Monitoraggio legislativo 9 - 13 giugno 2014

 

 

Camera dei Deputati

 

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 aprile 2014, n. 66, recante misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale. Deleghe al Governo per il completamento della revisione della struttura del bilancio dello Stato, per il riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, nonché per l'adozione di un testo unico in materia di contabilità di Stato e di tesoreria" (approvato dal Senato), A.C. 2433

Titolo breve: Decreto competitività e giustizia sociale

 

Iniziativa

 

Governativa

Iter

Assegnato alle Commissioni Riunite Bilancio e Finanze

Relatori

On. Federico Fauttilli (PI) per la Commissione Bilancio e on. Paolo Petrini (PD) per la Commissione Finanze

Lavori parlamentari:    Nel corso della settimana le commissioni hanno iniziato e concluso l’esame senza apportare modifiche. Nel corso della giornata odierna l’Assemblea inizierà l’esame.

 

Da segnalare: la Commissione Cultura ha approvato parere favorevole con la seguente osservazione:

… occorrerebbe inserire fra i destinatari dell'esclusione prevista ai fini del patto di stabilità interno delle spese per interventi di edilizia scolastica anche le province, considerata la competenza delle stesse sugli interventi relativi alle scuole secondarie di secondo grado.

Termine per la conversione in legge: 23 giugno 2014.

Sintesi breve: noto come bonus Irpef, il decreto prevede misure di carattere fiscale per il rilancio dell'economia, interventi per accelerare il pagamento dei debiti arretrati delle pubbliche amministrazioni, nonché, anche allo scopo di conseguire risparmi di spesa, norme in materia di revisione ed efficienza della spesa pubblica.

Alcune misure fiscali, tra cui si segnala la rivalutazione delle quote di Bankitalia e l'incremento della tassazione delle rendite finanziarie, hanno anche finalità di copertura del provvedimento. Nel corso dell'esame al Senato è stata introdotta la proroga per il pagamento della Tasi.

 

Disposizioni di interesse:

 

  • Le misure fiscali

In primo luogo, si prevede un bonus fiscale pari a 640 euro per i lavoratori dipendenti con redditi non superiori a 26.000. Il credito è riconosciuto automaticamente da parte dei sostituti d'imposta, a partire dal primo periodo di paga utile successivo al 24 aprile 2014 (articolo 1). Per effetto delle modifiche apportate al Senato si affida alla legge di stabilità 2015 la stabilizzazione della misura, con l’impegno di prevedere misure fiscali che privilegino il carico di famiglia.

Dalla parte delle imprese, si riducono le aliquote dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) applicabili ai diversi soggetti passivi del tributo. Rimangono esclusi amministrazioni ed enti pubblici (articolo 2).

Altre misure fiscali riguardano la proroga del pagamento della Tasi, la proroga dell’incremento del prelievo fiscale sui prodotti da fumo, l’aumento dei diritti per il riconoscimento della cittadinanza italiana e per il rilascio dei passaporti. Si consente ai contribuenti che sono decaduti dal beneficio della rateizzazione dei debiti fiscali di richiedere, entro e non oltre il 31 luglio 2014, la concessione di un nuovo piano di rateazione (articolo 11-bis); è previsto l’obbligo di fatturazione elettronica per i pagamenti dovuti da tutte le pubbliche amministrazioni, inclusi gli enti locali (articolo 25).

  • L'aumento della tassazione delle rendite finanziarie

L’aliquota della tassazione dei redditi di natura finanziaria passa dal 20 al 26 per cento a decorrere dal 1° luglio 2014 (articolo 3); contestualmente si introduce, in via compensativa, un credito di imposta in favore delle Casse di previdenza private e un elevamento all’11,5 per cento, per l'anno 2014, dell'aliquota sui fondi pensione (articolo 4).

  • La lotta all'evasione fiscale

Il provvedimento dispone (articolo 6) che il Governo dovrà attuare un programma per la definizione di ulteriori misure al fine di conseguire nell’anno 2015 un incremento di almeno 2 miliardi di euro di entrate dalla lotta all’evasione fiscale rispetto a quelle ottenute nell’anno 2013, e destina le maggiori entrate alla copertura del decreto-legge (articolo 7).

  • La revisione della spesa nella pubblica amministrazione

Sono in primo luogo specificati (articolo 8) gli obblighi di pubblicazione dei dati relativi alla spesa delle pubbliche amministrazioni e alla tempestività dei pagamenti. Si dispone inoltre, nel medesimo articolo, una riduzione della spesa per acquisto di beni e servizi per complessivi 2,1 miliardi a decorrere dal 2014, di cui 700 milioni da parte delle regioni e province autonome, 340 milioni a carico delle province e città metropolitane, 360 milioni da parte dei comuni e 700 milioni a valere sulle amministrazioni statali. A tali fini le amministrazioni interessate possono anche procedere alla riduzione del 5 cento degli importi dei contratti in essere.

