I dossier aperti in tema di istruzione sono sempre tanti, complessi e tutti meritevoli di doverose attenzioni, per cercare e trovare le possibili soluzioni in un contesto in continua evoluzione, che da un anno ormai è gravemente condizionato da una perdurante emergenza sanitaria.
Da meno di un mese si è insediato il terzo Governo della XXVIII legislatura, presieduto da una personalità di grande prestigio europeo e internazionale, il Dr. Mario Draghi.
Al Ministero dell’Istruzione è arrivato un nuovo Ministro in possesso di rilevanti titoli accademici e notevole esperienza, il Prof. Patrizio Bianchi (il quarto della legislatura).
Il Sig. Ministro è ben consapevole del compito impegnativo che lo attende ma a noi pare importante portare alla Sua attenzione (a quella dei suoi collaboratori, nonché dei dirigenti e funzionari di carriera) un argomento troppo spesso marginalizzato dalla politica ed anche dall’alta burocrazia ministeriale.
Ci riferiamo al tema dell’amministrazione delle istituzioni scolastiche che ha assunto un ruolo fondamentale dall’ormai lontano primo settembre 2000, con l’acquisizione per tutte le scuole della personalità giuridica e la connotazione di rilevante autonomia in termini organizzativi, didattici, di ricerca sperimentazione e sviluppo, ampliamento dell’offerta formativa, contabilità e attribuzione di funzioni esclusive; funzioni non soggette al potere gerarchico del Ministero.
Ogni scuola autonoma è luogo di lavoro ed anche sede di relazioni sindacali. Ogni scuola funge da sostituto d’imposta ed ha la gestione diretta della contabilità, del personale docente e ATA (in media oltre 100 unità per istituto), degli alunni e dei rapporti con le loro famiglie (in media oltre 900 alunni per ogni istituto).
In quanto pubbliche amministrazioni le scuole soggiacciono a tutte le regole che riguardano i pubblici uffici; regole generali che non tengono conto delle loro peculiari caratteristiche e quasi sempre a misura di grandi amministrazioni centrali come i ministeri, le agenzie fiscali e gli enti pubblici non economici. Inoltre, il sistema informativo risulta non sempre adeguato e aggiornato con difficoltà rilevanti di “colloquio” con altri sistemi pubblici (MEF, INPS, AE, etc… etc…).
A presidio dell’amministrazione delle scuole sono preposti il Dirigente scolastico, il Direttore SGA e gli Assistenti Amministrativi. Dovrebbe essere presente in ogni scuola anche un Coordinatore Amministrativo ma il suo organico non è stato mai istituito e nell’organigramma dell’ufficio di segreteria questa assenza si fa sentire, generando un vuoto nel raccordo tra il Direttore SGA e gli Assistenti amministrativi, infinite ed irrisolte problematiche nella sostituzione del Direttore SGA: sia quando il posto è vacante e disponibile che quando la sostituzione si rende necessaria (obbligatoriamente) per periodi più o meno brevi.
Il profilo del Dirigente scolastico (organo individuale e figura monocratica) è ben definito da leggi e regolamenti e dalla specifica contrattazione collettiva in termini di reclutamento, formazione in servizio, funzioni e responsabilità, conseguente status giuridico e trattamento economico.
Non è stato così sin dall’inizio dell’esperienza dirigenziale (1/9/2000) ma una pluralità di interventi successivi (e di varia natura) ha corretto in larga misura le criticità iniziali. Restano da affrontare alcuni aspetti di rilevante spessore quali quello della sostituzione, del rapporto con gli organi collegiali e dell’istituto della reggenza di altra scuola con la particolarità, molto negativa, delle scuole cosiddette sottodimensionate.
Una sorte identica non è toccata al Direttore SGA anch’esso organo individuale e figura monocratica. A fronte di un progressivo aumento quantitativo e qualitativo del decentramento amministrativo non sono stati definiti interventi evolutivi e di riconoscimento del maggior carico di lavoro, anzi si è assistito anche a plateali mortificazioni e discriminazioni retributive all’interno di un contesto di contrattazione collettiva che ha sempre privilegiato le quantità e gli automatismi.
