Assemblea
Martedì 11 aprile
Interrogazione
(3-02946) Chimienti, Di Benedetto, Vacca, Luigi Gallo, Marzana, Simone Valente, Brescia e D’uva. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
La legge 11 dicembre 2016, n. 232, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 297 del 21 dicembre 2016, all’articolo 366, stabilisce che: «Per il concorso alle finalità di cui al comma 364 del presente articolo, nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, è iscritto un fondo con un’autonoma dotazione di 140 milioni di euro per l’anno 2017 e 400 milioni di euro a decorrere dall’anno 2018, da destinare all’incremento dell’organico dell’autonomia di cui all’articolo 1, comma 201, della legge 13 luglio 2015, n. 107. Al riparto del fondo si provvede con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze»; il Ministro interrogato ha scritto al Ministro dell’economia e delle finanze Padoan e al Presidente del Consiglio Gentiloni due lettere, facendo presente al Ministro Padoan che il ritardo è inaccettabile e che in gioco ci sono 25 mila stabilizzazioni di docenti da finanziare attraverso i suddetti fondi stanziati mediante la legge di bilancio; il Ministero dell’economia e delle finanze risponde che la Ragioneria generale dello Stato si starebbe orientando per autorizzare solo 8-10 mila nuove assunzioni; il Ministro interrogato afferma che la trasformazione dei 25 mila posti da organico di fatto a quello di diritto consentirebbe di partire per tempo con le assunzioni, evitando di iniziare anche il prossimo anno scolastico con un numero eccessivo di cattedre vuote; si paventa il rischio che i 400 milioni destinati a decorrere dal 2018 per l’incremento dell’organico dell’autonomia, finiscano invece tra le poste dei tagli ai ministeri, finora solo genericamente annunciati per evitare la procedura d’infrazione.
Si chiede di sapere se il Governo intenda utilizzare, ai fini della trasformazione dei posti di organico di fatto in organico di diritto, tutte le risorse stanziate in legge di bilancio per il 2017 e ammontanti a 400 milioni di euro, evitando che una parte di queste risorse possano essere disperse, e in che proporzioni tali risorse verranno ripartite per le assunzioni tra i diversi gradi scolastici.
(3-02949) Vezzali. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
L’Osservatorio nazionale amianto (Ona) l’amianto è un cancerogeno completo, provoca mesotelioma (un tumore sentinella della presenza di amianto), tumori polmonari, alla laringe e alle ovaie. Provoca asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici; secondo l’Osservatorio nazionale amianto, in Italia, ci sono 1.900 nuovi casi di mesotelioma ogni anno; dalla pubblicazione « I numeri del cancro 2016 di Aiom/Airtum » emerge un numero importante: circa 6000 decessi ogni anno solo in Italia; in Italia ci sono 2.400 scuole che presentano amianto e materiali di amianto; scuole, ancora oggi da bonificare, nonostante la legge n. 257 del 1992 che ne vieta l’uso.
Chiede di sapere in che stato di conservazione sia l’amianto presente nelle 2.400 scuole ancora da bonificare, se ritenga che i 7 miliardi di euro destinati alla sicurezza delle scuole possano coprire anche i costi di rimozione e smaltimento di amianto e materiali di amianto per i quali occorrono imprese specializzate, se sia stato fissato un termine entro il quale poter dichiarare le scuole prive di amianto e, quindi, sicure per la salute dei ragazzi.