Tra le ulteriori numerose misure di controllo e riduzione della spesa si segnalano:

l’ampliamento del ricorso a Consip o agli altri soggetti aggregatori per lo svolgimento delle procedure di acquisto di beni e servizi e il rafforzamento dei compiti dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, che deve elaborare i prezzi di riferimento alle condizioni di maggiore efficienza di beni e di servizi e pubblicare i prezzi unitari corrisposti dalle pubbliche amministrazioni per gli acquisti (articoli 9 e 10);

l’abbassamento a 240.000 euro del limite al trattamento economico annuo onnicomprensivo di chiunque riceva, a carico delle finanze pubbliche, emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo (inclusi i componenti degli organi di amministrazione, direzione e controllo) con pubbliche amministrazioni statali e con società dalle stesse partecipate (articolo 13).

l’introduzione di nuovi limiti di spesa per gli incarichi di consulenza, studio e ricerca e per i contratti di collaborazione coordinata e continuativa (articolo 14), nonché per le autovetture di servizio (articolo 15);

un risparmio di spesa per i Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei ministri per il 2014 pari a 240 milioni, - l'integrale definanziamento delle disponibilità di bilancio 2014 del Fondo per la tutela dell’ambiente e la promozione dello sviluppo del territorio; la riduzione del 20 per cento per il periodo maggio-dicembre 2014, della indennità di diretta collaborazione del personale in servizio presso gli uffici di diretta collaborazione dei ministri; l’affidamento al sistema di pagamenti centralizzato presso il Ministero dell’economia (denominato NoiPA) di talune categorie di prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche quali le ritenute periodiche sugli stipendi dei dipendenti, copie ed estratti di documenti di archivio ed altri (articolo 16);

il contenimento della spesa degli organi costituzionali e di rilievo costituzionale per un importo di 50 milioni di euro per l'anno 2014 nonché della Corte dei Conti, del Consiglio di Stato, dei TAR, del Consiglio superiore della magistratura, del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia e del CNEL (articolo 17);

la soppressione dei regimi tariffari postali agevolati previsti per i candidati alle elezioni (articolo 18);

alcune modifiche alla recente legge n.56/2014 in materia di città metropolitane, province e comuni (articolo 19);

la riduzione dei costi operativi del le società partecipate o controllate dallo Stato (articolo 20);

il riassetto industriale della RAI, con la riduzione di 150 milioni di euro per il 2014 del finanziamento (articolo 21);

un programma di razionalizzazione delle aziende speciali, delle istituzioni e delle società direttamente o indirettamente controllate dalle amministrazioni locali (articolo 23);

il contenimento della spesa per le locazioni passive e per la manutenzione degli immobili, nonché la razionalizzazione degli spazi in uso alle amministrazioni pubbliche (articolo 24);

la soppressione dell’obbligo di pubblicazione sui quotidiani per estratto del bando o dell’avviso per l’affidamento dei contratti pubblici nei settori ordinari, e la previsione dell’obbligo di pubblicazione, esclusivamente, in via telematica, di informazioni ulteriori, complementari o aggiuntive rispetto a quelle previste dal Codice (articolo 26).

Le modalità di effettuazione delle riduzioni di spesa stabilite dall’articolo 8 per le regioni (700 milioni di euro per il 2014 e in 1.050 milioni per gli anni dal 2015 al 2017, come detto), vengono poi disciplinate dall’articolo 46, che quantifica il risparmio richiesto alle regioni a statuto speciale ed alle province autonome di Trento e di Bolzano in misura pari a 200 milioni di euro per il 2014 e pari a 300 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017; quantifica poi quello per le regioni a statuto ordinario in 500 milioni di euro per l'anno 2014 e a 750 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017.

Per gli enti locali le riduzioni di spesa, comprensive di quelle già indicate dall’articolo 8, sono precisate all’articolo 47, nel quale si dispone che le province e le città metropolitane assicurino un contributo alla finanza pubblica pari a 444,5 milioni per il 2014, a 576,7 milioni per il 2015 e a 585,7 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017. I commi da 8 a 13 recano analoghe disposizioni relativamente ai comuni, i quali dovranno assicurare un contributo alla finanza pubblica pari a 375,6 milioni per il 2014 e a 563,4 milioni per ciascuno degli anni dal 2015 al 2017.

Una apposita disposizione (articolo 49) prevede l'avvio di un programma straordinario di riaccertamento della effettiva consistenza dei residui passivi iscritti nel bilancio dello Stato, al fine di consentire l’iscrizione di nuovi stanziamenti in bilancio a fronte di cancellazione di partite residue ormai non più esigibili da terzi.

  • Il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione

Un altro consistente intervento (articoli 27- 42) concerne l’accelerazione del processo in corso, avviato dal decreto-legge n.35 del 2013, di smaltimento dei debiti dello Stato, degli enti locali e delle regioni nei confronti delle imprese: a tal fine si estende e velocizza il rilascio dello strumento della certificazione del credito, favorendone la cessione nei confronti delle banche e degli intermediari finanziari; si estende inoltre la garanzia dello Stato sulle cessioni e si amplia il ruolo della Cassa Depositi e Prestiti.

