Camera dei Deputati
Assemblea
Martedì 25 ottobre
Interrogazione
n. 5-09864 Andrea Maestri, Civati, Brignone, Matarrelli e Pastorino. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Premesso che: con decreto del Presidente della Repubblica 25 marzo 2014, nel quale era stato formalizzato il parere del Consiglio di Stato 5 giugno 2013, sezione II, che aveva riconosciuto, a tutti gli effetti di legge, il valore abilitante del diploma magistrale, ai sensi del decreto del Ministro della pubblica istruzione del 10 marzo 1997, per i diplomati magistrali, con titolo conseguito entro l’anno scolastico 2001/ 2002, che hanno ottenuto pieno diritto all’inserimento nella graduatoria ad esaurimento (Gae); per tale ragione, durante l’aggiornamento del 2014, gli stessi hanno presentato domanda di inserimento in Gae. La Direzione generale per il personale scolastico del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, con l’avviso del 6 ottobre 2015, ha stabilito che le pronunce del Consiglio di Stato non hanno efficacia erga omnes e pertanto non possono essere estese anche a coloro che non hanno presentato specifico ricorso, esplicando i suoi effetti solamente tra le parti in causa; tale provvedimento, oltre ad aver accentuato le conflittualità fra personale docente ugualmente precari a parità di titolo e spesso con punteggio superiore e i primi vittoriosi e fortunati ricorrenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento ha gettato nuovamente la scuola nella più totale confusione.
Chiede di sapere quali tempestive iniziative, nell’ambito delle proprie competenze, il Ministro interrogato intenda intraprendere, al fine di tutelare la posizione di tutti i docenti in possesso del diploma magistrale abilitante, conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, per il loro inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento ed il riconoscimento del conseguente diritto all’immissione in ruolo, superando quella che appare agli interroganti come una discriminazione in essere.
Mercoledì 26 ottobre
Interrogazione
n. 4-14643 Lo Monte. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Premesso che: con la legge n. 107 del 2015 si è stabilito di procedere ad un piano di assunzioni straordinarie dei docenti nella scuola; le assunzioni programmate per l’anno scolastico 2016/17 e quelle del prossimo triennio prevedono la graduale immissione in ruolo dei docenti dalle graduatorie ad esaurimento secondo il criterio della spartizione duale: i posti disponibili dovrebbero essere divisi al 50 per cento fra docenti delle graduatorie di merito e precari delle graduatorie ad esaurimento secondo le previsioni della legge n. 107 del 2015 (la « buona scuola »). Stante la situazione, molti docenti delle graduatorie ad esaurimento hanno deciso di non presentare la domanda di assunzione straordinaria, in ragione della variabile relativa alla mobilità e al trasferimento, anche a centinaia di chilometri di distanza, dalla provincia di residenza, consapevoli che chi non la presentava resta nelle graduatorie ad esaurimento della sua provincia e continua a partecipare, al 50 per cento con il concorso, in base al testo unico, alle operazioni di assunzione dei prossimi anni.
Chiede di sapere quali iniziative urgenti di competenza il Ministro interrogato intenda adottare al fine rivedere le modalità assunzionali di cui sopra, tutelando in tal modo le legittime aspettative dei docenti presenti nelle graduatorie ad esaurimento.
