La mancata immissione in ruolo di personale ATA per l’anno scolastico 2012/2013 – decisione di cui non si comprende il senso giuridico, logico e funzionale – ha determinato effetti “perversi” sulle supplenze allo stesso personale.
Infatti, non si è potuto procedere al conferimento delle supplenze annuali e nemmeno a quelle sino al termine delle attività didattiche.
Le esigenze oggettive delle scuole sono state “soddisfatte” con la stipula di contratti fino all’avente diritto in base all’art. 40 della Legge 449/97; contratti ancora in essere. In buona sostanza, una disposizione nata per sopperire ad esigenze urgenti e limitate nel tempo, viene utilizzata per coprire posti effettivamente liberi per l’intero anno scolastico.
Ciò ha causato e sta causando notevoli danni giuridici ed economici a quanti in posizione utile nelle graduatorie provinciali permanenti per il conferimento di supplenze annuali o sino al termine dell’attività didattica, non si trovavano inseriti nelle graduatorie di istituto delle scuole che avevano posti vacanti e disponibili o solo disponibili. Solo una mera casualità ha impedito a taluni di lavorare e ad altri di ottenere un posto di lavoro, ancorché a tempo determinato. Questo modo di procedere è assolutamente ingiustificato, mentre il contenuto della nota di codesto ufficio prot. n. 2932 del 22 marzo 2013 rappresenta un “pannicello caldo” del tutto inadeguato.
Se vi è da riparare ad una ingiustizia, questa riparazione non può avvenire solo nei confronti di chi ha presentato tentativi di conciliazione, ma di tutti coloro che avrebbero ottenuto una supplenze annuale o sino al termine delle attività didattiche.
Peraltro, la citata nota contiene un errore nella parte in cui parla di supplenza temporanea invece che di supplenza sino al termine delle attività didattiche.