Tra le misure introdotte si segnalano le nuove modalità di monitoraggio dei debiti delle pubbliche amministrazioni, dei pagamenti e dei ritardi rispetto ai termini fissati dalla direttiva europea; l’ampliamento del perimetro delle amministrazioni pubbliche tenute alla certificazione dei debiti e la previsione di sanzioni a carico sia delle amministrazioni che dei dirigenti responsabili nei casi di inadempimento; l’aumento di 2 miliardi della dotazione per il pagamento dei debiti maturati alla data del 31 dicembre 2013 da parte delle società e degli enti partecipati dagli enti locali e di 6 miliardi per i pagamenti da parte delle regioni e degli enti locali. Misure specifiche riguardano le regioni sottoposte a piani di rientro sanitario e i comuni dissestati (articoli 27-35).

Inoltre si introducono strumenti volti a favorire la cessione dei crediti di parte corrente certificati da parte di pubbliche amministrazioni diverse dallo Stato, con la garanzia dello Stato, che possono essere acquistati dalla Cassa depositi e prestiti e dalle istituzioni finanziarie dell’Ue e internazionali (articolo 37). Sono poi ampliate le fattispecie di compensabilità dei crediti (articoli 39-40), e si introduce l'obbligo per le pubbliche amministrazioni di allegare alle relazioni ai bilanci consuntivi o di esercizio un prospetto attestante l’importo dei pagamenti relativi a transazioni commerciali effettuati dopo la scadenza dei termini vigenti (30 giorni, prorogabile fino a 60 giorni solo in presenza di determinate condizioni) nonché il c.d. indicatore annuale di tempestività dei pagamenti. Le amministrazioni dovranno altresì adottare a decorrere dal 1 luglio 2014 il registro unico delle fatture.

Nel corso dell’esame presso il Senato è stata infine introdotta una disposizione (articolo 45-bis) nella quale si consente alla Società EUR S.p.A. di presentare istanza al Ministero dell’economia e finanze per l’accesso ad una anticipazione di liquidità, per l'anno 2014, nel limite massimo di 100 milioni di euro, per il pagamento dei debiti dell’ente.

Per il reperimento delle risorse concernenti il pagamento dei debiti delle PA, i commi da 7 a 9 dell’articolo 50 (che reca le disposizioni di copertura finanziaria del decreto-legge) autorizzano l'emissione di titoli di Stato per un importo fino a 40 miliardi di euro per l’anno 2014. Anche in relazione a ciò, Il comma 9 modifica i saldi di finanza pubblica indicati dalla legge di stabilità 2014, incrementando per 20 miliardi di euro i livelli massimi del saldo netto da finanziare (da 39,1 miliardi di euro a 59,1 miliardi) e del ricorso al mercato finanziario (da 300 miliardi di euro a 320 miliardi), per l’anno 2014.

  • Edilizia scolastica

L’articolo 48 prevede, nel limite massimo di 122 milioni di euro per ciascun anno, l’esclusione per gli anni 2014 e 2015 dal patto di stabilità interno delle spese sostenute dai comuni per interventi di edilizia scolastica, e l’assegnazione da parte del CIPE di risorse fino ad un importo massimo di 300 milioni di euro per la prosecuzione del programma di interventi di riqualificazione e messa in sicurezza delle istituzioni scolastiche statali già avviato con il D.L. n. 69/2013.

 

Indagine conoscitiva sulle strategie per contrastare la dispersione scolastica. Audizione di esperti del settore.

 

Audizione di esperti del settore: professor Gian Paolo Barbetta, direttore Ufficio valutazione della Fondazione Cariplo; dottor Domenico Nobili, responsabile Struttura sistemi e servizi formativi dell'ISFOL; dottoressa Daniela Pompei, responsabile Servizio integrazione migranti della Comunità di Sant'Egidio; Viviana Castelli, presidente dell'Associazione STEP-net Onlus.

 

Disposizioni per la diffusione del libro su qualsiasi supporto e per la promozione della lettura. A.C. 1504, di iniziativa dell’on. Giancarlo Giordano (SEL).

 

Iniziativa

 

Parlamentare

Iter

Assegnato alla Commissione Cultura, Scienze, Istruzione

Relatori

On. Nicola Fratoianni (SEL)

Lavori parlamentari:   Nel corso della settimana la commissione non ha proseguito l’esame.

 

Contenuto:

La proposta di legge, che si compone di 18 articoli, reca interventi finalizzati a favorire la diffusione della lettura, nonché la produzione, la circolazione e la conservazione del libro, attraverso il concorso dello Stato e degli enti locali, secondo il principio di leale collaborazione (art. 1).

L’art. 2 reca le definizioni (fra le quali quelle di “editore” e di “distributore” e “promotore”).

L’art. 3 riguarda la promozione dei libri e della lettura tramite l’adozione, con DPCM, di linee di azione “periodiche” dotate di adeguata copertura finanziaria, indicate  dal MIBACT, d’intesa con regioni, “città metropolitane”, province e comuni.

