Le scuole, tutte le scuole d’Italia di ogni ordine e grado, sono sempre più in sofferenza per la mole enorme e crescente di lavoro che devono svolgere sul piano amministrativo, organizzativo (e contabile) e la politica non trova di meglio che sottrarre alle stesse 242 unità di collaboratori scolastici e 721 unità di assistenti amministrativi e tecnici per l’anno scolastico 2024/2025. Si tratta in totale di 963 unità che saranno collocate in comando, senza sostituzione, per essere destinate mediante procedure selettive agli uffici scolastici regionali (art. 10 D.L. 71/2024 convertito in legge 106/2024 con modificazioni - testo coordinato in G.U. n.177 del 30 luglio 2024).
In buona sostanza si svestiranno quasi 1000 “altari”, quelli delle scuole, per vestirne 18, quelli degli uffici scolastici regionali.
Non è questo il modo per far funzionare il sistema istruzione il cui peso di organizzazione ed erogazione del servizio grava prevalentemente sulle scuole. Stupisce e lascia interdetti che la politica non si renda conto della realtà e assuma decisioni in totale controtendenza con la logica e la razionalità. Ci auguriamo che questa norma non trovi attuazione e, comunque, la contrasteremo con gli strumenti disponibili del diritto e dell’azione sindacale.
Nello stesso provvedimento legislativo si prevede per l’a.s. 2025/2026 la revisione degli organici del personale ATA, garantendo la neutralità finanziaria, per dare attuazione al Ccnl del comparto istruzione e ricerca relativo al triennio 2019/2021, sottoscritto il 18 gennaio 2024. In questo caso ci troviamo di fronte a un atto dovuto di adeguamento al nuovo ordinamento professionale che presenta un diverso sistema di classificazione e rinnovati profili professionali. In buona sostanza sarà necessario definire l’organico della nuova “area degli operatori” e dell’altrettanto nuova “area dei funzionari e dell’elevata qualificazione”. Definire organici al momento inesistenti (o con poche unità) non si può fare a costo zero, la sopra citata “neutralità finanziaria”. Anche il semplice mantenimento delle quantità di organico dell’a.s. 2024/2025, con diversa collocazione nelle nuove aree, determina un costo aggiuntivo per la differenza degli stipendi tabellari.
Pure in questo caso stupisce e lascia interdetti che la politica non si renda conto degli effetti e conseguenze di spesa se si procede, come dovuto, alla revisione degli organici. Non vorremmo, però, che si ripetesse quanto già avvenuto per l’area C del precedente sistema di classificazione (Coordinatori Amministrativi e Tecnici) prevista dai Ccnl susseguitisi nel tempo e mai introdotta per oltre venti anni di vigenza della norma contrattuale.
Mentre da un lato si spogliano le scuole di personale indispensabile e si intende procedere con nuovi organici a costo zero , da un altro lato ( art. 14 quater del testo legislativa in questione) si aumenta la dotazione organica del Ministero dell’Istruzione e del merito con l’incremento di tre posizioni dirigenziali di livello generale da assegnare agli Uffici scolastici regionali di Basilicata, Umbria e Molise ( le più piccole regioni d’Italia che messe insieme superano di poco una popolazione di 1.500.000 abitanti e con appena 266 scuole autonome su un totale di 7.461 ).
Per gli oneri derivanti da questa misura (maggiore spesa) le coperture finanziarie sono state puntualmente individuate.
Tutto quanto rappresentato e documentato ha dell’incredibile ma purtroppo è vero a dimostrazione di quanto i decisori politici siano lontani dal Paese reale.
Li 31/7/2024
Il Presidente
Giorgio Germani