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Commissione Cultura, Scienza e Istruzione
Giovedì 27 ottobre
Risposta a Interrogazioni
nn. 5-08745 Pilozzi; 5-09088 Scuvera e 5-09215 De Menech: Sulle carenze di organico nelle strutture periferiche del MIUR. (Trattazione congiunta)
Il Sottosegretario Toccafondi sottolinea, in via preliminare, che l’attuale situazione del personale in servizio negli uffici amministrativi del Ministero è ben nota. I continui processi di riorganizzazione degli ultimi anni hanno provocato un progressivo snellimento delle amministrazioni pubbliche ed in particolare del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca dove, nel periodo compreso tra il 2003 e il 2013, la dotazione di personale è passata da 10.572 a 6.418 impiegati. Al 1° luglio 2016, risultano in servizio 3.983 dipendenti. A questo deve aggiungersi che, fin dal 2008, si assiste ad una media di oltre 420 pensionamenti per anno, con un trend che si conferma molto elevato anche nel 2016, tenuto conto dell’età media avanzata del personale (55 anni). È altresì ben nota l’estrema difficoltà di reperire nuovo personale, attese le restrizioni normative vigenti. Si rammenta che, in conformità al decreto-legge 31 dicembre 2014, n. 192, le risorse assunzionali del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca relative agli anni 2015/2016 – superiori ai 7 milioni di euro e che avrebbero potuto essere utilizzate per scorrere le graduatorie ancora vigenti o per un piano di reclutamento straordinario – sono state accantonate per il reclutamento del personale in mobilità proveniente dalle Province e dalla Croce Rossa. È stato predisposto a tal fine, un piano di reclutamento di oltre 200 unità di personale da destinare agli uffici dell’amministrazione centrale e periferica; pur essendo la procedura non ancora conclusa, allo stato attuale soltanto 44 persone hanno scelto la mobilità nel Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca. Pertanto, la situazione di sofferenza degli uffici scolastici territoriali della Provincia di Belluno e di Pavia rispecchia una difficoltosa situazione a livello generale che il Ministero ha ampiamente rappresentato nelle opportune sedi e a cui si sta tentando di fornire soluzioni, anche attraverso la possibilità di indire un piano di assunzioni che tuttavia richiede una fonte primaria e le necessarie autorizzazioni.
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Senato della Repubblica
Assemblea
Martedì 25 ottobre
Interrogazione
n. 3-03251 Gasparri - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Premesso che: la legge 13 luglio 2015, n. 107, recante "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti", ha autorizzato un piano straordinario di assunzioni di docenti per l'anno scolastico 2015/2016, distinto in 3 fasi, di cui le ultime 2, B e C, da effettuarsi tramite domanda in 100 province e secondo le preferenze espresse come ai commi dal 95 al 104 dell'art. 1, quindi senza garanzia di mantenimento della provincia di inserimento in graduatorie a esaurimento (GaE);
dei 101.000 docenti da assumersi, ben 45.000 (sempre inseriti nelle GaE) hanno scelto di non aderire al piano di assunzione volontario previsto dalla legge, la quale, pur garantendo la stabilizzazione, ha posto come condizione la sola disponibilità a livello nazionale, senza garanzie di mantenimento della provincia di appartenenza.
Chiede di sapere se, alla luce delle problematiche esposte in premessa, il Ministro in indirizzo non intenda adottare misure urgenti volte a:
- attuare l'esaurimento delle GaE a partire dall'anno scolastico 2016/2017, per tutti i docenti inseriti nelle stesse, oltre il turnover, anche su posti di fatto e in deroga;
- pianificare una rimodulazione dell'organico complessivo, trasferendo una quota considerevole delle cattedre attualmente in deroga o di fatto, in organico di diritto;
- tutelare i docenti attualmente in graduatorie a esaurimento, in terza fascia, rispetto ai nuovi inserimenti, anche relativi agli ultimi dispositivi di legge pendenti per diplomati magistrali ante 2001, istituendo o meglio ripristinando una fascia aggiuntiva o quarta fascia alle GaE, come per il decreto ministeriale n. 53 del 2012;
- predisporre un piano straordinario di immissione in ruolo da GaE, secondo province di inclusione, con deroga triennale al decreto legislativo n. 297 del 1994, art. 399, in misura percentuale maggiore del 50 per cento, rispetto ai concorsi soprattutto nelle GaE con maggiore consistenza numerica;
- prevedere, nel futuro, concorsi solo per quelle classi, regioni e province le cui GaE sono di fatto esaurite e nel contempo predisporre un piano triennale di svuotamento delle GaE;