L’art. 4 dispone che, ai fini dell’indicazione delle linee di azione per la promozione della lettura del libro, il Governo garantisce la consultazione delle principali associazioni culturali e degli autori, degli editori, dei librai e dei bibliotecari, nonché dei cittadini interessati. I criteri per l’individuazione delle associazioni da coinvolgere, nonché le modalità di consultazione, anche in via telematica, dei diversi soggetti, devono essere definiti con DPCM, da adottare entro 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento in esame.

L’art. 5 reca disposizioni sulla promozione delle biblioteche pubbliche, aperte a tutti e gestite da personale qualificato.

L’art. 6 riguarda le biblioteche scolastiche disponendo che le scuole di ogni ordine e grado “provvedono all’istituzione” di biblioteche scolastiche, assicurando che le stesse siano gestite in conformità agli obiettivi educativi e didattici, nonché agli orientamenti indicati dalle Linee guida dell’International Federation on Library Associations and Institutions (IFLA).

L’art. 7 prevede disposizioni a favore dei traduttori, in base alle quali il MIBACT, nell’ambito della promozione all’estero di libri italiani d’intesa con il Ministero degli affari esteri, promuove la traduzione di opere italiane di saggistica, drammaturgia, narrativa e poesia, in particolare contemporanee.

L’art. 8 prevede che il Ministero dei beni delle attività culturali e del turismo concede annualmente agli autori e ai traduttori di opere di saggistica, drammaturgia, narrativa e poesia borse di lavoro e prestiti d’onore, secondo criteri e modalità definiti con regolamento da emanare con decreto ministeriale entro due mesi dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame.

L’art. 9 istituisce nello stato di previsione del MIUR “nell’ambito del finanziamento del diritto allo studio”, un fondo per il credito agevolato e i prestiti d’onore per l’acquisto di libri di testo, per un ammontare pari a 25 milioni di euro.

L’art. 10 dispone che la qualifica di libreria di qualità può essere riconosciuta – secondo modalità definite dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano, che stabiliscono altresì le misure per favorirne l’operatività nel territorio – alle librerie che possiedono i seguenti requisiti: svolgono come attività principale la vendita al dettaglio di libri; dispongono di un’offerta di libri ampiamente diversificata, nonché di locali aperti al pubblico; impiegano personale qualificato; realizzano iniziative di promozione culturale.

L’art. 11 interviene in materia di composizione e di modalità di nomina di alcuni organi del Centro per il Libro e la Lettura, implicitamente modificando gli artt. 4, 5 e 6 del DPR 34/2010 e assumendo, dunque, a livello legislativo una materia attualmente disciplinata con regolamento.

L’art. 12 individua ulteriori obiettivi delle linee di azione, con riguardo sia alla diffusione internazionale dei libri, sia al sostegno all’industria e al commercio dei libri.

L’art. 13 dispone che il Servizio bibliotecario nazionale è responsabile della digitalizzazione e della promozione delle opere di pubblico dominio, nonché di quelle fuori commercio o orfane, e che l’accesso alle opere digitalizzate è aperto e gratuito nelle sedi delle biblioteche poli del SBN, nonché, per quelle non coperte dal diritto d’autore, attraverso gli  strumenti telematici.

L’art. 14 dispone agevolazioni fiscali in materia di IVA e IRPEF per promuovere la lettura.

L’art. 15 reca interventi di diversa natura sempre finalizzati a promuovere l’acquisto di libri e la lettura.

L’art. 16 dispone l’istituzione, a decorrere dall’anno successivo a quello di entrata in vigore della legge, della Festa nazionale del libro e della lettura.

L’art. 17 prevede l’istituzione nello stato di previsione del Mibact del Fondo per la promozione del libro e della lettura, finalizzato alla realizzazione delle attività indicate dall’A.C. (ad eccezione delle agevolazioni per gli studenti, di cui all’art. 9).

 

Senato della Repubblica

 

Affare Assegnato in ordine alle diverse forme di disabilità presenti nella scuola e all'esigenza di assicurare la continuità didattica degli insegnanti di sostegno (n. 304)

Titolo breve: Affare assegnato su disabilità nella scuola e insegnanti di sostegno

Iter

Assegnato alla Commissione Istruzione pubblica, Beni Culturali

Relatori

Senatrice  Manuela Serra (M5S)

Lavori parlamentari:     Nel corso della settimana si sono svolte le audizioni informali di esperti.

 

Memoria Prof. Fogarolo

 

Memoria Prof. Nocera

 

Contenuto:

Da menzionare che nel corso dell’esame in commissione, la relatrice, senatrice Manuela Serra (M5S), ha sottolineato l'importanza di un'adeguata preparazione degli insegnanti sulle problematiche della disabilità. Nelle scuole si alternano diversi insegnanti di sostegno che purtroppo spesso non riescono a proseguire gli anni successivi con gli stessi alunni, determinando un forte pregiudizio in termini di continuità didattica e metodologica. Ciò pregiudica anche la realizzazione di un compiuto sistema di integrazione e mortifica il lavoro svolto.

