differenze.
In particolare questa esigenza si presenta nel settore dell’istruzione all’indomani della legge sulla Buona Scuola, che pone doverosa attenzione ai dirigenti e ai docenti mentre dimentica il personale ATA.
È ineludibile che si affrontino (e risolvano) le tematiche inerenti la selezione, la formazione, la carriera e le competenze del personale amministrativo, ed in particolare del Direttore SGA. Per questi ultimi (i DSGA) continueremo l’azione, sempre correttamente svolta, per recuperare a fini retributivi l’anzianità di servizio al 31/8/2000 (ricostruzione e non temporizzazione).
Occorre definire un trattamento economico effettivamente correlato alla quantità e qualità delle prestazioni rese, remunerando adeguatamente i risultati conseguiti e quelli ai quali si è contribuito. Vanno superati i meccanismi automatici di progressione delle carriere e delle relative retribuzioni. Si deve progredire per merito dimostrato sia in carriera che nella retribuzione.
La contrattazione collettiva nazionale deve restare un caposaldo delle regole generali, ma è indubbio che va riconosciuto uno spazio ampio alla contrattazione più prossima al luogo di lavoro, come sta avvenendo anche nel settore privato. Sarebbe doveroso introdurre anche nel pubblico impiego la fiscalità di vantaggio per retribuzioni accessorie collegate a merito e produttività.
Deve essere mantenuta una regolazione equilibrata tra disciplina legale e normazione contrattuale, evitando indebite invasioni di campo, come definita nella riforma Brunetta (D. Lgs. 150/2009).
L'organizzazione associativa vigente, frutto di implementazioni progressive, mantiene la sua sostanziale validità in una sinergia feconda e complementare tra organi e strutture nazionali e territoriali.
Vi saranno aggiustamenti anche statutari posti all’attenzione del Congresso, ma l'impianto va sostanzialmente mantenuto con gli attuali organi centrali e periferici (Congresso, Consiglio Nazionale, Consiglio di Presidenza, Presidente, Tesoriere, Collegio dei Probiviri e dei Revisori, Fnada, Consulte, Uffici, CRAL, Assemblee Provinciali e Regionali, Presidenti Provinciali e Regionali, Consigli Regionali).
La stessa organizzazione della struttura operativa fatta di personale, consulenze, sedi e attrezzature - accresciute e migliorate nel tempo - è confacente alla mole qualitativa e quantitativa richiesta dagli scopi, dai servizi e dalle attività. Anche su questo versante potranno esservi interventi migliorativi : ammodernamento funzionale delle sedi esistenti e/o nuove sedi, incremento dei rapporti di lavoro e delle consulenze (completamento del tempo pieno, progressioni di carriera, consulenze esterne e/o nuove assunzioni ), aggiornamento, sostituzione e/o ampliamento delle attrezzature.
Le attività sono da sempre il "fiore all'occhiello" della nostra esperienza associativa soprattutto sul versante della formazione e della consulenza professionale, che abbiamo incrementato grazie all'ausilio delle tecnologie informatiche, digitali e dei social.
Positivi rapporti di collaborazione, in primis con il Gruppo Spaggiari di Parma, ci hanno visto compartecipi di una importante esperienza editoriale (PAIS) e di significative ed apprezzate proposte di innovazione rivolte alle istituzioni scolastiche (segreteria digitale e non solo).
Questo percorso va proseguito, migliorato ed ampliato sia in proprio che in partnership, utilizzando ancor di più le moderne tecnologie della comunicazione anche a distanza. Positiva l’esperienza fatta nei decorsi mesi di aprile e maggio con i corsi in “FAD” organizzati in collaborazione con la Società Overview Consulting di Roma/Napoli.
I rapporti di collaborazione hanno visto coinvolti positivamente anche altri soggetti aziendali, oltre il Gruppo Spaggiari, che meritano menzione come Ambiante Scuola, Broker & Scuola Team, Scuola Service Class, Happyland Viaggi e Casa della Divisa.
Dal 2013 stiamo realizzando, in accordo con una primaria Agenzia di relazioni istituzionali (Consenso), nuove attività e modalità di interlocuzione e comunicazione che ci hanno consentito importanti relazioni politiche ed una significativa visibilità sui tradizionali e nuovi mezzi di informazione. Anche questo percorso va proseguito e migliorato quale strumento idoneo a raggiungere positivi risultati rispetto a ciò che proponiamo ed ai soggetti che rappresentiamo.
Sul versante dei servizi ai soci abbiamo fatto alcune buone cose su coperture assicurative, assistenza nei contenziosi (anche disciplinari), consulenza personalizzata e modalità dilettevoli dello stare insieme anche oltre il lavoro (vedi iniziative CRAL). In questo ambito, però, abbiamo il dovere di fare di più perché crescenti sono i bisogni. Sarà questo un terreno di grande attenzione che dovrà impegnare l'intera dirigenza associativa ad ogni livello di incarico e responsabilità.
Sin dalla nascita abbiamo aderito a FP CIDA - e per suo tramite alla CIDA - fornendo costantemente contributi quantitativi e qualitativi e ricevendo opportunità di confronto ampio utile ed interessante, con altri soggetti di rappresentanza sociale e con altre categorie del settore pubblico (nella Federazione) ed anche del settore privato (nella Confederazione).
Questa appartenenza, gli incarichi (anche prestigiosi) ricoperti e positivamente svolti, nonché le azioni di cui siamo stati capaci ci hanno consentito di:
- beneficiare di alcune importanti prerogative sindacali (distacchi, aspettative e permessi) ;
- fruire di sedi, strumenti e attrezzature;
- partecipare a qualificate interlocuzioni istituzionali, politiche e sociali in sede governativa (Palazzo Chigi), ministeriale (Palazzo Vidoni e non solo), parlamentare (Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama) e sindacale (presso l'Aran);
- sviluppare significative presenze ed attività in alcuni ambiti regionali (Sicilia, Campania, Toscana e Veneto in particolare), anche attraverso la collocazione di nostri dirigenti in alcuni organismi territoriali di INPS ed INAIL.
Vi sono tutte le ragioni e le condizioni per continuare e sviluppare l'esperienza, cercando di cogliere tutte le opportunità che si presenteranno.
Il mandato confederale del triennio 2015/2018, con una nuova leadership, si sta caratterizzando per un particolare impegno nelle relazioni istituzionali e politiche e su alcune tematiche di interesse generale.
È auspicabile che (in coerente continuità con il documento politico del 24 gennaio 2013 denominato “L’Italia che vogliamo”) la Confederazione si pronunci formalmente sulla riforma costituzionale sostenendo le ragioni del “si” nel referendum confermativo del prossimo autunno, come stanno facendo anche importanti associazioni datoriali.
Vi sono momenti nella storia di un Paese e di un Popolo dove chi ha rappresentanza sociale non può non prendere posizione. In questi momenti gli atteggiamenti “pilateschi” non sono ammessi.
Nelle considerazioni che precedono gli elementi distintivi del mio contributo all’assise congressuale quale Presidente uscente del mandato 2012/2016 ed unico candidato alla carica di Presidente del nuovo mandato.
La presente relazione sarà arricchita da interventi di merito svolti dai colleghi Simonetti, Ladu, Bandoli, Stalteri, Mazzeo, Santini e Mura.