- promuovere la soppressione urgente del comma 131 dell'art. 1 della legge n. 107 del 2015 che prevede che, dopo 36 mesi anche non continuativi accumulati, i docenti sono impossibilitati a conseguire incarichi;
- promuovere la revisione del comma 108, ristabilendo che la mobilità sia territoriale che professionale, torni nell'ambito della normativa previgente, in modo tale che non si riverifichino situazioni disastrose come quella esposta;
- istituire una commissione di lavoro che ripristini le situazioni di contenzioso, che ha visto gli assunti della fase C del piano straordinario di immissione fuoriuscire dalle province di appartenenza in GaE e di immissione in ruolo, promuovendo altresì la revisione dei commi fino al 110 dell'art. 1 della legge n. 107 del 2015;
- regolarizzare il piano straordinario di mobilità su ambito nazionale, messo in atto quest'anno nella fase C, ripristinando i docenti ricorrenti con punteggio maggiore, inviati in altre province e regioni diversamente dall'individuazione prima di immissione in ruolo, magari con un piano straordinario sul territorio di organico, che ne consenta il rientro;
- definire l'organico potenziato, che costituisce elemento utile ai fini della salvaguardia di posti da attribuire nel ruolo, come per la mobilità ed è determinato anche dalla consistenza del numero di alunni per classi (decreto ministeriale n. 81 del 2009);
- modificare i parametri di considerazione del numero minimo delle classi e degli alunni per classe, soprattutto al di sotto delle 27-30 unità per le classi prime di ogni ordine e grado, anche alla luce delle ultime normative sulla sicurezza (decreto legislativo 2 aprile 2008, n. 81, e successive modificazioni) ora più che mai attuale;
- ripristinare la quantità delle ore soppresse negli istituti tecnici e professionali, viste le sentenze del TAR del Lazio (sentenze n. 3527/2013, n. 6438/15, n. 3019/16), risanando una situazione, che ha generato l'esubero di molti docenti e la loro mancata assunzione, specialmente di quelli iscritti in graduatorie a esaurimento (insegnanti tecnico-pratici principalmente).
Mercoledì 26 ottobre
n. 3-03254 Anitori, Conte, Dalla Tor, Aiello, Bilardi, Di Giacomo, Pagano, Albertini, Luciano Rossi, Formigoni, D'Ascola, Viceconte - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
Premesso che:
il precariato dei lavoratori con contratto di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.) previsti dal decreto ministeriale n. 66 del 2001 in servizio presso le istituzioni scolastiche statali investe circa 890 lavoratori (a fronte dei 970 iniziali), distribuiti sul territorio nazionale nelle regioni Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania, Lazio, Puglia, Abruzzo e Marche; essi assicurano il funzionamento delle segreterie nelle istituzioni scolastiche e ricoprono posti vacanti in organico appositamente accantonati con successivi decreti ministeriali e decreti interministeriali;
considerato, inoltre, che:
alle condizioni attuali i lavoratori con contratto di collaborazione coordinata, pur essendo esclusi da ogni diritto, sono inseriti a pieno titolo nell'organizzazione scolastica dove svolgono funzioni e mansioni ATA alla pari dei colleghi di ruolo e dei precari ATA, lavorando su posti liberi accantonati in organico, e soggetti a tutti i doveri del dipendente subordinato a tempo indeterminato, primo fra tutti la mobilità applicata secondo le regole del personale ATA di ruolo, così come disciplinato dal contratto collettivo nazionale integrativo del comparto scuola; quindi il loro status lavorativo è contrattualmente atipico (contratto di collaborazione coordinata e continuativa), ma di fatto nell'espletamento delle funzioni è di lavoratore subordinato a tutti gli effetti, in quanto interni all'amministrazione e soggetti a tutti i doveri del personale dipendente subordinato,
Chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuna l'attivazione urgente di un percorso di stabilizzazione di tutti i lavoratori co.co.co. di cui al decreto ministeriale n. 66 del 2001, occupando i posti liberi in organico accantonati e dislocando le unità eccedenti presso gli uffici periferici dell'amministrazione degli uffici scolastici regionali ed amministrazione trasparente, in modo tale da garantire al suddetto personale il raggiungimento del minimo contributivo per beneficiare successivamente di un assegno pensionistico dignitoso e consono alle mansioni svolte sino ad oggi, seppur in un quadro normativo incerto e alquanto penalizzante.
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