La relatrice ha posto dunque l'accento anzitutto sul tema del reclutamento di tale personale, su cui l'Esecutivo dovrebbe a suo giudizio intervenire in maniera sollecita. Nel rilevare come gli insegnanti siano assai vicini alle problematiche dei ragazzi, ha invocato nuovamente l'esigenza di continuità, da garantire quanto meno per  i tre anni della scuola dell'infanzia e i cinque anni della scuola primaria. La procedura in esame consente dunque, a suo avviso, di avviare un approfondimento su uno degli aspetti vitali della scuola, nella consapevolezza dell'autonomia scolastica. In proposito, ha chiesto di svolgere alcune audizioni onde conoscere l'opinione degli esperti e avanzare possibili soluzioni.

Ha lamentato peraltro che alcuni genitori siano costretti a togliere i propri figli con disabilità da scuola a causa dell'assenza di insegnanti in grado di sostenere il loro percorso educativo, sottolineando pertanto la necessità di superare tali disfunzioni. In ultima analisi ha ribadito che ritiene che l'approfondimento possa essere utile anche rispetto al disegno di legge  n. 1260 (sistema integrato di educazione e istruzione 0-6 anni) e alle proposte legislative in materia di autismo.

 

 

Disposizioni in materia di sistema integrato di educazione e istruzione dalla nascita fino ai sei anni e del diritto delle bambine e dei bambini alle pari opportunità di apprendimento. A.S. 1260

 

Iniziativa                            Parlamentare

Iter                                      Assegnato,alla Commissione Istruzione Pubblica, Beni culturali

Relatori:                                 Senatrice Francesca Puglisi (PD)

Lavori parlamentari:          Si è concluso il ciclo di audizioni con l’audizione dell'Associazione nazionale "Per la Scuola della Repubblica".

 

Memoria depositata da "Per la Scuola della Repubblica".

 

Nel corso della settimana sono stati assegnati alla commissione i disegni di legge nn. 753 e 1359 che sono simili al testo 1260.  A tale proposito, la commissione stessa ha stabilito di abbinare l'esame dei predetti disegni di legge al seguito dell'esame del disegno di legge n. 1260.

Con particolare riferimento al disegno di legge n. 753, esso prospetta l'adozione di un piano straordinario di interventi sui servizi socio educativi e sugli asili nido, mentre il disegno di legge n. 1359 muove dalle stesse premesse dell'A.S. 1260, descrivendo la grave crisi in cui versano i Comuni anche nelle Regioni dove la percentuale di copertura del servizio educativo di istruzione per i bambini da 0 a 6 anni ha raggiunto gli obiettivi europei. Le finalità delle proposte di legge sono dunque analoghe.

La relatrice, senatrice Puglisi, pertanto, ha proposto di adottare quale testo base per il seguito dell'esame il disegno di legge n. 1260, in quanto esso ha un approccio sistematico, condiviso da molte associazioni e organizzazioni di settore, ferma restando la possibilità di intervenire attraverso la potestà emendativi.

 

Contenuto:

Il disegno di legge n.1260 sul sistema integrato di educazione e istruzione zero-sei anni, riprende il lavoro fatto nelle precedenti legislature dalla Senatrice Anna Serafini, che si fece promotrice di una legge di iniziativa popolare, e lo sviluppa dopo un'approfondita riflessione su ciò che sta avvenendo nei Paesi europei, a partire dall'obiettivo posto dall'Unione europea di raggiungere il 33 per cento di posti nido entro il 2010; sulle leggi precedenti, a partire dalla legge 6 dicembre 1971, n. 1044; sulle ultime sentenze della Corte costituzionale in materia di asili nido, che hanno finalmente riconosciuto la natura educativa del nido come servizio di interesse pubblico; sulla riforma del titolo V della Costituzione; sull'eccellenza maturata nei nidi e nelle scuole dell'infanzia in Italia; sulle concrete esperienze di coordinamento delle autonomie locali, nonché su quelle maturate nelle gestioni pubbliche e private.

L'articolo 1 definisce oggetto e finalità e afferma che tutti i bambini e le bambine hanno diritto ad avere pari opportunità di educazione e di istruzione, di cura, di relazione e gioco, superando disuguaglianze e barriere territoriali, economiche, etniche e culturali. Questi diritti sono resi esigibili attraverso il sistema integrato dei servizi educativi e di istruzione per le bambine e i bambini in età compresa tra i tre mesi e i tre anni. I servizi educativi e scolastici del sistema integrato afferiscono al Ministero dell'istruzione, dell’università e della ricerca.

L'articolo 2 definisce le caratteristiche del sistema integrato per l'infanzia e ne definisce i princìpi fondamentali, tra i quali la continuità educativa, il sostegno alla funzione educativa delle famiglie, la partecipazione delle famiglie attraverso l'istituzione di organismi rappresentativi, l'accoglienza e la valorizzazione delle differenze linguistiche, culturali, religiose, etniche, la prevenzione di conseguenze determinate da disabilità o svantaggi di origine culturale e sociale; la promozione della qualità dell'offerta educativa attraverso il coordinamento pedagogico dei servizi, la qualificazione universitaria del personale. Al comma 3 è affermata l'esclusione dei servizi per l'infanzia dai servizi pubblici a domanda individuale (decreto-legge 28 febbraio 1983, n. 55, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 aprile 1983, n. 131) e la conseguente esclusione dal patto di stabilità.

