Assemblea
Martedì 10 ottobre
Interrogazione
(4-08198) Centinaio - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Il decreto legislativo n. 165 del 2001, all'articolo 38, rubricato "Accesso dei cittadini degli Stati membri della Unione europea", prevede: "I cittadini degli Stati membri dell'Unione europea possono accedere ai posti di lavoro presso le amministrazioni pubbliche che non implicano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri, ovvero non attengono alla tutela dell'interesse nazionale"; questa legge, voluta fortemente dal Ministro pro tempore per l'immigrazione, Cécile Kyenge, con la quale l'Italia si è dovuta allineare alla normativa europea, ha messo, di fatto, i lavoratori italiani in concorrenza col mondo; dal 2013 i vari Ministeri, compreso il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, si stanno adeguando alla nuova normativa. Si è cominciato con i bandi del concorso docenti del 2016 e poi, nel 2017, con il decreto per le graduatorie di istituto dei docenti e con il decreto per le graduatorie di istituto del personale ATA (ausiliario, tecnico, amministrativo); i titoli per entrare in graduatoria sono gli stessi per tutti e occorre conoscere la lingua italiana; questo decreto permetterà di fatto ai migranti con permesso di soggiorno di accedere alle graduatorie, scavalcando migliaia di italiani in attesa da anni; i rappresentanti della categoria parlano di decisione "irrazionale" in presenza di autoctoni, se non altro perché gli stranieri, ovviamente, non possono avere l'esperienza già maturata sul campo dagli insegnanti precari italiani.
Si chiede di sapere quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di evitare quella che a parere dell'interrogante si tradurrà in un'inevitabile guerra tra poveri, che non risolverà alcun problema, fuorché quello di contenere i salari e penalizzare una volta di più i lavoratori italiani.
Giovedì 12 ottobre
Interrogazione
(3-04050) Pezzopane, Albano, Angioni, Astorre, Borioli, Cardinali, Lucia Esposito, Stefano Esposito, Fabbri, Favero, Ginetti, Gianluca Rossi, Pagliari, Scalia, Valdinosi - Al Presidente del Consiglio dei ministri
La legge 7 aprile 2014 n. 56 recante "Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni" entrata in vigore l'8 aprile 2014, ha ridisegnato organi e competenze dell'amministrazione locale e in particolare delle Province; la nuova legge attribuisce alle Province le seguenti funzioni fondamentali: a) pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, tutela e valorizzazione dell'ambiente; b) pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, costruzione e gestione delle strade provinciali; c) programmazione provinciale della rete scolastica di istruzione superiore e gestione dell'edilizia scolastica; d) raccolta ed elaborazione dati ed assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali; e) controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio provinciale; rilevato che: la riduzione delle risorse economiche da parte del Governo alle Province sta di fatto impedendo a tali enti di poter svolgere quelle funzioni rimaste a loro carico dopo la legge n. 56 del 2014 e non consente loro di poter garantire ai cittadini servizi essenziali, come la manutenzione delle strade, la sicurezza e la tutela dell'ambiente; considerato che a quanto risulta agli interroganti: particolari difficoltà si stanno incontrando in Abruzzo, dove la rete stradale di competenza delle Province è particolarmente estesa; ricadono, infatti, sotto la competenza delle province abruzzesi ben 5.989 chilometri di strade, di cui 1.829 chilometri in provincia dell'Aquila, 1.800 chilometri in quella di Chieti, 1.600 chilometri in quella di Teramo 1.600 chilometri e in quella di Pescara 760 chilometri; sempre nella stessa regione, i metri quadrati di edilizia scolastica ammontano a 747.755; i gravi tagli di risorse e di personale hanno già compromesso in Abruzzo servizi, come la manutenzione delle strade e la predisposizione del piano neve. Si ricordano le conseguenze della nevicata del 18 gennaio 2017, il blocco delle arterie principali di comunicazione e il tragico epilogo dell'hotel di Rigopiano, dove non si riuscì ad inviare per tempo mezzi che liberassero la strada per mancanza di risorse adeguate; considerato, inoltre, che alle difficoltà nella gestione dei servizi si aggiungono anche le preoccupanti condizioni di precarietà che sta vivendo il personale impiegato nelle amministrazioni provinciali abruzzesi, 760 lavoratori penalizzati pesantemente, anche da un punto di vista salariale, dalla scure di tagli succedutisi negli ultimi anni.
Si chiede di sapere quali azioni il Governo abbia adottato e quali intenda adottare per garantire con la massima sollecitudine il trasferimento alle Province delle risorse economiche necessarie ad assicurare il corretto funzionamento di tali enti e l'erogazione da parte di questi dei servizi essenziali ai cittadini.
(4-08244) Liuzzi, Tarquinio, Bruni - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca
Tra i tanti ruoli del personale ATA (personale amministrativo, tecnico e ausiliario) c'è quello di assistente amministrativo; questo ruolo, nel corso degli anni, ha subito diversi cambiamenti, con un maggiore carico di lavoro e di responsabilità: si è passati da semplice assistente tecnico a funzionario della pubblica amministrazione; l'assistente amministrativo si occupa principalmente della gestione dell'archivio e del protocollo, ma anche delle questioni burocratiche e della segreteria; ha responsabilità sulla custodia e la gestione dei beni della scuola, e anche sulle entrate e sulle uscite, quindi si occupa anche degli aspetti economici degli istituti; deve anche essere tecnologicamente formato, perché ha, fra i tanti compiti, quello dell'ordinamento e del controllo di tutti i documenti relativi al plesso scolastico; ad oggi l'emergenza dei servizi generali e amministrativi è ben nota e la carenza di questa importante figura professionale, rischia di compromettere la gestione di tutti i servizi della scuola; sono tanti ancora i posti vacanti e disponibili per l'immissione in ruolo, ma tantissimi assistenti amministrativi, che hanno ricoperto l'incarico di direttore dei servizi generale e amministrativi per più di 3 anni non sono stati stabilizzati, anche se hanno ricoperto la funzione superiore da molti anni e hanno anche superato la selezione per la seconda posizione economica, attraverso un concorso la cui complessità è stata pari a quella per il passaggio di qualifica da AA (assistente amministrativo) a DSGA (direttore dei servizi generale e amministrativi) indetto nel 2010; considerato che nel corso degli anni gli assistenti amministrativi hanno subito anche una penalizzazione retributiva, infatti viene corrisposto loro lo stipendio iniziale di un DGSA, che, a seconda degli anni di servizio, è addirittura inferiore a quello percepito come AA.
Si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga che la mancata stabilizzazione degli assistenti amministrativi che rivestono il ruolo di DGSA da più di 3 anni, non confligga con quanto stabilito dal decreto legislativo n. 81 del 2015, che prevede l'acquisizione del diritto all'inquadramento nella qualifica superiore, se si è stati utilizzati per un periodo di almeno 6 mesi, a prescindere dal titolo di studio previsto per tale qualifica, e con quanto dichiarato dalla Corte di Giustizia dell'Unione europea, che condanna l'Italia sull'abuso dei contratti a tempo determinato e impone la stabilizzazione del personale dopo 36 mesi di servizio; se non ritenga, inoltre, che sanare questa situazione, che ormai si protrae da svariati anni, consentirebbe al Ministero la copertura dei posti disponibili con relativo benessere organizzativo indispensabile per una crescita culturale di qualità ed efficienza ed eviterebbe, nel contempo, ricorsi che porterebbero solamente a spese inutili e ad una perdita di tempo che la scuola italiana non può permettersi.
|