(3-02951) Borghesi, Fedriga, Allasia, Attaguile, Bossi, Busin, Caparini, Castiello, Giancarlo Giorgetti, Grimoldi, Guidesi, Invernizzi, Molteni, Pagano, Picchi, Gianluca Pini, Rondini, Saltamartini e Simonetti. – Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
La tanto decantata riforma della «Buona scuola», che avrebbe dovuto rivoluzionare in meglio il sistema scolastico italiano, ha prodotto, in questo primo anno, un risultato a dir poco deludente; gli studenti hanno dovuto subire pesanti ripercussioni organizzative, con supplenti che si sono avvicendati di continuo a discapito dell’efficacia della didattica; per gli insegnanti precari, che da anni ricoprono il ruolo di supplenti, è stato previsto solo la possibilità di partecipare a un concorso nazionale, senza tenere in debita considerazione tutta l’esperienza maturata nell’insegnamento e le abilitazioni conseguite, pagate di tasca propria, nella speranza di una stabilizzazione mai arrivata; il paradosso della riforma è che i precari, per continuare ad insegnare, nonostante lo facciano da anni, devono fare un concorso, mentre accedono alle cattedre chi negli ultimi anni si è dedicato a ben altro; il concorso si è svolto nel 2016 per la selezione di circa 63.000 insegnanti, la cui assunzione si sarebbe definita nel corso di tre anni, ma nemmeno la metà dei concorrenti è arrivata agli orali e questo ha impedito di coprire i posti a concorso, anche perché numerosi candidati, abilitati e spesso già insegnanti nelle scuole, sono stati esclusi; prima di cambiare profondamente il sistema di reclutamento degli insegnanti, il Governo avrebbe dovuto sistemare tutto il precariato, non considerando soltanto le graduatorie ad esaurimento, che sono solo una delle tipologie di precariato esistenti, lasciando indietro le graduatorie di istituto; il riordino del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, interviene, peraltro, sul problema nientemeno dall’anno scolastico 2020-2021, così come stabilito dallo schema di decreto legislativo n. 377.
Si chiede come intenda garantire agli studenti, a settembre 2017, un inizio di anno scolastico regolare e un’organizzazione efficiente della didattica e ai docenti ancora in situazione di precariato quel futuro lavorativo finora negato, a conferma di un’effettiva e reale «Buona scuola».
(4-16251) Brignone, Civati, Andrea Maestri e Pastorino. — Al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.
Il sindacato FLC-CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS, delle Marche, comunicava mediante stampa regionale, di aver abbandonano, il giorno 7 aprile 2017, il tavolo di confronto tra sindacati comparto scuola e ufficio scolastico regionale, a fronte dell’impossibilità di intrattenere corrette e costruttive relazioni sindacali poiché, a loro dire, nella regione mancherebbero oltre a docenti e personale Ata, anche i dati reali relativi alla scuola pubblica; sempre secondo i sindacati, nelle Marche servirebbe un’integrazione dell’organico dell’autonomia di almeno 1200 posti; sembrerebbe che l’ufficio scolastico regionale, sia privo d’informazioni su nuove iscrizioni di studenti, dati organico docenti e personale Ata; inoltre, per quanto attiene alle procedure concorsuali in atto, l’ufficio scolastico – sempre secondo i sindacati –, convocherebbe le parti interessate solo dopo l’avvenuta pubblicazione sul sito istituzionale, in mancata ottemperanza della normativa vigente; a seguito della situazione venutasi a creare, i sindacati hanno scritto al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca denunciando tale situazione; come rilevato dalla stessa regione Marche, nella persona dell’assessore alla pubblica istruzione, che con lettera del 7 aprile 2017, segnalava l’assoluta necessità d’incremento dell’organico di autonomia al fine di garantire la copertura dell’organico ordinamentale adeguato ai fabbisogni essenziali; la regione Marche, inoltre, si è trovata nella condizione di dover richiedere al Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca un rapporto diretto con gli uffici ministeriali o la nomina di un responsabile nazionale con cui affrontare le problematiche esposte, data la resistenza dell’attuale direttore scolastico regionale a collaborare con gli enti preposti al fine di trovare soluzioni alle necessarie scelte per l’efficienza della scuola delle Marche.
Si chiede di sapere se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti narrati in premessa; se non ritenga di dover assumere urgenti iniziative al fine di verificare quanto denunciato dai sindacati comparto scuola delle Marche; quali siano le azioni che intende assumere affinché sia incrementato il corpo docenti e personale Ata, come richiesto dalla regione Marche e dai sindacati, necessario a garantire una buona gestione della scuola e il diritto di studio degli studenti; quali siano le azioni che intende mettere in campo per garantire dall’anno scolastico 2017-2018 scuole adeguate e sicure per gli studenti e i docenti presenti nei territori colpiti duramente dal sisma di agosto 2016 e gennaio 2017; se non ritenga di dover convocare tutte le parti interessate, affinché sia fatta chiarezza sulle modalità di gestione dell’ufficio scolastico regionale Marche, in particolare dal direttore regionale.
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