L'articolo 3 definisce e classifica i diversi servizi educativi per l'infanzia e li distingue dai servizi integrativi che offrono ulteriori risposte flessibili e diversificate sotto il profilo strutturale e organizzativo.

L'articolo 4 definisce la scuola dell'infanzia come primo livello del sistema di istruzione, nella sua autonomia, unitarietà e specificità pedagogica e didattica.

L'articolo 5 traccia la continuità del percorso educativo e scolastico del sistema integrato attraverso attività di progettazione e di formazione comuni e la promozione attraverso i comuni di poli per l'infanzia.

All'articolo 6 viene posto come livello essenziale il raggiungimento del 33 per cento di copertura della popolazione sotto i tre anni in tutti i territori e la presenza del servizio in almeno il 75 per cento dei territori comunali entro il 2020; la generalizzazione quantitativa e qualitativa della scuola dell'infanzia; la possibilità di raggiungere in tempi ragionevoli a piedi o con mezzi pubblici la distanza tra casa e servizio.

In un successivo regolamento saranno poi definiti livelli essenziali relativi a rapporti numerici appropriati tra personale educativo e ausiliario e i bambini accolti in funzione della loro età; i requisiti professionali del personale per l'accesso, compresi i titoli universitari; la formazione continua in servizio di tutto il personale; i tempi di compresenza tra il personale educativo, tali da garantire ai bambini significative esperienze di socializzazione e apprendimento; gli standard strutturali e organizzativi dei servizi, con riferimento ai requisiti di sicurezza e benessere dei bambini, agli spazi interni ed esterni e alla ricettività, in funzione dell'età dei bambini e della tipologia e dell'orario di apertura del servizio.

All'articolo 7 sono definiti le. funzioni e i compiti dello Stato tra cui la programmazione, l'indirizzo e il coordinamento della progressiva ed equilibrata estensione del sistema integrato per l'infanzia su tutto il territorio nazionale, in coerenza con le linee contenute nel Piano di azione nazionale per la promozione del sistema integrato per l'infanzia, la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni educative di cui all'articolo 6, comma 2; la determinazione e l'assegnazione delle risorse a carico del bilancio dello Stato; la determinazione dei criteri di valutazione dell'offerta educativa e delle prestazioni del sistema integrato per l'infanzia e l'istituzione di un sistema di promozione e di garanzia della qualità e della quantità degli interventi; l'attivazione di un sistema informativo.

All'articolo 8 sono definite le funzioni e i compiti delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano che, nel rispetto delle norme generali e dei princìpi fondamentali e dei livelli essenziali, determinano i requisiti strutturali e organizzativi di ogni tipologia di servizio e le procedure per l'autorizzazione al funzionamento, per la denuncia di inizio attività e l'accreditamento. Le funzioni sono anche di indirizzo, programmazione e sviluppo del sistema integrato per l'infanzia, sulla base delle indicazioni del Piano di azione nazionale, la determinazione degli standard qualitativi, la ripartizione agli enti locali delle risorse pubbliche in coerenza con quanto previsto dal Piano di azione; la definizione dei requisiti qualitativi per l'accreditamento dei nidi, dei servizi integrativi e dei servizi innovativi sperimentali e per l'autorizzazione al loro funzionamento; l'indicazione degli indirizzi per l'attuazione di iniziative di formazione permanente delle diverse figure professionali del sistema integrato per l'infanzia, per quanto di competenza; il sistema di valutazione dell'offerta educativa e delle prestazioni del sistema integrato per l'infanzia.

All'articolo 9 sono definiti le funzioni e i compiti degli enti locali per la programmazione e l'attuazione dello sviluppo, nel territorio di loro competenza, del sistema integrato per l'infanzia, l'autorizzazione, l'accreditamento e la vigilanza dei soggetti privati relativamente all'istituzione e alla gestione dei servizi del sistema integrato per l'infanzia, per quanto di competenza, eccetera.

All'articolo 10 viene definita la partecipazione economica delle famiglie che non può essere superiore al 20 per cento del relativo costo medio, sono garantite forme di agevolazione o di esenzione totale secondo parametri indicati dall'ISEE. Al comma 3 viene prevista quale forma di welfare aziendale, per sostenere l'esigibilità del diritto di andare al nido dei bambini e delle bambine, l'erogazione da parte di aziende pubbliche o private, per le lavoratrici e i lavoratori che hanno figli in età tre mesi -- tre anni un voucher spendibile nel sistema dei nidi accreditati o a gestione diretta comunale. Tale voucher non prevede oneri fiscali o previdenziali a carico del datore di lavoro né del lavoratore, fino a un valore di 200 euro per singolo buono. Inoltre il costo del servizio è deducibile e l'IVA è detraibile integralmente.

L'articolo 11 prevede il Piano di azione nazionale per la promozione del sistema integrato per l'infanzia che, sulla base di indicatori di evoluzione demografica e di riequilibrio territoriale, modula la destinazione alle regioni e agli enti locali delle risorse finanziarie destinate allo scopo.

