In presenza di oggettive difficoltà in tema di sostituzione dei Direttori SGA sui tanti posti vacanti e disponibili, alcuni Uffici di Ambito Territoriale dipendenti dagli Uffici Scolastici Regionali del MIUR stanno procedendo - d’ufficio - al conferimento di reggenze di scuole normodimensionate a Direttori SGA già in servizio in altra scuola normodimensionata.
In questa direzione si è mosso l’Ufficio di Ambito Territoriale di Roma che, con nota prot. n. 22323 del 5/10/2018, ha conferito d’ufficio l’incarico di reggenza a sette Direttori SGA della stessa provincia, senza preavvertirli e verificarne la disponibilità.
Il provvedimento citato riporta in premessa disposizioni di legge e contrattuali che non hanno attinenza alcuna con il conferimento di incarichi di reggenza a Direttori già titolari di scuola normodimensionata, verso altra scuola normodimensionata.
Non si tratta di una svista ma dell’impossibilità di citare una norma che prescriva l’obbligo di reggenza per i Direttori SGA, poiché questa norma semplicemente non esiste e, quindi, in assenza di una disposizione prescrittiva nessuno (nemmeno gli uffici periferici del MIUR) può obbligare i Direttori SGA ad esercitare le loro funzioni (e conseguenti responsabilità) in una seconda scuola normodimensionata.
Ne consegue che il provvedimento dell’Ufficio di Ambito Territoriale di Roma non è solo illegittimo ma nullo poiché la fattispecie non è normata e perché l’organo che lo ha assunto è totalmente incompetente in materia. I Direttori SGA che non intendono accettare l’incarico - ci risulta che alcuni l’abbiano già rigettato - possono tranquillamente rifiutarlo senza incorrere in alcun rischio.
Che il provvedimento sia privo di fondamento giuridico, lo dimostra anche il fatto che nello stesso non si fa riferimento alcuno al corrispettivo da riconoscere ai Direttori incaricati della reggenza. Mica penserà l’Ufficio di Roma di far lavorare il doppio senza pagare? Su questo punto già basta e avanza la triste vicenda dei Direttori SGA assegnati ad una seconda scuola sottodimensionata, che pur in presenza di legge e contratto da quattro anni non vengono pagati.
Tutto ciò premesso, si invita l’Ufficio in questione a ritirare il provvedimento nei termini in cui è stati assunto e si dichiara la disponibilità dell’Anquap ad assistere e tutelare i colleghi coinvolti nella vicenda (come in altre consimili situazioni).
Lì, 10.10.2018
IL PRESIDENTE
Giorgio Germani