NOTA SU PREVIDENZA OBBLIGATORIA E COMPLEMENTARE

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.

In materia di sostenibilità del sistema pensionistico nazionale, le ultime elaborazioni di previsione baseline RGS[1] indicano per la previdenza obbligatoria dei dipendenti privati tassi di sostituzione lordi decrescenti nell’arco temporale dal 2010 al 2040 in media dal 74,1 al 61,8% ed un successivo incremento fino al 63,4% nel 2060. Questi dati confermano gli scenari baseline EPC-WGA 2010[2], sia in merito agli andamenti che alla previsione del dato finale, leggermente posizionato più in alto, al 64,7%. Entrambe le analisi elaborano anche dati previsionali relativi ai tassi di sostituzione complessivi, cioè comprensivi di un eventuale adesione al sistema della previdenza complementare. In tal caso, i livelli dei tassi di sostituzione della previdenza obbligatoria si avvantaggiano di un incremento in media di circa 15 punti percentuali, raggiungendo il dato di previsione definitivo pari al 78% nello scenario di base RGS ed al 79,5% in quello EPC-WGA.

Considerato che queste previsioni sono analogamente riconducibili all’ambito del settore pubblico - in ordine sia al sistema vigente di previdenza obbligatoria che di previdenza complementare, anche se, quest’ultimo, di recente implementazione -, in ragione del fatto che le prestazioni finali sia di primo che di secondo pilastro derivano in ogni caso da un rapporto di contribuzione di tipo obbligatorio, riteniamo che occorra trovare il modo di rendere l’adesione alle forme pensionistiche complementari in qualche modo obbligatoria. Su base legislativa o contrattuale.

Oltre al discorso legato ai tassi di sostituzione, riteniamo anche che un incremento massiccio di risorse al sistema dei fondi pensione sia parimenti in grado, con gli opportuni accorgimenti, di implementare lo sviluppo della nostra economia. Com’è in effetti dimostrato dalle esperienze di altri paesi europei e, significativamente, nel nostro paese, reso plausibile dalla recente iniziativa promossa dal Fondo Pensione negoziale Laborfonds, per i dipendenti del Trentino Alto-Adige, in accordo con la Regione, le Province autonome di Bolzano e Trento ed alcuni soggetti privati. In pratica, il Fondo regionale investirà soprattutto in obbligazioni sostenute da imprese ed enti locali, assimilabili in tutto o in parte ai cosiddetti mini-bond, con una politica d’investimento orientata e finalizzata alla crescita ed allo sviluppo del territorio.     

 

Lì, 19.11.2013

Avv. Angelo Giubileo

Esperto di settore                                                                                                                                                                      

                                                                                        

                                                                                                                        



[1] Previsione RGS aggiornata al 2013 su dati 2012.

[2] Economic Policy Committee - Social Protection Committee - European Commission (2010).



 
Categoria: Contributi professionali Data di creazione: 19/11/2013
Sottocategoria: Previdenza Ultima modifica: 20/11/2013 09:09:05
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Autore: Giorgio Germani Pagina letta 2333 volte



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