L'articolo 12 traccia le necessarie abrogazioni di leggi precedenti.

L'articolo 13 prevede che il Ministro dell'istruzione, dell’università e della ricerca svolga una propria relazione biennale sullo stato di attuazione della legge al Parlamento, avvalendosi della struttura del Centro nazionale di documentazione e di analisi per l'infanzia e l'adolescenza.

L'articolo 14 prevede le necessarie coperture finanziarie. Al comma 1 il costo è definito sulla base di una quota capitaria per il raggiungimento dei livelli essenziali del sistema integrato di istruzione zero-sei anni. Lo Stato, per il raggiungimento dei livelli essenziali di cui all'articolo 6, garantisce un cofinanziamento del 50 per cento dei costi di gestione o con trasferimenti diretti o con la gestione diretta delle scuole dell'infanzia. Il restante 50 per cento rimane a carico di regioni ed enti locali al netto delle entrate da compartecipazione delle famiglie utenti del servizio.

 

Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino dei rapporti di lavoro e di sostegno alla maternità e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. A.S. 1428

Esame congiunto dei disegni di legge nn. 1409 (approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei disegni di legge d'iniziativa dei deputati Vendola ed altri; Teresa Bellanova ed altri), 24, 165, 180, 199, 219, 263, 349, 482, 500, 551, 555, 571, 625, 716, 727, 893, 936, 1100, 1152, 1221, 1279 e 1312, congiunzione con il seguito dell'esame congiunto dei disegni di legge nn. 1409, 103, 183 e 203.

 

Iniziativa

Governativa

Iter

Assegnato, in sede referente, alla Commissione Lavoro

Relatori

Sen. Maurizio Sacconi (NCD)

Lavori parlamentari:      Nel corso della settimana è proseguito l’esame.

 

Contenuto:

Il disegno di legge delega contiene cinque deleghe:

la prima riguarda la materia degli ammortizzatori sociali: con tale delega si ha l’intento di assicurare, in caso di disoccupazione involontaria, un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori che preveda tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, con l’intento di razionalizzare la normativa in materia di integrazione salariale (art.1).

Un sistema così delineato può consentire il coinvolgimento attivo di quanti sono espulsi dal mercato del lavoro o siano beneficiari di ammortizzatori sociali, semplificando le procedure amministrative e riducendo gli oneri non salariali del lavoro. A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:

•              rivedere i criteri di concessione ed utilizzo delle integrazioni salariali escludendo i casi di cessazione aziendale;

•              semplificare le procedure burocratiche anche con la introduzione di meccanismi automatici di concessione;

•              prevedere che l’accesso alla cassa integrazione possa avvenire solo a seguito di esaurimento di altre possibilità di riduzione dell’orario di lavoro;

•              rivedere i limiti di durata, da legare ai singoli lavoratori;

•              prevedere una maggiore compartecipazione ai costi da parte delle imprese utilizzatrici;

•              prevedere una riduzione degli oneri contributivi ordinari e la loro rimodulazione tra i diversi settori in funzione dell’effettivo utilizzo;

•              rimodulare l’ASpI omogeneizzando tra loro la disciplina ordinaria e quella breve;

•              incrementare la durata massima dell’ASpI per i lavoratori con carriere contributive più significative;

•              estendere l’applicazione dell’ASpI ai lavoratori con contratti di co.co.co., prevedendo in fase iniziale un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite;

•              introdurre massimali in relazione alla contribuzione figurativa;

•              valutare la possibilità che, dopo l’ASpI, possa essere riconosciuta un’ulteriore prestazione in favore di soggetti con indicatore ISEE particolarmente ridotto;

•              eliminare lo stato di disoccupazione come requisito per l’accesso a prestazioni di carattere assistenziale.

Nell’esercizio di tale delega verranno individuati meccanismi volti ad assicurare il coinvolgimento attivo del soggetto beneficiario di prestazioni di integrazione salariale, ovvero di misure di sostegno in caso di disoccupazione, al fine di favorirne lo svolgimento di attività in favore della comunità locale di appartenenza.

La seconda delega è finalizzata a garantire la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale, nonché ad assicurare l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative (art. 2).

A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:

•              razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, da collegare alle caratteristiche osservabili per le quali l’analisi statistica evidenzi una minore probabilità di trovare occupazione;

•              razionalizzare gli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;

•              istituire, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI e vedrebbe il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali. Si prevedono meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e l’Inps, sia a livello centrale che a livello territoriale, così come meccanismi di raccordo tra l’Agenzia e gli enti che, a livello centrale e territoriale, esercitano competenze in materia di incentivi all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità;

•              razionalizzare gli enti e le strutture, anche all’interno del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, che operano in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive e servizi per l’impiego allo scopo di evitare sovrapposizioni e garantire l’invarianza di spesa;

•              rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;

•              mantenere il capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il ruolo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantite su tutto il territorio nazionale;

•              mantenere in capo alle Regioni e Province autonome le competenze in materia di programmazione delle politiche attive del lavoro;

•              favorire il coinvolgimento attivo del soggetto che cerca lavoro;

•              valorizzare il sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate.

