Executive summary
CAMERA – Pervenuta la risposta del Governo all’interrogazione 5-00676 a firma dell’On. Bonafè (PD) sull'esigenza di reperire risorse da destinare al rinnovo contrattuale del comparto del pubblico impiego. Il Ministro per la PA, Paolo Zangrillo, nel ripercorrere gli ultimi interventi sul tema anche alla luce dell’incremento una tantum introdotto con la legge di bilancio, ha ribadito l’impegno del Governo nell’accelerazione delle trattative atte a concludere i contratti collettivi nazionali del comparto sanità, funzioni locali e istruzione e ricerca.
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Di seguito il testo completo della risposta.
Signor Presidente, Onorevoli Deputati, credo opportuno richiamare quanto accaduto negli ultimi anni.
La tornata contrattuale 2019-2021 è iniziata solo a fine 2021 ed ha avuto bisogno, per essere finanziata, di ben quattro leggi di bilancio (l'ultima è, appunto, la legge di bilancio 2022, n. 234 del 30 dicembre 2021) che hanno progressivamente reso disponibili le risorse necessarie.
Per questo motivo, l'attuale Governo sin dall'insediamento ha inteso accelerare le trattative così da condurre a conclusione i contratti collettivi nazionali del comparto sanità, funzioni locali e istruzione e ricerca. Per quest'ultima area sono state trovate ulteriori risorse che hanno permesso il varo di un apposito atto di indirizzo all'Aran, inviato il 16 marzo, che dovrebbe sbloccare la trattativa.
Si tratta, fra l'altro, di un rinnovo sufficientemente «ricco», che almeno in parte cerca di colmare la forbice retributiva sui redditi da lavoro dipendente nelle amministrazioni pubbliche rispetto agli standard europei anche attraverso finanziamenti straordinari. Per rimanere al personale «privatizzato» delle pubbliche amministrazioni, il Rapporto Semestrale Aran sulle retribuzioni dei pubblici dipendenti, redatto sulla base dei dati e delle informazioni disponibili al 31 dicembre 2022, evidenzia, per esempio, come l'incremento percentuale medio complessivo per il comparto della Sanità corrisponda circa al 7,30 per cento sulla massa retributiva al 31 dicembre 2018.
Sono in corso le trattative per le Aree dirigenziali.
Ovviamente i ritardi della tornata 2019-21 ereditati dal precedente Governo si sono ripercossi, e non poteva essere altrimenti, anche su quella relativa al triennio 2022-2024, il cui finanziamento, peraltro, è stato condizionato dalle conseguenze della crisi energetica dovuti alla crescita del prezzo delle materie prime che ha fatto seguito alla guerra in Ucraina. Ciò ha impedito, almeno nella legge di Bilancio 2023, un sufficiente appostamento di risorse per una serie di finalità, fra cui il rinnovo dei CCNL.
Nonostante ciò, a dimostrazione dell'impegno assunto da questo Governo e in particolare dal sottoscritto, nella legge di bilancio è stato introdotto un apposito incremento, sotto forma di una tantum dell'1,5 per cento dello stipendio volto ad attenuare, sia pure in modo parziale e provvisorio, l'aumento dell'inflazione, alla cui base, come rammentato, vi sono ragioni anche di natura internazionale rispetto alle quali è difficile agire in modo strutturale nel breve periodo.
L'incremento è distribuito su tredici mensilità e sta comportando un investimento per il bilancio dello Stato di poco meno di un miliardo e mezzo di euro.
La Ragioneria Generale dello Stato, al fine di assicurare l'omogenea applicazione della normativa, ha successivamente comunicato le misure del predetto emolumento da corrispondere al personale appartenente al Pubblico Impiego.
Il Documento di Economia e finanza, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 11 aprile, ribadisce peraltro l'impegno del Governo a reperire le risorse per la nuova tornata dei rinnovi contrattuali. È la conferma dell'attenzione che abbiamo nei confronti del nostro capitale umano.