Si sta mettendo a grave rischio la salute del personale ATA
Ferma restando l’esigenza di un provvedimento “governativo” di chiusura delle scuole su tutto il territorio nazionale, come richiesto dall’Anquap il 12 e 15 marzo 2020, osserviamo che sono ancora molti – purtroppo – i Dirigenti Scolastici che sembra non abbiano compreso l’entità dell’epidemia, forse perché ancora non ha impattato in ugual misura in tutte le Regioni.
Non si è capito compiutamente il significato di una norma (DPCM 11 marzo 2020) il cui scopo è considerare - ex lege ed automaticamente - il lavoro agile come modalità ordinaria di espletamento dell'attività.
Far stare a casa i dipendenti è l’unico modo per far sì che non si diffonda il VIRUS.
Nonostante l’ultimo DPCM chiarisca in maniera inequivocabile questa priorità (non far circolare le persone e quindi il virus), sono ancora troppi gli ostacoli che vengono frapposti all’attivazione del lavoro Agile. A volte vengono “inventate” altre formule come, ad esempio, le turnazioni, i contingenti minimi ecc. ecc., che nulla hanno a che fare con questa pandemia.
In alcuni casi, pur di avere il DSGA e gli Assistenti Amministrativi in ufficio, si individuano attività indifferibili da rendere in presenza a dir poco improbabili.
Come ben evidenzia Luigi Olivieri nel suo articolo di oggi, al quale ci siamo totalmente ispirati, le "attività indifferibili da rendere in presenza" sono ben altre: “curare i malati, seppellire i morti, organizzare le attività di protezione civile”.
“Non c'è alcuna indifferibilità nell'accedere al protocollo, per scaricare o inviare posta che possa essere utile ad attivare procedimenti ai quali non è possibile dare pienamente corso, non nei termini ordinari, almeno”.
Nascondersi dietro falsi problemi di connessione, di disponibilità di dispositivi e/o dei dipendenti, di privacy, di sicurezza informatica, ecc. è ancora più triste in questo momento di emergenza drammatica che ha colpito il nostro Paese.
Possiamo tranquillamente fare tutto da casa senza esporre noi, i nostri famigliari e gli altri al rischio di contagio.
Il “regolatore” ha fornito gli strumenti normativi per gestire questa emergenza: l’art. 1 c. 1 punto 6 del DPCM 11 marzo 2020 e la Direttiva n° 2 del 12/03/2020 del Ministero della Pubblica Amministrazione, non vi è bisogno di alcuna altra “imbeccata” del Ministero dell’Istruzione o dei suoi uffici centrali o periferici.
Occorre solo dar corso alle disposizioni prescrittive vigenti. Chi non dovesse farlo contribuirebbe ad esporre a gravi rischi di contagio il personale Ata, i loro famigliari e gli stessi Dirigenti Scolastici; questi ultimi potrebbero esser chiamati a rispondere per l’eventuale inadempienza di attuazione del lavoro agile.
Lì, 16.03.2020
IL PRESIDENTE
Giorgio Germani