La terza delega punta a conseguire obiettivi di semplificazione e razionalizzazione delle procedure di costituzione e gestione dei rapporti di lavoro, al fine di ridurre gli adempimenti a carico di cittadini e imprese (art. 3).

A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:     

•              razionalizzare e semplificare le procedure e gli adempimenti connessi con la costituzione e la gestione del rapporto di lavoro, con l’obiettivo di dimezzare il numero di atti di gestione del rapporto di carattere burocratico ed amministrativo;

•              eliminare e semplificare, anche mediante norme di carattere interpretativo, le disposizioni interessate da rilevanti contrasti interpretativi, giurisprudenziali e amministrativi;

•              unificare le comunicazioni alle pubbliche amministrazioni per i medesimi eventi (es. infortuni sul lavoro) ponendo a carico delle stesse amministrazioni l’obbligo di trasmetterle alle altre amministrazioni competenti;

•              promuovere le comunicazioni in via telematica e l’abolizione della tenuta di documenti cartacei;

•              rivedere il regime delle sanzioni, valorizzando gli istituti di tipo premiale, che tengano conto della natura sostanziale o formale della violazione e favoriscano l’immediata eliminazione degli effetti della condotta illecita (a parità di costo);

•              individuare modalità organizzative e gestionali che consentano di svolgere, anche in via telematica, tutti gli adempimenti di carattere burocratico e amministrativo connesso con la costituzione, la gestione e la cessazione del rapporto di lavoro;

•              revisione degli adempimenti in materia di libretto formativo del cittadino.

La quarta delega finalizzata a rafforzare le opportunità di ingresso nel mondo del lavoro da parte di coloro che sono in cerca di occupazione, nonché a riordinare i contratti di lavoro vigenti per renderli maggiormente coerenti con le attuali esigenze del contesto produttivo nazionale e internazionale (art. 4).

A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:

•              individuare e analizzare tutte le forme contrattuali esistenti ai fini di poterne valutare l’effettiva coerenza con il contesto occupazionale e produttivo nazionale e internazionale, anche in funzione di eventuali interventi di riordino delle medesime tipologie contrattuali;

•              procedere alla redazione di un testo organico di disciplina delle tipologie contrattuali dei rapporti di lavoro, riordinate secondo quanto indicato alla lettera a), che possa anche prevedere l’introduzione, eventualmente in via sperimentale, di ulteriori tipologie contrattuali espressamente volte a favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti;

•              introdurre, eventualmente anche in via sperimentale, il compenso orario minimo, applicabile a tutti i rapporti di lavoro subordinato, previa consultazione delle parti sociali;

•              procedere all’abrogazione di tutte le disposizioni che disciplinano le singole forme contrattuali, incompatibili con il testo organico di cui alla lettera b), al fine di assicurare certezza agli operatori, eliminando duplicazioni normative e difficoltà interpretative ed applicative.

La quinta delega ha la finalità di contemperare i tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare (art. 5).

A tal fine vengono individuati i seguenti principi e criteri direttivi:

•              introdurre a carattere universale l’indennità di maternità, quindi anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata;

•              garantire, alle lavoratrici madri parasubordinate, il diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro;

•              abolire la detrazione per il coniuge a carico ed introdurre il tax credit, quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare;

•              incentivare accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e dell’assistenza alle persone non autosufficienti;

•              favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi.

 

Sindacato ispettivo

 

Nel corso della settimana in Commissione Istruzione è stata data risposta all’interrogazione n. 3-00993 della  senatrice Alessia Petraglia (Misto-SEL) sulle procedure per la presentazione delle domande per l'aggiornamento delle graduatorie ad esaurimento del personale docente ed educativo.

 

Nella risposta il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, ha ribadito che il numero ufficiale delle domande inoltrate per il triennio 2014-2015/2016-2017 ammonta a 154.398. Ha assicurato, quindi, che alla pubblicazione delle graduatorie si provvederà, come nei precedenti trienni, in tempo utile per garantire il regolare avvio dell’anno scolastico. Secondo gli uffici competenti, la pubblicazione avverrà entro la fine del mese di luglio o al massimo entro la prima settimana di agosto.

Quanto al mancato utilizzo della procedura informatica per le domande di iscrizione e aggiornamento delle graduatorie di istituto, Toccafondi ha sottolienato che non è stato possibile pianificare tale procedura con il "fornitore dei sistemi informativi" poiché i tempi per l’attivazione della stessa non risultavano compatibili con l’esigenza di garantire il regolare e tempestivo avvio del prossimo anno scolastico.

 


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Categoria: Lavori parlamentari Data di creazione: 13/06/2014
Sottocategoria: Monitoraggio legislativo Ultima modifica: 13/06/2014 12:11:01
Permalink: Monitoraggio legislativo 9 - 13 giugno 2014 Tag: Monitoraggio legislativo 9 - 13 giugno 2014
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