PENSIONI E ASPETTATIVA DI VITA. INTERROGAZIONE E RISPOSTA

Executive summary

È pervenuta ieri, 21 giugno, la risposta del Governo all’interrogazione 3-03101 Rizzetto (FdI): Iniziative urgenti volte ad eliminare il meccanismo di adeguamento dei requisiti pensionistici all'aspettativa di vita.

 

Analisi

L'adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita costituisce un meccanismo in forza del quale i requisiti richiesti per il diritto a pensione vengono aumentati periodicamente sulla base degli incrementi della speranza di vita accertati dall'Istat. Questo meccanismo, originariamente introdotto dal IV Governo Berlusconi con una disposizione del 2009 che prevedeva che l'adeguamento decorresse dal 1° gennaio 2015, è stato modificato dal medesimo Governo con una disposizione del 2010, che ha fissato una cadenza triennale per l'adeguamento secondo con le rilevazioni effettuate dall'Istat. La normativa in questione è stata ancora modificata dallo stesso Governo, con il decreto-legge n. 98 del 2011, che ha anticipato al 2013 l'entrata in vigore del meccanismo di adeguamento. Successivamente, il decreto-legge “Monti-Fornero” ha esteso questo meccanismo anche ai requisiti contributivi per l'accesso alla pensione anticipata, stabilendo altresì che, a decorrere dal 2019, l'aggiornamento dei requisiti sarebbe dovuto avvenire con cadenza biennale anziché triennale. La normativa vigente, quindi, prevede che l'eventuale revisione dei requisiti, con effetto dal 2019, debba essere effettuata entro il 31 dicembre 2017 con decreto direttoriale del Ministero dell'economia e con il consenso del Ministero del lavoro, sulla base dei dati forniti dall'Istat, che, secondo le informazioni avute, saranno disponibili non prima del prossimo autunno.

Ad oggi, quindi, non è possibile avanzare alcune ipotesi rispetto a questa procedura. Nella legge di bilancio 2017, è contenuta una specifica disposizione in base alla quale i futuri quattro adeguamenti alla speranza di vita, previsti nel 2019, 2021, 2023 e 2025, non troveranno applicazione nei confronti dei lavori usuranti.

 

Fonte

Link al testo della risposta: https://goo.gl/CZdg5u


Executive Summary

CAMERA – Presentata ieri, 20 giugno, una interrogazione a risposta orale in Aula a prima firma dell’On. Rizzetto (Fdi-An, Comm. Lavoro) relativa all’adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita.

In particolare, rilevando come i dati recenti attestino, per la prima volta nella storia d'Italia, un calo dell'aspettativa di vita degli italiani, gli interroganti chiedono al Governo quali urgenti iniziative intenda assumere per eliminare l'iniquo meccanismo di adeguamento delle pensioni all'aspettativa di vita.

 

Fonte

Di seguito, il testo dell’interrogazione.

 

RIZZETTORAMPELLICIRIELLILA RUSSAGIORGIA MELONIMURGIANASTRIPETRENGATAGLIALATELA e TOTARO.

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

Per sapere – premesso che: 


   in attuazione di quanto disposto dal decreto-legge 30 luglio 2010, n. 78, il 16 dicembre 2014 è stato pubblicato il decreto del Ministero dell'economia e delle finanze che reca le norme per l'adeguamento dei requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita; 
   tale decreto ha stabilito che: «A decorrere dal 1o gennaio 2016, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici (...) sono ulteriormente incrementati di 4 mesi e i valori di somma di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui alla tabella b allegata alla legge 23 agosto 2004, n. 243, e successive modificazioni, sono ulteriormente incrementati di 0,3 unità»; 
   pertanto, in conseguenza degli aumenti legati alla speranza di vita, sono stati notevolmente innalzati sia l'età per raggiungere la pensione di vecchiaia che i contributi per ottenere la pensione anticipata; 
   l'adeguamento dei requisiti per l'accesso al pensionamento, facendo ricorso automatico ad un indicatore statistico che misura la probabilità media di quanti anni un uomo e una donna possano vivere, rappresenta un meccanismo pregiudizievole che comporta un aumento periodico del tempo in cui si potrà accedere all'assegno previdenziale, basandosi su un dato meramente previsionale; 
   il sistema come ideato, appare a giudizio degli interroganti incongruo e irragionevole e, infatti, ora sta accadendo che ci si trovi a fare i conti con i recenti dati che attestano, per la prima volta nella storia d'Italia, un calo dell'aspettativa di vita degli italiani; 
   i dati rilevati dal rapporto Osservasalute, presentato il 26 aprile 2016, ha attestato che nel 2015 la speranza di vita per uomini e donne era rispettivamente di 80,1 anni e 84,7 anni, inferiore rispetto al 2014, imputando tale calo soprattutto alla riduzione della prevenzione sanitaria; 
   a maggior ragione, a fronte di un andamento in discesa dell'aspettativa di vita, è, quindi, necessario abolire l'attuale sistema di adeguamento alla stessa delle pensioni per eliminare un meccanismo che determina un grave pregiudizio per i cittadini, poiché la speranza di vita media non aumenta, ma si allunga il tempo per accedere all'assegno pensionistico, con il rischio per i pensionati di godere, in concreto, solo di pochi anni del trattamento pensionistico rispetto al reale ammontare dei contributi versati negli anni sotto forma di pensione –: 
   quali urgenti iniziative intenda assumere per eliminare l'iniquo meccanismo di adeguamento delle pensioni all'aspettativa di vita. (3-03101)



 
Categoria: Approfondimenti Data di creazione: 22/06/2017
Sottocategoria: Sottocategoria n. 1 Ultima modifica: 22/06/2017 17:23:00
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