Dopo anni di abbandono delle procedure di reclutamento dei DSGA delle Istituzioni scolastiche ed educative, con l’eccezione della mobilità verticale del 2010, finalmente con la legge di bilancio del 2018 il Parlamento autorizza lo svolgimento del primo concorso ordinario, a distanza di 18 anni dall’istituzione del nuovo profilo professionale del funzionario direttivo in posizione apicale presente come figura unica.
Dall’entrata in vigore della legge (1/1/2018) passa quasi un anno prima che vengano emanati il decreto ministeriale per fissarne le regole (18/12/2018) e il bando che avvia procedure concorsuali, impegnative e con un vasto programma di esame, su base regionale (20/12/2018). Al concorso vengono ammessi gli Assistenti Amministrativi che per almeno un triennio negli ultimi otto anni hanno svolto le funzioni di Direttori SGA, anche in assenza del prescritto titolo di studio (laurea di vecchio o nuovo ordinamento in discipline giuridiche ed economiche).
Con sorpresa ed amarezza si constata che il numero dei posti messi a concorso su tutto il territorio nazionale, pari a 2.004 unità, è inferiore al totale dei posti già vacanti nell’a.s. 2018/2019, ben 2.178. Una scelta incomprensibile e manifestamente illogica se si considera che le graduatorie di merito dei vincitori, superiori al 30% rispetto ai posti del concorso, avranno una durata pluriennale e saranno utilizzate anche per i posti che risulteranno vacanti a partire dall’a.s. 2019/2020 e negli anni successivi per effetto dei pensionamenti. Come era facile immaginare (vedi tabulazione allegata) i posti oggi vacanti sono 2.907 e quelli del prossimo a.s. 2020/2021 aumenteranno di 450 unità raggiungendo la ragguardevole somma di 3357 posti su un totale di 7.785.
Anche assumendo tutti i vincitori del concorso, ancora in fase di “tribolato” svolgimento, sarà impossibile coprire tutti i posti effettivamente esistenti, ancorché negli ultimi anni i posti si siano ridotti di 209 unità (vedi sempre tabulato) per la pervicacia di mantenere una norma assurda sulle scuole sottodimensionate, nelle quali non possono essere assegnati in via esclusiva un Dirigente e un DSGA.
In verità a legislazione vigente le assunzioni a tempo indeterminato possibili (vorremmo essere smentiti) sono solo quelle sui posti accantonati per i pensionamenti dal 1/9/2019 e su quelli che risultano dai pensionamenti con decorrenza 1/9/2020, per un totale di 1.210 unità. Se la matematica non è un’opinione resteranno vuoti 2.147 posti, più di quelli messi a concorso. Veramente un gran “bel risultato” frutto di scelte politiche (e amministrative) del tutto irrazionali.
Se questo è il contesto reale (e questo è) avanziamo le seguenti urgenti proposte:
- concludere velocemente il concorso ed assumere a tempo indeterminato tutti coloro che, avendo superato le prove, andranno nelle graduatorie di merito;
- se in alcune regioni il concorso non termina in tempo utile per le assunzioni a tempo indeterminato dal 1/9/2020, consentire che le stesse assunzioni avvengano una volta pubblicate le graduatorie di merito entro il termine massimo del 31/12/2020;
- verificare che l’esame delle prove scritte svolte in Lombardia sia avvenuto correttamente, poiché il numero dei non ammessi alle prove orali è oggettivamente troppo alto rispetto ai risultati delle altre regioni;
- se non sarà possibile assumere a tempo indeterminato tutti i vincitori del concorso, ma solo quelli sui pensionamenti avvenuti e prossimi venturi, si proceda alle assunzioni dei vincitori di concorso con supplenze annuali;
- sui posti che restano non si potrà che procedere con le assunzioni annuali da precedenti graduatorie (ex D.M. 146/2000) e con le utilizzazioni dei facenti funzione, senza dimenticare eventuali presenze nelle graduatorie permanenti del passaggio dall’area B all’area D;
- per i facenti funzione, anche senza laurea, deve essere bandito un concorso straordinario e riservato da svolgersi urgentemente per poterli assumere, i vincitori, dal 1/9/2021. Si tratterebbe di una giusta soluzione ad una storia penosa che si trascina da quasi venti anni.
Il presente documento viene inviato al Ministro dell’Istruzione, al Capo di Gabinetto e ai Capi Dipartimento dello stesso Ministero.
Lì, 24.06.2020
IL PRESIDENTE
Giorgio Germani