Su questo versante gli interventi da compiere sono innumerevoli ed anche urgenti in tema di:
- organico, con il superamento della condizione delle scuole sottodimensionate dove non possono essere assegnati in via esclusiva un Dirigente e un Direttore. La conduzione dirigenziale e direttiva su più scuole penalizza il funzionamento delle stesse e genera sugli organi coinvolti un carico di lavoro esorbitante. Peraltro, i DSGA obbligati a lavorare in due scuole hanno ricevuto con anni di ritardo l’indennità mensile e non la stanno percependo con riferimento all’a.s. 2019/2020 e al corrente a.s. 2020/2021;
- reclutamento. Si è fatto un concorso ordinario per reclutare 2.004 unità dopo 18 anni dall’istituzione del profilo professionale; un concorso che è durato (e nel Lazio è ancora in corso) tra i 20 e 26 mesi senza risolvere la copertura di tutti i posti vacanti e disponibili. Anche assumendo tutti i vincitori del concorso dal 1° settembre 2021 avremo una scopertura di oltre 1.500 unità. In queste condizioni è urgente bandire un nuovo concorso (con nuove modalità, pur sempre selettive) e sarà inevitabile continuare con gli Assistenti Amministrativi facenti funzione, generando in questo personale legittime aspettative che il sistema non è stato capace di affrontare con soluzioni adeguate. Condividiamo la tesi contenuta nel Rapporto Finale del Comitato di esperti istituito con D.M. 21 aprile 2020, n. 203 con la quale si asserisce che una scuola di qualità non possa che basarsi, innanzitutto, su un organico di personale stabile e adeguatamente formato;
- formazione in servizio. Vi è stata solo la positiva esperienza del progetto “Io Conto” che deve essere implementata anche con il coinvolgimento delle Università e della Scuola Nazionale di Amministrazione. Vi sono state limitate iniziative sui DSGA neo assunti ma l’avvio della loro nuova esperienza non è stato assistito da una necessaria attività di tutoraggio. Anche su questo punto riprendiamo i contenuti del Rapporto sopra citato dove si auspica un piano di formazione rivolto al personale che tenga conto delle diverse fasi dello sviluppo professionale a cui collegare, conseguentemente, un percorso formativo mirato e specifico;
- sostituzione che non può che essere risolta con l’introduzione del Coordinatore Amministrativo in ogni istituzione scolastica;
- funzioni e responsabilità. Si deve rendere effettivo il ruolo di “Capo” del personale ATA con l’affidamento di poteri reali. Si devono, altresì, affidare alcuni compiti esclusivi in materia di gestione della contabilità finanziaria e patrimoniale, nonché di attività negoziali;
- rapporti con il Dirigente. Devono essere ben definite le funzioni complementari e sinergiche e quelle esclusive di ciascuno dei due organi, così come debbono essere ben delineati i caratteri e i contenuti delle direttive di massima;
- status giuridico, trattamento economico e collocazione nella contrattazione collettiva. Una figura monocratica, anche organo individuale con rilevanza esterna, non può trovare la disciplina del suo rapporto di lavoro all’interno della contrattazione collettiva di comparto. Deve, invece, necessariamente essere inserita nell’area dirigenziale di Istruzione e Ricerca, ancorché in separata sezione. Lo status può restare quello di un funzionario direttivo in posizione apicale, mentre la struttura retributiva deve essere equiparata a quella del Dirigente scolastico (trattamento economico fondamentale, retribuzione di posizione e retribuzione di risultato). Il quantum della retribuzione, nei diversi elementi che la compongono, deve avere un rapporto percentuale elevato con quella dirigenziale.
Altrettanto inadeguata la condizione degli Assistenti Amministrativi il cui profilo professionale era e resta di una “povertà” preoccupante rispetto al contesto istituzionale e operativo nel quale le scuole esercitano le funzioni loro attribuite. I temi del reclutamento (effettivamente selettivo), della formazione in servizio, delle funzioni e responsabilità, dello status giuridico e del trattamento economico sono anche qui fondamentali.
Posizioni economiche e incarichi specifici si possono mantenere con un preciso contenuto di prestazioni aggiuntive che giustifichi un corrispettivo maggiorato.
Per completare il quadro dei servizi strumentali di supporto allo svolgimento delle attività didattiche, fondamentale è la scelta della definizione di un organico degli Assistenti Tecnici di informatica in tutte le istituzioni scolastiche del primo ciclo. La “breccia” aperta - prima con l’organico Covid e poi con le mille unità dal prossimo anno scolastico – risulta importante e strategica ma deve essere completata per dispiegare compiutamente i suoi effetti.
In una nuova declaratoria dei compiti degli Assistenti Tecnici deve essere inserito il passaggio che nei periodi di sospensione delle attività didattiche la loro attività si svolge a supporto e in collaborazione con i servizi amministrativi.
Lì, 04.03.2021
IL PRESIDENTE
Giorgio Germani