CONVEGNO SUL MIDDLE MANAGEMENT A PALERMO.

Palermo, 24 maggio 2019

Intervento di Giorgio Germani - Presidente Anquap

 

Ringrazio per l’invito ed esprimo i miei complimenti per l’iniziativa che trovo di alto livello professionale e sindacale per il tema scelto ed i qualificati soggetti invitati al confronto.

Rispetto alla domanda - contenuta nel titolo dell’iniziativa - se il middle management nelle scuole rappresenti “innovazione culturale o utopia di sistema” non ho difficoltà alcuna ad affermare che l’introduzione del middle management sarebbe una vera innovazione culturale, necessaria al buon andamento delle scuole e, quindi, complessivamente al corretto funzionamento del sistema istruzione.

Non ho difficoltà nemmeno a dichiarare sostanziale condivisione alle proposte avanzate da Ancodis e riportate nella parte finale dell’intervento del Prof. Cicero.

Osservo, però   che per introdurre l’area del middle management (sostanzialmente la categoria dei quadri e dei professional nel pubblico impiego contrattualizzato) non vi è l’esigenza di un espresso intervento legislativo poiché basterebbe applicare la legge 190/1985 (che ha modificato l’art. 2095 del cc) con apposito inserimento nel Ccnl del comparto istruzione e ricerca. 

Come noto basta richiamare il D.Lgs. 165/2001 per avere ben chiaro che le norme del Codice civile in materia di lavoro si applicano anche alle pubbliche amministrazioni.

Fino ad oggi ciò non è avvenuto per una scelta miope dei soggetti contrattuali. Nel settore privato, però, come ad esempio nel credito e nei trasporti l’area dei quadri e dei professional trova adeguato riconoscimento, con soddisfazione delle aziende e dei lavoratori coinvolti.

Ora anche con la spinta ed il sostegno dell’Ancodis speriamo che possa avvenire e chiediamo ai Sindacati rappresentativi di muoversi in tale direzione a partire dal Ccnl del triennio 2019/2021.

Una diversa soluzione, forse anche più razionale, sarebbe quella di inserire i quadri e i professional nell’area istruzione e ricerca (non nel comparto) con apposita sezione come è oggi per i professionisti (avvocati, medici, ingegneri ecc.) degli enti pubblici economici e di altri enti. Questa soluzione richiederebbe quantomeno una norma espressa nel Ccnq che stabilisce i comparti e le aree.

All’area quadri e professional appartiene sicuramente il Direttore SGA, per le funzioni che esercita e le responsabilità che ricopre, ma alla stessa dovrebbero appartenere in modo stabile e definito almeno tre collaboratori del Dirigente in ogni scuola. Per gli appartenenti a questa area vi dovrebbe essere una specifica disciplina normativa ed un conseguente trattamento economico, simile alla struttura retributiva dei dirigenti.

La presenza di un middle management strutturato quale organismo di governance gestionale della scuola risolverebbe (potrebbe) anche l’annosa e irrisolta questione della sostituzione del Dirigente nei casi di assenza o impedimento, senza ricorrere all’istituto della reggenza che si è nel tempo dimostrato inadeguato ed improduttivo sia per la scuola che per i dirigenti coinvolti.

Il middle management potrebbe ben costituire il naturale bacino di reclutamento per arrivare alla carriera dirigenziale con alle spalle professionalità ed esperienza.

Come più volte ribadito dal nostro eccellente moderatore (Ganazzoli) la questione del middle management non è una rivendicazione retributiva, pur legittima, ma una soluzione organizzativa intelligente per un Ente pubblico autonomo e complesso come sono le istituzioni scolastiche, il cui modello istituzionale e organizzativo necessita di interventi correttivi non meramente formali.

Basterebbe ricordare la relazione del Prof. Sabino  Cassese alla conferenza nazionale sulla scuola del 1990 (Ministro dell’Istruzione Sergio Mattarella) , la ricerca della Fondazione Agnelli di qualche anno fa dal titolo “ gli equilibristi “ (ricercatore il Prof. Cerulo) e la recentissima proposta di Treelle dal titolo “ il coraggio di ripensare la scuola” dove vi è chiaro riferimento al” cosiddetto middle management “ per avere materiale sufficiente che conduca la politica, le parti sociali e gli esperti ad una doverosa riflessione sullo stato dell’autonomia scolastica vent’ anni dopo l’avvio dell’esperienza.

Peraltro, la stessa legge (art. 21 L.59/97) imponeva al Ministro dell’istruzione di presentare una relazione al Parlamento ogni quattro anni, cosa che nessun Ministro ha mai fatto e che il Parlamento non ha mai reclamato.

In conclusione bella l’iniziativa, condivisibili le vostre analisi e proposte sulle quali occorre insistere con determinazione e coerenza. Per quanto riguarda l’Anquap non mancherà il nostro appoggio e la disponibilità a proseguire nel confronto e auspicabilmente nella collaborazione.

 

IL PRESIDENTE ANQUAP

Giorgio Germani

 



 
Categoria: Comunicati Data di creazione: 27/05/2019
Sottocategoria: Comunicati dalla presidenza Ultima modifica: 29/05/2019 15:46:29
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